L’assemblea generale dell’Onu ha proclamato il 2010 come l’anno internazionale della biodiversità, per richiamare l’attenzione del mondo intero sulla questione dell’impoverimento ambientale del Pianeta
LA VOCE DEL MASTER – Biodiversità è una parola oggi molto usata, ma di cui a volte si fraintende l’esatto significato. Esempi di biodiversità sono sotto ai nostri occhi ogni giorno, questa è infatti rappresentata da tutte le varietà delle specie viventi presenti sul Pianeta, sia animali che vegetali, misurati a livello di geni, di specie, di popolazioni e di ecosistemi. Una preziosa risorsa ottenuta in 3 miliardi e mezzo di evoluzione, che ci fornisce cibo, acqua, energia, farmaci e risorse, che, purtroppo, sta inesorabilmente scomparendo: infatti il numero di specie viventi si è ridotto del 40% in solo trent’anni, dal 1970 al 2000.
La biodiversità nel mondo ha dei numeri impressionanti. I dati presenti sul sito del WWF riportano come fino ad oggi sono state descritte oltre 1 milione e 700 mila specie, ma in realtà si ipotizza che ne possano esistere oltre 12 milioni. Moltissime devono ancora essere scoperte e potrebbero scomparire prima ancora di essere trovate.
Le cause di questo fenomeno sono molteplici. L’aumento dell’urbanizzazione e delle infrastrutture che degradano gli habitat naturali, l’eccessivo sfruttamento delle risorse, l’inquinamento, il riscaldamento globale e l’introduzione di specie esotiche negli ecosistemi hanno un impatto negativo enorme sulla biodiversità.
Secondo le stime della Commissione europea, nel nostro continente sono minacciati il 42% dei mammiferi, il 15% degli uccelli e il 52% dei pesci d’acqua dolce; inoltre, quasi 1000 specie vegetali sono gravemente minacciate oppure in via di estinzione.
La perdita di biodiversità è irreversibile e sono necessarie azioni politiche concrete a sostegno della conservazione delle specie, alla gestione e al ripristino degli ecosistemi, per promuovere l’uso sostenibile delle risorse naturali.
La Convenzione sulla Diversità Biologica (Cdb), entrata in vigore nel 1993, ha tre obiettivi principali,: conservare la diversità biologica, utilizzarla in modo durevole e spartire i benefici che ne derivano in modo giusto ed equilibrato. Nell’aprile 2002, i Paesi firmatari della convenzione hanno stabilito che entro il 2010 si dovesse attuare una “significativa” riduzione dell’attuale ritmo di impoverimento della biodiversità a livello mondiale. Ma questo non è bastato. Nell’ottobre 2010 si terrà a Nagoya, Giappone, la decima riunione della conferenza delle parti della Cdb, che dovrà ridefinire il nuovo piano strategico post 2010.