Si tratta di uno scheletro di un ominide della stessa specie di Lucy, Australopithecus afarensis, che risale a circa 3,6 milioni di anni fa.
NOTIZIE – Lo scheletro, che è completo per il 40%, è quello di un uomo, adulto, alto con gambe lunghe. Per questo è stato chiamato Kadanuumuu che nella lingua Afar, la lingua parlata nella zona dell’Etiopia dove è stato rinvenuto, significa appunto “uomo grande”.
Si tratta di un ominide circa 500.000 anni più vecchio di Lucy, e mostra però già caratteristiche che lo differenziano dalle scimmie antropomorfe e che permettono di definirlo un antenato umano: le lunghe gambe, la forma del torace e del bacino… tutto dice che aveva giù assunto la postura eretta e camminava su due gambe. È alto tra i 150 e i 170 centimetri, cioè circa il 30% in più di Lucy, le scapole assomigliano più a quelle di un uomo moderno o di un gorilla piuttosto che a uno scimpanzé, e in base alla forma delle costole si può dedurre che anche la cassa toracica fosse più simile alla nostra che a quella degli scimpanzé, e in generale le proporzioni del corpo si differenziano da quelle delle scimmie antropomorfe.
Malgrado il teschio sia andato perso, lo scheletro di Kadanuumuu conserva altri pezzi che non erano ancora stati trovati in altri fossili della stessa specie, in particolare le costole e la scapola.
La scoperta è stata pubblicata su Proceedings of the National Academy of Sciences da Yohannes Haile-Selassie, un paleoantropologo etiope che lavora al Cleveland Museum di Storia Naturale dell’Ohio, e colleghi. Ma la storia precedente, dal primo avvistamento allo scavo, è già stata oggetto di altre pubblicazioni. Nel 2005, la rivista Science riporta come lo scheletro sia venuto alla luce in seguito al ritrovamento di un braccio che emerge dal terreno a da parte di un collega di Yohannes Haile-Selassie a Woranso-Mille, una cinquantina di chilometri da Hadar, il luogo del ritrovamento di Lucy. Nei quattro anni successivi sono stati ritrovati le scapole, le costole e le vertebre del collo, il bacino un braccio e le gambe. Anche se mancano i denti e il teschio (che servono normalmente per identificare la specie) gli esperti concordano che Kadanuumuu appartenga effettivamente alla specie Australopithecus afarensis.
Per la storia raccontata dallo scopritore in persona si può vedere l’intervista video sul sito della National Science Foundation americana che ha finanziato la ricerca.