Pubblicata la settima edizione dell’Annuario Scienza e Società che presenta un quadro della percezione della scienza da parte degli italiani. Risulta che nel 2010 siamo un po’ più ignoranti dell’anno precedente, un po’ più tecnologici e pensiamo che la scienza sia una minaccia per i valori fondamentali.
NOTIZIE – Per quanto riguarda la tecnologia, sono ovviamente i più giovani, i ragazzi tra i 16 e i 24 anni a trainare gli italiani verso le nuove tecnologie che in generale giudicano molto positivamente. Rimangono ancora delle preoccupazioni riguardanti l’impatto di cellulari e reti wireless sulla salute e per le possibilità di controllo della privacy. Dai dati emerge anche che una quota consistente di cittadini rimane completamene esclusa. Per esempio solo il 39,5% di italiani possiede e usa un computer, percentuale che scende al 22,6% tra i meno istruiti, e solo il 39% delle famiglie ha accesso a internet.
In particolare, quattro italiani su dieci (39,1%) sono tecnoesclusi: non possiedono alcun dispositivo tecnologico a eccezione del telefono cellulare; di fronte a un nuovo oggetto tecnologico devono chiedere aiuto ad altri; non navigano in rete; esprimono preoccupazione per potenziali implicazioni negative di queste tecnologie e giudizi che non di rado rasentano la tecnofobia. Un italiano su quattro (26,6%) si caratterizza d’altra parte come tecnofilo professionale: possiede e utilizza un certo numero di tecnologie digitali, ma soprattutto per esigenze di lavoro.
La percezione del ruolo della scienza nella società è il tema che fa più riflettere. È un argomento che da alcuni anni è ai primi posti dell’agenda politica dell’Europa ed è al centro di ricerche internazionali molto ampie. Viviamo infatti in una società in cui la scienza pervade la nostra vita, e dove le principali questioni, su cui la società di oggi e di domani deve decidere, sono ad alto tasso di scientificità: dalla gestione delle risorse energetiche e dell’ambiente alla prevenzione e cura delle malattie, dalla fecondazione artificiale alla protezione dai disastri naturali ecc. Per creare una consapevolezza diffusa del valore della ricerca, e ottenere fiducia e appoggio dall’opinione pubblica, non basta fornire a tutti i cittadini un bagaglio di conoscenze scientifiche, sebbene questo sia un elemento imprescindibile. Bisogna da un lato fornire gli strumenti per una piena cittadinanza scientifica, e dall’altro essere pronti ad ascoltare aspettative, dubbi, paure, emozioni, punti di vista diversi. Ecco che studi come quello raccolto nell’Annuario Scienza e Società diventano degli strumenti utili per capire come stanno le cose nel nostro Paese.
In generale gli italiani hanno fiducia nella scienza e negli scienziati: il 68,3% pensa che i benefici della scienza siano maggiori dei possibili effetti negativi. Molti però sono convinti che la scienza e la tecnologia modifichino troppo velocemente i nostri modi di vivere (79,3% rispetto al 69,3% del 2009) e che siano responsabili della maggior parte dei problemi ambientali (63,7% rispetto al 50,9% del 2009).
Ma il dato che più balza agli occhi per la differenza con i risultati dello scorso anno riguarda la convinzione che la scienza minacci i valori fondamentali come la vita umana e la famiglia, affermazione che mette d’accordo quasi la metà degli italiani: il 49,8% rispetto al 32,4% del 2009, dato che mi pareva già molto elevato! D’altra parte più della metà (55,5%) è convinta che la religione limiti troppo la libertà degli scienziati e che solo la scienza possa dirci la verità sull’uomo e sul suo posto nella natura (64,5%, circa il 5% superiore rispetto al 2009).
E le donne? C’è ancora il 22% di italiani che pensa che le donne siano meno portate degli uomini per le materie scientifiche, contemporaneamente c’è una forte percezione che l’ambiente scientifico sia dominato dai maschi (57,7%), e di questo si rendono conto soprattutto le donne (64%), e che gli impegni famigliari spesso impediscono a una donna di intraprendere una carriera scientifica (69,7%)… non emerge però da queste percentuali un giudizio su queste affermazioni. Si constata che è effettivamente così — il mondo scientifico è dominato dai maschi e le donne trovano molti più ostacoli — ma non si sa se gli italiani pensino che questa situazione debba cambiare o che sia giusto così, che si agiusto cioè che le donne continuino a occuparsi di più della casa e dei bambini.
Altre sezioni sono dedicate alla presenza della scienza nei media, ai giovani e gli studi universitari e, infine, alle culture del cibo in Italia.
Tutto il rapporto è pubblicato nel libro Annuario Scienza e Società 2011, edito dal Mulino, mentre alcuni estratti sono disponibili sul sito di Observa.