CRONACA

Una mappa dettagliata del cervello umano

NOTIZIE – Sono stati necessari quattro anni di lavoro per produrre una mappa accurata del cervello umano. Non un semplice atlante (neppure tanto semplice se pensiamo alle immagini del famoso Netter, l’atlante di anatomia umana su cui hanno studiato centinaia di studenti) ma una mappa completa, in grado di integrare sia informazioni anatomiche sia genomiche.

Questo è il risultato che da oggi è gratuitamente a disposizione della comunità scientifica grazie all’Allen Institute for Brain Science di Seattle. L’annuncio arriva cinque anni dopo la pubblicazione di un altro importante atlante, quello del cervello del topo, realizzato appunto nel 2006 dallo stesso istituto.

L’Allen Human Brain Atlas ha da oggi nuove informazioni e permette, grazie al Brain Explorer 2 la visualizzazione tridimensionale del cervello umano, identificando le aree di espressione dei singoli geni. I ricercatori hanno analizzato il cervello di due diversi individui, confrontando le differenze di struttura e espressione genica delle singole aree cerebrali.

Secondo i dati diffusi dall’istituto, i risultati ottenuti rivelano una somiglianza del 94% per cento tra i due cervelli umani. Inoltre, l’analisi dei dati (effettuata all’interno dei laboratori dell’Allen Institute for Brain Science) indica che almeno l’82% di tutti i geni umani sono espressi nel cervello, mettendo in evidenza l’enorme complessità di quest’organo, e fornendo anche uno schema essenziale per comprenderne meglio le funzionalità e aiutare la ricerca nelle malattie neurologiche.

Nell’atlante vengono integrate analisi effettuate con la risonanza magnetica (MRI), l’istologia e i dati di espressione genica ottenuti sia con i microarray sia con la tecnica dell’ibridazione in situ (ISH).

E non manca la par condicio. I primi due cervelli analizzati provenivano da donatori maschi, e oggi i laboratori stanno analizzando il cervello di una donna, come ha spiegato Allan Jones, amministratore delegato dell’istituto in un’intervista rilasciata al Wall Street Journal.

Nell’annuncio ufficiale Jones afferma inoltre: “Capire come i geni vengono utilizzati nel nostro cervello aiuterà gli scienziati e la comunità medica a comprendere meglio i meccanismi e scoprire nuovi trattamenti per i diversi tipi di patologie del cervello, dalle malattie mentali alla tossicodipendenza, al morbo di Alzheimer e di Parkinson, alla sclerosi multipla all’autismo”.

Il prossimo passo è ora di ampliare il numero di campioni (otto entro la fine del prossimo anno) per migliorare la risoluzione, la qualità e l’attendibilità statistica dei dati.

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