CRONACA – Una cosa è certa: se davvero successivi esperimenti confermeranno i risultati raccolti da OPERA al Gran Sasso, speriamo ci si dimentichi in fretta che in Italia la notizia è arrivata alla stampa generalista grazie a una telefonata del fisico Antonino Zichichi agli amici de Il Giornale, che in una divertente intervista tra Galileo, dimensioni ed epistemologia spicciola di fatto ha rotto unilateralmente l’embargo in maniera a dir poco imbarazzante.
Comunque la conferma del teaser di Zichichi è giunta a poche ore di distanza, la Reuters pubblica (sempre in violazione dell’embargo) un’intervista rilasciata (in buona fede) da Antonio Ereditato, che però si esprime nei toni più prudenti che ci si aspetterebbe anche (e soprattutto) di fronte alle grandi scoperte.
Per tre anni i fisici che lavorano a OPERA (Oscillation Project with Emulsion-tRacking Apparatus), un imponente esperimento che analizza i neutrini “sparati” da SPS (Super Proton Synchrotron) al CERN hanno raccolto dati e oggi, con un paper su ArXiv (ricordiamo che si tratta di una preprint non ancora sottoposta a peer-review), comunicano ufficialmente i risultati delle loro analisi: OPERA ha identificato dei neutrini superluminali, cioè pare che abbiano percorso i 730 chilometri che separano il laboratorio del Gran Sasso dal CERN in anticipo di 60 nanosecondi rispetto a quanto prevedibile dalle leggi fisiche.
(N.B.: vale la pena specificare che tutto questo non ha niente a che spartire col rilevatore di neutrini “mutanti” all’inizio del film 2012, quelli in grado di far bollire l’interno della Terra: i neutrini sono difficili da studiare proprio perché interagiscono debolmente con la materia. In questo momento siete attraversati da miliardi di neutrini).
Ereditato è chiaro: il fatto che il risultato sia sorprendente è una ragione in più perché sia verificato indipendentemente da altri laboratori, ma dopo tre anni di lavoro i risultati sono abbastanza significativi da condividerli con il resto della comunità scientifica. Per ora questa accompagna a un cauto scetticismo una comprensibile fibrillazione: mai, prima d’ora, è stato osservato qualcosa di simile.
Dobbiamo dimenticarci di Einstein e delle sue teorie? A leggere oggi alcuni titoli si direbbe proprio di sì, in realtà le cose sono un po’ diverse e, ammesso che i risultati siano confermati, la fisica di Einstein è ancora valida. Quando il vostro navigatore GPS vi pianterà in asso, allora potremo dire che la relatività è morta e sepolta, ma al momento una conferma dei risultati ci direbbe “solamente” che i neutrini non sono, con questa, adeguatamente descritti.
Non è, questa, cosa da poco. Come detto all’avvicinarsi della conferenza stampa prevista per questo pomeriggio al CERN (qui la diretta in webcast a partire dalle 16.00) la tensione è altissima tra i fisici e anche i telefoni dell’INFN stanno letteralmente fondendo.
Forse tutta la faccenda si può riassumere con la vignetta di XKCD all’inizio del post (clicca per ingrandire) e sorge un sospetto: l’autore, Randall Munroe, conoscerà Zichichi e Il Giornale?