CRONACA – CRONACA -È ancora in costruzione, ma è già diventato il più grande, costoso e complesso osservatorio astronomico al mondo. Inaugurato ufficialmente una settimana fa, a 5.000 metri di altitudine sull’altopiano di Chajnantor in Cile, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) ha dato il via alle prime osservazioni mettendo in funzione circa un terzo delle 66 antenne paraboliche previste dal progetto. Per ora le 19 parabole, dal diametro di 7 e 12 metri, sono separate al massimo da una distanza di 125 metri l’una dall’altra, ma quando saranno tutte posizionate tale distanza potrà raggiungere i 16 chilometri, come è possibile vedere nell’infografica interattiva realizzata dal Guardian.
Come funziona ALMA? Tutti i ricevitori sono collegati tra loro, come un unico grande telescopio. I dati raccolti da ognuna delle antenne sono quindi combinati in un’unica immagine da uno dei computer più veloci al mondo, in grado di eseguire 17 biliardi di operazioni al secondo. Ma la particolarità di ALMA, come dice la lettera “M” che indica le onde millimetriche/submillimetriche, sta nella sua capacità di osservare il cosmo in quella parte dello spettro magnetico con lunghezze d’onda molto più ampie rispetto a quelle della luce visibile. In questo modo può osservare l’universo in una “luce particolare”, permettendo agli astronomi di studiare sia gli oggetti celesti molto freddi, come le dense nubi cosmiche di polvere e gas da cui si formano stelle e pianeti, sia i corpi celesti lontanissimi da noi dell’Universo primordiale.
Con la prima immagina trasmessa – una coppia di galassie a spirale dette “Le Antenne” – ALMA ha sicuramente confermato le sue potenzialità, superando positivamente il periodo di collaudo. Gli scatti che hanno catturato la collisione tra le due galassie hanno mostrato qualcosa che non si vede con gli occhi (la luce visibile, infatti, ci mostra solo le stelle): le nubi di gas freddo e denso da cui si formano le nuove stelle.
Ora ALMA è pronto per una serie di osservazioni dell’universo: nei prossimi nove mesi circa cento progetti scientifici di “Early Science” sfrutteranno le potenzialità dell’osservatorio. Un numero elevato, eppure è solo un nono dei progetti presentati da gruppi di ricerca di tutto il mondo. Un record assoluto per un telescopio.
Entro il 2013 ALMA con le sue 66 antenne occuperà una superficie di oltre 7 mila metri quadrati. Man mano che l’osservatorio crescerà, la nitidezza, l’efficienza e la qualità delle osservazioni aumenteranno notevolmente. Il nuovo radiotelescopio potrà così svelare particolari dell’Universo non visibili con i tradizionali telescopi ottici o infrarossi.
Nel progetto, frutto di una collaborazione internazionale tra l’Europa, il Nord America e il Giappone, anche l’Italia gioca un ruolo fondamentale. Tra gli enti affiliati a ALMA ci sono, infatti, il centro di Radioastronomia dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’azienda Thales Alenia Space, che è a capo del consorzio composto da Francia, Italia e Germania per la realizzazione di 25 antenne.