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Carnevale della Biodiversità VI – Parenti serpenti


Con grande piacere Oggi Scienza ospita il IV e ultimo (per quest’anno, non temete) Carnevale della Biodiversità. Il tema scelto dal Comitato questa volta, forse ispirato, visto il periodo Natalizio, dal film del 1992 di Monicelli è stato Parenti serpenti.

Il tema si poteva leggere in diverse maniere, c’è chi ha voluto parlare dei serpenti nel senso di ofidi, chi ha colto invece lo spirito del film di Monicelli e ha parlato dell’importanza delle parentele, e chi invece è riuscito a fondere i due temi assieme.

Il carro di Chris Sorrentino di Natura e Matematica è particolarmente indicato alle persone affette da ofidiofibia: ritraetevi pure inorriditi dalle teche dei rettilari, ma sappiate che quei “pazzi” che decidono addirittura di studiare i serpenti a volte scoprono che i nostri parenti (un po’ alla lontana) senza zampe possono addirittura far progredire la ricerca medica…

Sempre carico di squamati è il carro di Marco Fornataro di Biosproject che ci parla del comportamento predatorio del serpente marino Erpeton tentaculatus: sembra proprio che, dopotutto, la Bibbia non abbia tutti i torti a identificare il serpente come un tentatore, visto che i pesci di cui si nutre questo animale vanno incontro alla loro sorte con l’inganno.

A proposito di Bibbia, Livio Leoni di Mahengechromis parafrasa il libro sacro e ci descrive quello che potrebbe essere il vostro codice di condotta riproduttiva se foste il ciclide Neolamprologus pulcher, endemico del lago Tanganica, a partire dai Comandamenti: “Non spargerai il tuo seme nel territorio del padre. Non deporrai uova. Non ti nutrirai dei fratelli e delle sorelle e li proteggerai anche a costo della vita. Ti sottometterai ai genitori e ai superiori. Tu vivi grazie alla colonia e per la colonia. Non avrai altro che la colonia dato che essa è il tuo bene e la tua vita.”

Qualcuno ha detto colonie? Marco Ferrari di Leucophaea sceglie appunto uno dei problemi centrali della biologia evolutiva: l’altruismo. Le colonie degli insetti detti eusociali sono la quintessenza dell’altruismo: intere caste formate da centinaia di individui sono sottomesse alla sopravvivenza di pochissimi: com’è possibile? Come recita il titolo dell’articolo di Marco è “Un affare di famiglia”: essendo tutti gli individui della colonia imparentati, una formica operaia, anche se non può riprodursi, con il suo lavoro contribuisce comunque alla diffusione dei suoi geni. Ma basta davvero la famiglia e possiamo estendere il principio della selezione di parentela anche a tutti gli altri casi di altruismo, o dobbiamo dare ascolto agli eretici come Edward O. Wilson e prendere in considerazione la selezione di gruppo?

Anche Maurizio Casiraghi di Continuo Proceso de Cambio ci parla di insetti, ma in questo caso l’argomento è il parassitismo riproduttivo dei batteri del genere Wolbachia. Questo organismo manipola con diverse strategie la riproduzione di molte specie di insetti in modo da potersi diffondere nella popolazione. Per farlo, Wolbachia interviene selettivamente e a vari livelli nei rapporti tra i sessi: più serpenti di così si muore (ed è quello che spesso accade ai maschi quando c’è di mezzo Wolbachia).

Sempre sul parassitismo riproduttivo è il carro di Patrizia Martellini di Evolve or Die, e ci parla di uno dei casi più famosi, quello dei Cuculidi. Anche Darwin (naturalmente) conosceva il fenomeno, e lo descrisse in particolare per il genere americano Molothrus ne L’ Origine delle Specie. Nel mondo dei Passeriformi, a causa dei Cuculidi, si può certo dire che “con la mafia bisogna convivere”…

E i Primati? In quanto a “crudeltà” sembra proprio non abbiano nulla a che invidiare ai perfidi cuculi. Ce lo racconta Lisa Signorile di L’ Orologiaio Miope: non solo infanticidio e cannibalismo sono ben rapresentati anche nel nostro Ordine all’interno dei Mammiferi, ma nella nostra stessa specie l’evoluzione di quelli che ora consideriamo tabù culturali  è particolarmente recente, e ancora oggi esistono delle eccezioni.

Per Oggi Scienza Sylvie Coyaud (aka Oca sapiensfonde le due interpretazioni del tema. Anche alcuni serpenti, se messi alla prova dalle circostanze, sono capaci di partenogenesi (cioè una forma di riproduzione che non richiede l’intervento del maschio, ben conosciuta anche dal Wolbachia di cui sopra). In verità vi diciamo che tra tutti i vertebrati l’unica classe della quale non sia hanno notizie di immacolate concezioni è quella dei mammiferi…

Chiude la sfilata Andrea Mangoni di Oryctes che declina il tema in modo decisamente originale: ecco una delle tante storie di animali che si litigano lo stesso nome. Lo sapevate che, una volta, le galline “Padovane” erano due? E che la loro battaglia coinvolge anche i nostri parenti francofoni?  Scrive Andrea: “Si tratta della storia di due lontane parenti, che si rincorrono da secoli rubandosi primogeniture, nomi e patrimonio genetico: sono la Gallina di Polverara e la Gallina Padovana a Gran Ciuffo.”

Buon Carnevale a tutti, e arrivederci all’anno prossimo!

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac