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SPORT

Anche gli sci diventano “smart”

SPORT - Molti di noi probabilmente hanno montato sul manubrio della propria bici un contachilometri digitale che, si sia o meno degli agonisti, ci permette di valutare un po' i nostri progressi e le prestazioni del nostro mezzo. vLink, inventato dall'ex-ingegnere della Hewlett Packard Richard Kirby, fa la stessa cosa per gli sci, anche se la tecnologia utilizzata è un po' più raffinata. Il dispositivo si monta sul dorso degli sci. Un sensore ottico, simile a quello dei mouse, registra durante la discesa la posizione dello sci, cioè rileva rollio, beccheggio e imbardata (oltre alla velocità).

La mappa globale delle interazioni scientifiche

NOTIZIE - L’immagine qui sopra è stata computata da Olivier H. Beauchesne per la compagnia Science-Metric (che si occupa d “ontologia della Scienza), e rappresenta la mappa globale delle collaborazioni scientifiche I dati si basano su un’enorme database di pubblicazioni scientifiche fra il 2005 e il 200 basandosi sulla lista degli autori e la loro affiliazione. Qui trovate una versione ad altissima risoluzione zoommabile .

Brevi e di poco contenuto

NOTIZIE - Fino ad oggi l’ipotesi più accreditata era che la lunghezza delle parole in una lingua dipendesse dalla frequenza d’uso: più una parola è comunemente utilizzata più breve essa è (legge di Zipf – in onore di George Kingsley Zipf, linguista della Harvard Università che l’ha enunciata nel 1953). Un nuovo lavoro a breve pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS) propone un’ipotesi alternativa: la lunghezza delle parole è correlata alla quantità di informazione che la parola veicola. Steven Piantadosi, e colleghi al Massachusetts Institute of Technology (MIT) hanno messo alla prova l’ipotesi di Zipf, monitorando l’uso delle parole in 11 lingue europee. Gli scienziati hanno analizzato testi in forma digitale, e stimato la probabilità di una data parola di apparire dopo un’altra specifica parola (o una specifica sequenza di parole). L’assunzione di Piantadosi era che più una parola è prevedibile (dopo un’altra) meno informazione questa parola è in grado di offrire. Secondo la teoria dell’informazione il contenuto informativo è proporzionale al logaritmo negativo della probabilità che una parola venga usata.

La matematica? Può servire per l’integrazione (parte I)

(Pubblichiamo in due parti l'intervista di Roberto Cantoni a Giovanni Nicosia, esperto di etnomatematica) CULTURA - "Ovvio", penserà una buona parte dei lettori leggendo il titolo. Quasi tutti coloro che abbiano frequentato una scuola superiore avranno infatti incontrato nella loro vita almeno un integrale. Ma l'integrazione di cui si parla qui non è quella dell'analisi matematica. Ci riferiamo invece a un'altra integrazione, quella culturale. Le classi delle scuole italiane diventano sempre più multiculturali: in alcune zone d'Italia si è raggiunta una percentuale di tutto rispetto di studenti provenienti da famiglie di culture diverse da quelle italiane. Variando la cultura di provenienza degli alunni, varia anche il loro modo di comprendere: a ogni paese possono corrispondere una miriade di retroterra differenti (si pensi anche soltanto alla quantità di gruppi etnici presenti in India). Cambiano quindi le concezioni di studio e di scuola che gli studenti ereditano dalle famiglie; cambiano soprattutto le lingue. Ma non solo: anche materie considerate tradizionalmente "universali", come la matematica, variano da un luogo all'altro. Lo scienziato strabuzza gli occhi e si chiede come sia possibile: lo abbiamo chiesto a Giovanni Nicosia, insegnante di superiori, collaboratore del Gruppo di ricerca e sperimentazione in didattica e divulgazione della matematica (Rsddm) e del Gruppo di studio internazionale di etnomatematica (Isgem). Nicosia ha pubblicato recentemente due libri, Alla scoperta delle culture matematiche nell'epoca della globalizzazione nel 2008, e Cinesi, scuola e matematica nel 2010, che affrontano proprio il tema del multiculturalismo in matematica.

La piattaforma che metterà in ginocchio le balene grigie

AMBIENTE - È di ieri la notizia che una balenottera comune (Balaenoptera physalus) si è spiaggiata lungo le coste della Versilia, in pieno Santuario dei Cetacei. Sarà possibile conoscere le cause della morte una volta che verrà effettuata l’autopsia. Dalle foto apparse sui quotidiani nazionali è possibile al momento stabilire che si tratta di un maschio adulto. Ma altre balene, per noi meno familiari della balenottera comune che vive in Mediterraneo, rischiano di veder alterato il loro habitat definitivamente. E quindi di vedere compromesse le loro possibilità di sopravvivenza. La Sakhalin Energy Investment Company ha annunciato un piano per la realizzazione di una piattaforma petrolifera off-shore in una zona considerata di cruciale importanza per la popolazione nord-pacifica della balena grigia (Eschrichtius robustus) di cui rimangono solo 130 esemplari.

Il Tirannosauro era un cacciatore. Punto.

Da quasi un secolo tra in paleontologia è in corso una disputa che a volte assume i contorni di una guerra: il Tirannosauro era un cacciatore o si nutriva di carogne? Ora, forse, uno dei due eserciti dovrà arrendersi.
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Fermo là, tumore!

SALUTE - Si chiama WWP2 ed è un gene che si trova all’interno delle cellule. Attacca e distrugge un inibitore naturale in grado di frenare il propagarsi del tumore. Secondo i ricercatori della University of East Anglia basterebbe bloccarlo per impedire la diffusione del tumore in punti lontani dal primo organo attaccato. Infatti, il tumore primitivo si diffonde nell’organismo tramite un processo che prende il nome di metastasi. Le cellule tumorali si staccano dalla massa iniziale, penetrano nei vasi sanguigni e linfatici e riescono a stabilirsi anche in tessuti molto lontani da quelli d’origine.

Piccoli robot crescono

Insegnare a un robot a muoversi non è un compito facile e più il robot è complesso, più l’impresa è ardua. Ancora una volta gli ingegneri hanno chiesto aiuto alla biologia.
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