LA VOCE DEL MASTER – Le ricadute di cancro alla prostata dopo la radioterapia si associano ad una brusca diminuzione di ossigeno nella massa tumorale stessa, e questo potrebbe fornire un supporto efficace nella scelta dei trattamenti successivi.
In particolare è stato dimostrato che l’ipossía, cioè la ridotta disponibilità di ossigeno, nelle cellule della massa tumorale di carcinoma prostatico influisce negativamente sulla riuscita della radioterapia e rende più probabili i fenomeni di recidiva. Da qui l’ipotesi di associare in futuro alla radioterapia un trattamento mirato verso l’ipossìa stessa, al fine di garantire la cessazione definitiva della proliferazione tumorale e aumentare la probabilità di sopravvivenza.
Lo dicono i risultati di un ampio studio clinico condotto da Michael Milosevic del Princess Margaret Hospital di Toronto in collaborazione con il Dipartimento di radio-oncologia della Toronto University, appena pubblicato su Clinical Cancer Research. Si tratta del più consistente studio clinico con misure dirette dei livelli di ossigeno nel sito tumorale nell’ambito del cancro alla prostata: sono stati presi in esame 247 pazienti colpiti da adenocarcinoma prostatico durante un follow-up di circa sei anni e mezzo.
Rimane molto da fare prima di poter passare dall’osservazione all’azione, ma attraverso questa indagine è stata identificata per la prima volta la connessione tra ipossìa e ricomparsa del tumore dopo la radioterapia, un aspetto che si inserisce nel panorama più ampio riguardante la comprensione dei fenomeni biologici responsabili di uno dei tumori maligni più aggressivi e più diffusi nella popolazione maschile in Italia.
Crediti immagine: Ken_Mayer