LA VOCE DEL MASTER – I week end all’insegna del “colorito perfetto” sono alle porte e anche se richiamare all’uso della protezione solare può suonarvi banale, non lo è per niente. Esporsi in modo irresponsabile al sole aumenta davvero la probabilità del verificarsi degli errori al DNA che sono all’origine dei tumori della pelle: non è uno slogan per vendere l’ennesima crema protettiva, bensì l’ultimo passo della ricerca sul melanoma, pubblicato qualche giorno fa su Nature.
Il team di scienziati coinvolti, guidati dal Dana-Farber Cancer Institute di Boston e dal Broad Institute of Harvard and MIT ha individuato infatti alcune mutazioni responsabili dell’insorgenza di questa patologia e dimostrato che queste sono più frequenti nel caso di prolungate esposizioni a raggi UV come quelli solari. Questo risultato è stato possibile attraverso il sequenziamento del genoma di 25 tipi diversi di melanoma umano, che ha consentito di evidenziare per la prima volta quali geni erano mutati rispetto alle cellule sane.
Mentre gli studi genetici precedenti su questo tumore erano focalizzati sugli esoni, le parti di genoma che portano alle proteine della cellula, questa analisi riesce invece a dare una visione dell’intera sequenza di DNA. È questo il suo effettivo contributo alla comprensione dei meccanismi biologici alla base dell’insorgenza del melanoma, fondamentali per lo sviluppo strategico di nuove terapie.
A livello mondiale, gli studi epidemiologici sul melanoma cutaneo parlano di un raddoppio dell’incidenza di melanoma negli ultimi 10 anni. In Italia ci sono circa 7000 nuovi casi all’anno, con un tasso di mortalità medio di 5-6 persone su 100.000. La città con mortalità più elevata nel territorio nazionale è Trieste, con più di 10 decessi l’anno ogni 100.000 abitanti (dati: EpiCentro).
È il caso di rifletterci e di insistere con la prevenzione. Qualcuno vuole tradurre in italiano questo video?
Crediti immagine: Alice Pace (flickr)