RICERCA – Sebbene la stragrande maggioranza dei vertebrati adotti una riproduzione sessuale, per alcune specie la riproduzione asessuata è la norma: sono note infatti circa 80 specie partenogenetiche (prevalentemente pesci e sauropsidi), composte esclusivamente da individui di sesso femminile che nascono da uova non fecondate.
Negli ultimi anni, però, in zoo e acquari di tutto il mondo si sono succeduti eventi di partenogenesi in specie a riproduzione bisessuale, in particolare pesci (squali) e rettili (boa, varani): questo fenomeno, chiamato partenogenesi facoltativa, si ritiene essersi evoluto in risposta alla prolungata assenza di un partner riproduttivo. Piuttosto che non riprodursi, quindi, in alcune specie si verifica la schiusa di uova vergini e la nascita di individui cloni (o quasi) della madre. Date queste premesse, l’occorrenza di questa strategia riproduttiva alternativa in natura sembrava un fatto inevitabile, ma fino ad oggi non era ancora stato osservato.
Un breve studio pubblicato sulla rivista Biology Letters ha finalmente documentato per la prima volta la partenogenesi facoltativa in specie bisessuali in natura: si tratta di due specie di vipere nordamericane, strettamente imparentate tra loro, la vipera testa di rame (Agkistrodon contortrix) e il mocassino acquatico (Agkistrodon piscivorus). Lo studio si è basato su analisi genetiche (in particolare sui microsatelliti) e ha dimostrato che le nidiate di alcune femmine delle due specie non avevano avuto alcun contributo maschile ed erano dunque il frutto di riproduzione asessuale.
Più che una rara curiosità naturale, concludono i ricercatori, la partenogenesi facoltativa potrebbe essere una strategia riproduttiva molto più diffusa di quanto si ritenesse finora, almeno tra i sauropsidi. Inoltre, date le caratteristiche demografiche della popolazione in cui sono state documentate le femmine partenogenetiche, sembra improbabile che l’occorrenza di questa strategia riproduttiva sia legata all’assenza di potenziali partner (la presenza di maschi è infatti ben documentata nell’area di studio). Non solo l’isolamento delle femmine spiega questo fenomeno, e solo futuri studi potranno svelare questo nuovo mistero naturale.
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