IL PARCO DELLE BUFALE

Nelle migliori famiglie

IL PARCO DELLE BUFALE – La custode non sa se rallegrarsi di un’analisi degli articoli scientifici ritrattati per “misconduct”, appena uscita sui PNAS. In compenso sa di aver promesso a colleghi incontrati al blogfest di Riva del Garda di ripetere spesso il link all’elenco degli editori predoni.

Reduce da un articolo sulla manioca transgenica più ricca di nutrienti che di composti cianogenici (tossici) ritrattato per “dati mancanti”, la custode ha digerito male la ricerca di Ferric Fang, Arturo Casadevall e Grant Steen. Nel 2011 l’ultimo autore si era fidato del testo delle ritrattrazioni uscite sulle riviste e aveva calcolato che su 742, il 73,5% delle retrazioni era dovuto a errori. Parevano commessi in buona fede, come succede a tutti.

Questa volta i tre hanno trovato in PubMed 2.047  ritrattazioni uscite dal 1977 in poi. Le hanno confrontate con quelle pubblicate altrove, per esempio dall’Ufficio statunitense per l’integrità della ricerca o da Retraction Watch, e la statistica si è ribaltata:

il 67,4% è attribuibile a misconduct (“disonestà” potrebbe andare? ndt), compresa frode o sospetta frode (43,4%), pubblicazione duplicata (14,2%) e plagio (9,8%)

Non sono del tutto onesti nemmeno i redattori delle riviste:

Annunci incompleti, non informativi o ingannevoli di ritrattazione hanno portato alla precedente sottovalutazione della frode nell’attuale epidemia di ritrattazioni. Dal 1975, la percentuale degli articoli ritrattati per frode è aumentata di ∼10 volte.

(Dettagli e tabelle gratis nei “Supplementary Materials“)  Su milioni di articoli usciti dal 1977, 2.067 ritrattazioni sembrano poche. Ma ormai ne escono quasi ogni giorno.

L’anno scorso Fang e Casadevall avevano pubblicato su Infections and Immunity una classifica delle riviste più colpite dall’epidemia. Bisogna piangere perché ci sono quelle con il fattore d’impatto più alto, per accedere alle quali si compiono più disonestà? O gioire perché tengono alla propria reputazione e quindi sono più spietate con i disonesti?

Science è infelice di essere nelle prime posizioni, Nature che sta parecchio sotto vede il bicchiere mezzo pieno e la custode ha appena prosciugato il proprio.

Crowdsourcing

Nella classifica non figurano le riviste in open access degli editori predoni, non ritrattano nulla. Eppure sarebbe interessante sapere quali paesi partecipano di più al racket con direttori, redattori, membri del comitato scientifico o editoriale. Servirebbe uno scavo immane che la custode non riuscirebbe a fare da sola. E se ci si dividesse il lavoro? Gli editori si trovano qui.

E servirebbero volontari anche per tradurre la voce misconduct di Wikipedia…

Tabella di Fang et al., PNAS, 2 ottobre 2012

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