NOTIZIE – Non c’è solo la fusione fredda nella vita. Sulla fissione calda è uscito il rapporto sulla sicurezza delle centrali nucleari chiesto dalla Commissione europea dopo i danni causati alla centrale giapponese dai terremoti e dallo tsunami del marzo 2011.
In Italia di centrali in funzione non ce ne sono, ma qualcuna appena oltre frontiera sì e il rapporto merita un’occhiata. La prima parte descrive in generale le condizioni delle 58 centrali nucleari in 15 paesi dell’Unione Europea, più Svizzera e Lituania:
praticamente tutti le centrali devono migliorare la sicurezza in quanto sono state identificate centinaia di misure tecniche da apportare.
Parecchie erano state identificate ben prima del 2011 (link redazionali):
A seguito degli incidenti di Three Mile Island e Cernobyl, sono state concordate misure globali per proteggere le centrali nucleari. Ma gli stress test hanno tuttavia dimostrato che l’applicazione di quelle misure è rimasta in sospeso.
Nell’insieme ci sono stati guasti e guai senza conseguenze gravi, ma gli esperti scelti dalla Commissione non pensano che sia una garanzia per il futuro. Al contrario, potrebbe generare un “compiacimento” ingiustificato. In una seconda parte, più tecnica, hanno compilato per ogni paese un elenco di lavori urgenti. Spesso manca una sala di controllo di “backup”, per esempio, o generatori diesel d’emergenza mobili o sistemi di raffreddamento alternativi a quelli esistenti ecc.
Sono da aggiornare le valutazioni dei rischi, dagli attacchi terroristici alle catastrofi naturali come terremoti, maremoti, alluvioni e altri “eventi meteo estremi”. E nonostante accordi e convenzioni firmate da tutti i paesi, le linee guida per la “gestione degli incidenti gravi” non sono state rispettate. Questa volta, la Commissione dovrà stabilire una data ultima entro la quale applicarle. Probabilmente fine 2014, salvo pressioni dell’industria nucleare…
In Giappone, nel frattempo
Secondo il quotidiano Ashahi Shimbun, il governo non sembra aver imparato molto:
L’associazione “Cittadini e scienziati preoccupati dall’esposizione interna alle radiazioni” ha dichiarato il 5 ottobre che le sue misure dei livelli atmosferici erano in media dal 10 al 30% superiori a quelle del ministero e che in certe zone la divergenza era addirittura maggiore.
L’associazione, sul modello di quella creata da studenti e docenti universitari a fine marzo 2011, è nata dopo che nel luglio 2011 il governo locale aveva assunto come consulente il prof. Sunichi Yamashita dell’ università di Nagasaki. Pare credibile e creduto all’incirca quanto il prof. Battaglia.
Foto: Fukushima-Daiichi, reattore 4, foto Tepco