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L’evoluzione è prevedibile? Forse sì, almeno in alcuni casi

RONACA - Il compianto evoluzionista Stephen Jay Gould non smetteva mai di ripetere che, riavvolgendo il film della vita e facendolo ripartire, vedremmo sempre una storia diversa. Un'efficace metafora per esprimere l'imprevedibilità dell'evoluzione, un processo guidato dal caso o, più propriamente, dalle contingenze. A tal punto che la scienza che studia l'evoluzione è considerata una "scienza storica", dal momento che punta soprattutto a descrivere fenomeni del passato e a ricostruirne le cause. Come scienza storica, utilizza spiegazioni di tipo storico, che si basano sul fatto che, data una catena causale di eventi, l'ultimo di essi non si sarebbe verificato se una qualsiasi delle fasi precedenti non avesse avuto luogo o fosse stata anche leggermente differente.
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LIBRI – Piccolo libro delle curiosità sul mondo

LIBRI - La geografia che non si studia a scuola Lo sapete che Napoli si trova più a est di Trieste e che Roma è più a est di Venezia? Qual'è il luogo più caldo al mondo? In Russia come si chiamano le montagne russe? Sono alcune delle curiosità che troviamo in “Piccolo libro delle curiosità sul mondo”, edito Sironi, una raccolta di storie che raccontano la “geografia che non si studia a scuola.” “Nel mio libro – spiega l'autore - la geografia è spesso un pretesto o poco più, un filo rosso che unisce i capitoli ma non è sempre il loro argomento. I singoli temi li ho scelti fra una rosa molto più ampia: gli spunti che in tanti anni avevano colpito la mia 'immaginazione geografica'”

Alimenti…tecnologici !

CRONACA - Ricerca e tecnologia sono ampiamente utilizzate per il sostegno della produzione agricola; parallelamente - da quando la nostra capacità di identificare “cose commestibili” è messa ripetutamente in crisi dalle alterazioni impercettibili alla vista e al gusto ma dotate di cospicue conseguenze sulla salute (qui un esempio) – sono in crescita le applicazioni per il controllo e il miglioramento della qualità dei cibi che giungono sulle nostre tavole. Ne è un eclatante esempio questo video realizzato presso l'AREA Science Park di Trieste nel quale si tracciano le attività di ricerca e sviluppo dedicate a questi temi: dall’applicazione dell’ingegneria genetica per caratterizzare i batteri simbionti selvatici delle piante di riso, ai kit per rilevare tracce di antibiotici o tossine nei prodotti alimentari di uso comune (ad es. nel miele o nel latte fresco), all’utilizzo del laboratorio d luce di Sincrotrone Elettra per analizzare le strutture dei cibi o per localizzare metalli pesanti nell’ambiente. Non manca un accenno allo studio della chimica e del profilo aromatico del caffè attraverso percorsi interdisciplinari nei campi della fisica, chimica e psicologia e, sempre in ambito multidisciplianre, al progetto Marco Polo, da poco presentato al Salone del Gusto di Torino.

Gli strumenti di Figaro

CRONACA - Un pappagallo dal canto per nulla rossiniano si rivela dotato di un talento per l'innovazione tecnologica finora osservato soltanto nei corvidi e in alcune ghiandaie. I lettori avranno sicuramente sentito parlare di Betty, la corva della Nuova Caledonia che ha inventato il gancio di metallo e protagonista di molti video girati nel laboratorio di Alex Kacelnik, a Oxford. Questa volta Kacelnik è stato chiamato da Alice Auersperg dell'università di Vienna a esaminare le prestazioni di un Cacatua goffiniana originario delle isole Tanimbar, in Indonesia. Per raggiungere anacardi che ricercatori sadici mettevano sul davanzale esterno della sua voliera e fuori portata di becco e zampe, Figaro ha costruito un rastrello con pezzi strappati dall'asse di legno. Gli ci sono voluti 25 minuti di progettazione e collaudi, per ottenere il primo strumento desiderato. Per il secondo, ci ha messo meno di 5 minuti. Anche se Figaro ci aveva provato prima spontaneamente per recuperare un sassolino che gli serviva, il risultato dei nove esperimenti pubblicati su Current Biology è sorprendente. Diversamente da Betty, la C. goffiniana non è capace di uno sguardo frontale, un handicap nel mirare al bersaglio e in natura tende a "interferire con l'agricoltura", scrivono gli autori. Nel senso che compie razzie in coltivazioni che per il raccolto non richiedono particolari attrezzature. Inoltre, Figaro potrebbe essere un'eccezione: i due compagni di voliera che lo osservavano non sono riusciti a imitarlo. D'altronde anche il compagno di Betty era negato per il bricolage

Quell’arrampicatrice di Lucy

CRONACA - L'hanno ritratta con un'andatura goffa e ciondolante, o in una posizione più stabilmente eretta, già simile alla nostra. Ma se Lucy avesse in realtà passato buona parte del suo tempo appesa agli alberi, come la maggioranza dei primati? E' lo scenario che emerge da un recente studio apparso nei giorni scorsi su Science. David Green della Midwestern University e Zeresenay Alemseged della California Academy of Sciences hanno analizzato attentamente, e per la prima volta, le due scapole dello scheletro fossile Selam, una femmina di Australopithecus afarensis di circa 3 anni, la stessa specie a cui apparteneva Lucy. In precedenza, i paleoantropologi non avevano mai avuto a disposizione un set completo di scapole per questa specie, e non vi erano elementi sufficienti per stabilire se Lucy e compagni fossero ancora parzialmente legati alla vita arboricola

La sfida di Halloween: poteri psichici sotto esame

COSTUME E SOCIETÀ - Un premio da un milione di dollari, e nessun vincitore. È fallito un altro tentativo di aggiudicarsi la cospicua cifra messa in paio dalla James Randi Educational Foundation per “chiunque sia in grado di dimostrare, in condizioni di controllo adeguate, l’evidenza di qualsiasi potere o evento paranormale, sovrannaturale o occulto”. L’ultimo esperimento, la Sfida di Halloween, si è tenuto nel Regno Unito, ospitato dalla Goldsmiths, University of London. Due medium professioniste, Patricia Putt e Kim Whitton, si sono sottoposte volontariamente al test, studiato dal professore di psicologia Chris French per verificare se i presunti poteri psichici dei sensitivi potessero essere dimostrati in una situazione controllata. Dimostrando una certa carenza di poteri predittivi, le due sensitive prima della prova si sono dette certe del successo. Niente da fare, però, l'esperimento è fallito

Previsioni meteo-elettorali

I provvedimenti per mitigare gli effetti del riscaldamento globale erano assenti dalla campagna per le presidenziali. Poi l'uragano Sandy ha devastato quel che restava di Haiti, e riclassificato "tempesta tropicale" si è abbattuto sul nord-est degli Stati Uniti e sui politici.

Speciale trapianti: organi in provetta

SPECIALI - (Questo articolo fa parte dello "Speciale trapianti") E ci sono infine le cellule staminali, quelle che hanno destato il maggior interesse nei media e nel pubblico, insieme alla cosiddetta “ingegneria tissutale”. Un connubio che consentirebbe di costruire organi direttamente in laboratorio utilizzando congiuntamente la chimica e le nanotecnologie. Lo scorso anno i ricercatori sono riusciti a dare vita a piccoli organi animali a partire da cellule staminali in laboratorio. Sia per il polmone della Yale University che per il fegato della Wake Forest University di Boston, gli organi non sono stati costituiti però interamente da staminali, ma piuttosto da strutture di appoggio ricavate da materiali plastici o sistemi derivati dalle nanotecnologie ricoperti da cellule come farebbe uno strato di cute. A marzo del 2010 e a giugno del 2011 sono stati effettuati i primi due interventi di trapianto di trachea bioartificiale. Entrambi gli interventi sono stati coordinati dal professor Paolo Macchiarini, esperto italiano emigrato all'estero, oggi in forza al Karolinska Institutet di Stoccolma, e considerati delle vere novità perché si tratterebbe dei primi trapianti al mondo di questo genere. A marzo del 2010 il prof. Macchiarini, insieme ad un'equipe del Great Ormond Street Hospital for Children di Londra, ha trapiantato un'intero tratto di trachea in un ragazzino di dieci anni affetto da una stenosi congenita. La trachea, in quel caso, proveniva da un donatore, ma tutte le vecchie cellule del donatore sono state rimosse dall'organo lasciandone intatta la struttura sulla quale sono state fatte proliferare le cellule staminali ricavate dal ricevente. Si è trattato in pratica di rivestire di cellule epiteliali la struttura cartilaginea, azzerando così il rischio di rigetto
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