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Geni pigmei

CRONACA - Uno studio su PLos Genetics ha isolato alcuni geni che provocherebbero la bassa statura dei pigmei e ha osservato segni di selezione naturale su questi geni, avanzando ipotesi che le pressioni selettive che potrebbero aver portato queste popolazioni ad avere una statura media molto bassa siano collegate alla riproduzione e al sistema immunitario. Sarah Tishkoff dell'Università della Pennsylvania e colleghi hanno condotto uno studio di associazione genome-wide coinvolgendo le popolazioni di pigmei dell'Africa occidentale in Cameroon. I ricercatori hanno identificato alcuni geni come buoni candidati per la bassa statura sul cromosoma 3, in particolare due, DOCK3 e CISH. CISH in particolare è un gene che è anche associato alla sucettibilità alle malattie infettive. Secondo i ricercatori è plausibile che l'ambiente in cui vivono i pigmei abbia selezionato varianti genetiche in grado di garantire un sistema immunitario molto robusto

L’istamina della metamorfosi

CRONACA - L'istamina non è solo la molecola del maledetto raffreddore da fieno, è anche un neurotrasmettitore, con un ruolo importante nella regolazione del sonno, nella memoria e nel rilascio dei succhi gastrici. e ora si scopre importante anche nei cicli vitali del riccio di mare violetto (Strongylocentrus purpuratus). Il riccio di mare violetto è un echinoderma, animale piuttosto semplice, vien da dire, con un ciclo di vita piuttosto complesso, che prevede due stadi in cui l'organismo ha abitudini e forme radicalmente diverse. Sottoforma di larva se ne vaga libero e bello per il mare in cerca di un luogo dove prendere fissa dimora. Dopo circa 5 settimane di vagabondaggio, appena l'ambiente gli offre segnali positivi il piccolo riccio-non-acora-riccio si adagia in un luogo accogliente e muta radicalmente, perdendo le strutture che gli permettono di nuotare e facendo emergere quelle che lo radicano al substrato

Pancini splendenti

CRONACA - C'è una specie di squalo molto piccolo (Squaliolus aliae) che ha la singolare caratteristica (oltre aquella di essere lungo solo 22 cm) di avere un ventre che balugina nel buio. Una ricerca condotta da Julien Claes dell'Università Cattolica di Louvain e colleghi hanno dimostrato che questa caratteristica ha una funzione squisitamente mimetica e ne hanno tracciato le origini evolutive. La pelle del ventre del pesce è coperta da "fotofori" (cellule con pigmento fosforescente) che emettono luce e che visti dal basso nascondo la vista del pesce (facendolo confondere con lo scintillio delle onde sovrastanti). Questo confonde i predatori. Per dimostrare che è proprio questa la funzione di queste cellule con il pigmento fosforescente i ricercatori hannoe esaminato in vitro la rezione di queste cellule ad alcuni ormoni in grado di "accenderle" e di "spegnerle" e ne hanno confrontato il comportamento con quanto noto su un altro squalo (lo squalo lanterna) che come il primo ha cellule fosforescenti sulla pancia

L’indiziato n. 1

I neonicoitinoidi fanno male alle api e in Italia l'uso di questi pesticidi, che proteggono le sementi dagli insetti nocivi, è sospeso da una moratoria annua che scade a giugno. Al rinnovo si oppone l'associazione Agrofarma che contesta le nuove ricerche con argomenti poco convincenti.

Il morbillo che resiste

SALUTE - Oltre 9 milioni e mezzo: tanti sarebbero stati, nel solo decennio 2000-2010, i morti per morbillo nel mondo se non ci fosse stato il vaccino. La stima è di un gruppo di epidemiologi dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e della Pennsylvania State University, che su Lancet fanno il punto sulla riduzione della mortalità globale per questa malattia. E se pure 9 milioni di vite risparmiate paiono un risultato straordinario, quello che gli esperti concludono è che in realtà siamo ancora lontani dagli obiettivi prefissati e, in generale, dalla completa eradicazione della malattia

Minatori di asteroidi

CRONACA - Planetary Resources, Inc. non esce da un film di fantascienza. È un'azienda americana che ha l'ambizione di portare le ricerce minerarie fuori dal nostro Pianeta. E questo pomeriggio alle 18.30 italiane (10.30 PDT) farà un annuncio che si potrà seguire in live streaming qui, con cui intende chiarire al pubblico le sue strategie per il futuro. Qualche anticipazione la si può leggere in questo blog. L'azienda foramata da molti ex-NASA (ingegneri, planetologi e un astronauta), sembra seria. Il primo passo dovrebbe essere quello di mandare in orbita dei satelliti che individuino gli asteroidi papabili, il secondo quello di avvicinarsi agli asteroidi non per iniziare subito l'attività mineraria, ma per raccogliere piuttosto i materiali volatili emessi dagli asteroidi, l'acqua per esempio. Questo allo scopo di accumulare delle riserve da tenere nello spazio per la stazione spaziale e le eventuali missioni di esplorazione umana dello spazio. Solo la terza fase prevederebbe di iniziare effettivamente gli scavi (e una quarta di EVENTUALMENTE trarre profitto dagli stessi)

Mai più calvi?

CRONACA - La scienza ultimamente sembra essersi presa a cuore la causa dei calvi. Non è il tipo di ricerca che salverà il mondo, ma certo toglierà qualche fastido a una buona percentuale della popolazione maschile (ma anche a persone colpite da estese ustioni e che hanno perso capelli e peli). La scorsa settimana (il 17 aprile) per esempio è stato pubblicato su Nature Communications uno studio a opera di un gruppo di scienziati giapponesi che sono riusciti a far cresce della peluria su topi completamente glabri grazie a una tecnica basata sulle cellule staminali.

A favore della nonna

COSTUME E SOCIETÀ - Su Nature Scientific Reports, Vasyl Palchykov, Kimmo Kaski, Janos Kertész, Albert-László Barabási e Robin Dunbar (tre superstar) si occupano di Differenze sessuali nei rapporti intimi. Con un lavoro di data mining, confermano l'ipotesi secondo la quale alcune primate si sarebbero evolute per vivere oltre la menopausa, così da assistere le proprie figlie e migliorare il tasso di sopravvivenza dei discendenti. L'antropologo Robin Dunbar voleva verificare la (discussa) ipotesi della nonna nata dall'osservazione che, nelle specie monogamiche e in particolare fra i primati, passato il periodo riproduttivo le femmine spostano il proprio investimento affettivo dal partner alle figlie e ai nipotini, e contribuiscono così al loro benessere e alla diffusione dei propri cromosomi X
SALUTE

System biology per capire i meccanismi degli antitumorali

SALUTE - Integrare i dati tra geni, RNA messaggero e proteine, in modo da ricostruire la cascata di “reazioni” che determina un particolare effetto, come la resistenza a un farmaco. Stiamo parlando della System Biology, approccio utilizzato dal laboratorio di Farmacologia Antitumorale dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, diretto da Maurizio D'Incalci, in collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell'Università di Padova, la Fondazione “Edmund Mach” di Trento, il Fondo Edo Tempia per la lotta contro i tumori di Biella e il CNR di Napoli, per capire cosa ci sia dietro alla resistenza alla trabectidina. Si tratta di un antitumorale derivato dai tunicati che, sebbene attivo su diversi tipi di sarcoma, mostra una particolare predisposizione per il liposarcoma mixoide, tumore che coinvolge il tessuto adiposo, soprattutto di braccia e cosce. Il problema è che pazienti trattati a lungo con questo principio attivo mostrano resistenza con un meccanismo fino a ora sconosciuto
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