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Non solo Taranto (ma anche Trieste)

Crediti imamgine: BAsta ferriera! http://www.facebook.com/groups/21804794948/10150278840034949/?comment_id=10150278840904949&notif_t=group_commentSALUTE – La salute è un diritto fondamentale dell’essere umano, definito come uno stato di benessere fisico, psichico e sociale e non come la semplice assenza di malattia, lo dice l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ho trovato questa citazione in chiusura a un documento diramato lo scorso settembre dall’azienda Sanitaria Triestina – ASS1, il cui oggetto erano i dati relativi ai livelli di benzo(a)pirene nel quartiere triestino di Servola, a ridosso dello stabilimento Lucchini-Severstal, più noto in città semplicemente come “la ferriera”. Tornerò nel dettagli del documento più avanti, ma prima vorrei riassumere alcuni fatti.

La situazione della Ferriera di Trieste si fa sempre più incandescente. Mi chiedo se al clamore di questi giorni intorno allo stabilimento siderurgico triestino sulla stampa nazionale abbiano contribuito i nervi scoperti provocati dall’ILVA di Taranto, ma a memoria lo scontento verso la ferriera di Servola serpeggia a Trieste in maniera più o meno marcata da tanti anni ormai (con al solita domanda “lavoro o salute?”). In questi giorni a buttare benzina sul fuoco c’è la protesta di Sergio Lupieri, consigliere regionale del PD e vicepresidente della III Commissione sanità, che chiede a gran voce ad ARPA FVG di rendere pubblici i dati sull’osservatorio epidemiologico ambientale relativi al biennio 2008-2010.

Lupieri è ben determinato, soprattutto alla luce di quanto si sa già della pericolosità dello stabilimento. “A dicembre abbiamo avuto in mano la relazione sull’incidenza dei tumori polmonari che ha preso in esame il periodo 1974-1994 condotta dal Dipartimento di prevenzione dell’Ass 1 e sono allarmanti: in pratica chi ha lavorato in ferriera ha il 50% in più di probabilità rispetto alla media di ammalarsi di tumori ai polmoni.”

Ma questi utlimi dati non sono gli unici disponibili. Le centraline per il rilevamento del benzopierene atmosferico nella zona in questione hanno mostrato, relativamente al periodo gennaio-luglio 2012, medie ben al di sopra dei limiti stabiliti per legge. Come ci spiega Lupieri, che oltre ad essere consigliere regionale è anche un medico, per i primi due trimestri dell’anno scorso i valori sono stati rispettivamente di 4,7 ng/mc e 1,8 ng/mc, il che significa che la Lucchini non ha potuto recuperare e far scendere la media annuale sotto la norma (il limite è 1 ng/mc), neanche nella migliore delle ipotesi. ” E comunque non siamo ancora riusciti a vedere i dati degli ultimi due triemstri.” conclude. Proprio a questi dati si riferisce il documento che ho citato in apertura e che allego qui (consiglio vivamente di leggerlo, è breve e molto chiaro). Nel documento redatto dalla dottoressa Marina Brana, come responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’ASS1 triestina, indirizzato all’Assessore per l’ambiente del comune di Trieste (e ad ARPA FVG, fra gli altri) si dichiara in maniera ufficiale la preoccupazione dell’Azienda verso la situazione ambientale nel quartiere servolano (e in tutta la città). Oltre a riportare i dati riferiti sopra, denuncia che nel periodo preso in esame (7 mesi) si sono osservati 64 sforamenti giornalieri di PM10 e benzene (sostanza che mostra medie mensili ben oltre i limiti imposti per legge).

Crediti immagine: Basta ferriera! http://www.facebook.com/groups/21804794948/10150278840034949/?comment_id=10150278840904949&notif_t=group_commentIl documento e Lupieri stesso citano anche la ricerca condotta da Pierluigi Barbieri, ricercatore del dipartimento di Chimica dell’Università di Trieste che ha eseguito rilevazioni di pericolosi inquinanti nelle vicinanze delle abitazioni vicine alla ferriera. La perizia di Barbieri ha evidenziato concentrazioni pericolose di composti organici volatili, benzene e toluene. Raggiunto al telefono per chiarimenti, Barbieri mi ha detto di preferire il silenzio stampa perché i dati da lui raccolti al momento sono oggetto di indagine da parte della procura di Trieste.

Come evidenzia Lupieri (e ne avete prova nel documento stesso) la ASS1 triestina ha lanciato più volte appelli sulla situazione critica per la salute dei cittadini nelle vicinanze dello stabilimento: “questa azienda ha più volte evidenziato i rischi per la salute umana e l’ambiente conseguente a inquinanti, quali benzene, polveri e IPA (idrocarburi policiclici)”. Il pericolo maggiore non sono tanto i picchi e gli sforamenti dei valori, ma il “fattore cumulativo ” e cioè l’esposizione a più inquinanti (anche se alcuni non superano i limiti per legge) . L’aggressione all’organismo su più fronti (e questo è un parere dell’Azienda sanitaria che afferma che si tratta di effetti ben documentati in letteratura medica) è deleterio, con effetti a lungo termine. L’azienda arriva a dichiarare che per quel che riguarda gli effetti a breve termine ha svolto approfondite indagini che hannno mostrato che la maggior parte dei ricoveri e dei decessi non è conseguente alle poche giornate in cui avvengono gli sforamenti (non tanto poche, comunque) ma alle molte giornate con i livelli di inquinamento ai limiti superiori di quanto consentito.

È un’affermazione importante, perché sottolinea come dal punto di vista di chi si occupa delle policy ambientali non è sufficiente stabilire un limite di legge come criterio per azioni contro gli inquinatori, ma che si tratta di un problema ben più complesso, da valutare nel suo aspetto globale.

Da qualunque punto la si guardi, la situazione appare pericolosissima. Tornando alle richieste di Lupieri, perché sono così importanti i dati dell’Osservatorio epidemiologico? “Questi dati già ci sono ma non sono stati resi pubblici. Sono sette mesi che li sto chiedendo, senza alcun risultato. La ricerca dell’Osservatorio è estremamente raffinata, perché incrocia i dati sulle rilevazioni ambientali, la concentrazione delle sostanze, con i dati sulla salute dei cittadini, andando nel dettaglio della loro vicinanza alla ferriera e al tempo trascorso al suo interno per i lavoratori, ecc.”. Questi dati daranno un quadro dettagliato e  aggiornato per le prossime azioni da compiere. Una volta ottenuti cosa succederà? “Sono cofirmatario di una legge regionale che stabilisce i comportamenti in caso di superamento dei livelli di benzo(a)pierene atmosferico. Questa legge indica i comportamenti da tenere in questi casi dal sindaco della città interessata che prevedono prima degli avvertimenti per la riduzione delle emissioni e nel caso che questi non avvenissero il blocco delle attività dello stabilimento.”

Come Lupieri, ho provato anch’io a sentire il parere e la risposta di Fulvio Daris, direttore tecnico di ARPA FVG , ma al momento non sono riuscita a ottenere nulla. Vi terrò aggiornati.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.