CRONACA – Avrebbe toccato terra sana e salva la scimmia inviata nello spazio a bordo di una sonda iraniana. Secondo le agenzie di stampa persiane, la scorsa settimana l’Iran avrebbe lanciato a un’altezza di 120 km un razzo Kavoshgar con a bordo un primate vivo. Sebbene non siano stati forniti la data e il sito esatto del lancio e nessuna fonte indipendente abbia confermato la notizia, i media iraniani hanno diffuso immagini e video dell’impresa. Il primate, apparso nelle immagini legato a un seggiolino, non sarebbe il primo animale inviato nello spazio dalla Repubblica Islamica. Un topo, due tartarughe e alcuni vermi avevano già viaggiato nello spazio all’interno di un altro razzo Kavoshgar nel febbraio del 2010.
L’Iran è la sesta nazione ad aver coinvolto animali in missioni spaziali, insieme a Stati Uniti, Unione Sovietica, Francia, Cina e Giappone. Il primato di pionieri spaziali spetta ai moscerini della frutta, lanciati in un razzo statunitense nel 1947 e tornati a terra incolumi. Da allora diverse specie di invertebrati, anfibi, rettili e mammiferi (tra cui gli esseri umani dal 1961) hanno partecipato con alterni successi a viaggi spaziali.
Il lancio iraniano, secondo il Ministro della difesa Ahmad Vahidi, si inserirebbe in un più ampio piano spaziale del paese, che vorrebbe portare alla messa in orbita di esseri umani nel 2020.
Gli annunci della missione coincidono con un periodo delicato per la riapertura del dialogo sulla questione nucleare tra le potenze occidentali e la Repubblica Islamica. Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad non ha mai nascosto di considerare il piano spaziale un’importante arma mediatica, per rilanciare l’idea di poter combattere la dominazione occidentale in campo tecnologico. Un’idea non del tutto astratta, che solleva qualche timore in campo occidentale, in attesa che i dialoghi sul nucleare proposti per febbraio possano essere confermati.
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