CRONACA – Il canto del gallo è sinonimo di alba, ma per questo comportamento dell’animale è proprio necessario il Sole? Stando a uno studio pubblicato ieri su Current Biology il tipico canto mattutino dei galli è regolato da un orologio “interno”.
Tsuyoshi Shimmura e Takashi Yoshimura dell’Università di Nagoya in Giappone, hanno posto dei gruppi di polli in due condizioni diverse. La prima prevedeva un ciclo di 12 ore di buio seguito da un altro, sempre di 12 ore, di luce fioca. Nella seconda condizione per tutte le 24 ore di una giornata gli animali ricevevano un luce fioca costante (in entrambi i casi l’osservazione durava 14 giorni).
Nella prima condizione i galli mostravano un canto “anticipatorio” due ore prima dell’effettiva alba. Nella seconda condizione i galli cantavano circa ogni 23.7 ore (nonostante la luce continua). Questa osservazione, secondo i due scienziati significa che esiste una forma di regolazione del comportamento relativo al canto da parte di un orologio circadiano.
Dalla letteratura (e dall’esperienza comune) si sa che i galli possono cantare sia in risposta all’esposizione alla luce, sia se sentono altri galli cantare (gli scienziati ritengono che si tratti di un segnale territoriale). Perciò i due scienziati hanno esposto i galli sia a stimoli luminosi che sonori dopo l’alba (quella autonomamente regolata nella condizione di luce continua). Anche se i galli rispondenvano agli stimoli durante il corso dell’intera giornata la frequenza maggiore dei canti si concentrava maggiormente nella “mattina”, suppportando ulteriormente l’ipotesi di una regolazione interna, anche se la frequenza dei canti era anche propozionale alla quantità di luce o stimolo sonoro somministrata all’animale.
L’ipotesi di Shimmura e Yoshimura è che il canto che precede l’alba sia regolato internamente e che, anche per i canti diurni che possono essere elicitati da stimoli esterni, l’induzione sia comuque regolata da un orologio interno.
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