IL PARCO DELLE BUFALE – Mentre la custode scriveva dell’effetto piezoelettrico, le è venuto in mente il reattore piezonucleare e il suo inventore Fabio Cardone di cui era senza notizie da tempo e con lei i lettori di nome Leopoldo.
Vista la difficoltà incontrata finora nel contare i neutroni emessi dalle reazioni piezonucleari e resi innocui dalla divina Provvidenza, sarà evidente anche ai lettori non Leopoldo che servono strumenti di misura progettati appositamente. Uno è appena stato inventato dal “prof.” Cardone, insieme a Giovanni Cherubini, piezonuclearista dell’ARPA, Andrea Petrucci e Walter Perconti, piezonuclearisti dell’ENEA, e Alberto Rosada, fusione freddista dell’ENEA. Lo hanno pubblicato su Detection, prestigiosa rivista di un predone dell’open access già celebrato dal Parco.
Si tratta di un dosimetro di neutroni a base di acido borico granulare che garantisce un imaging ben più preciso, semplice ed economico dell’inaffidabile CR39 usato comunemente nei laboratori di fisica nucleare.
Essendo lo strumento in attesa di brevetto, i particolari scarseggiano. Si apprende però che, sulla pellicola, ogni particella alfa doveva lasciare una scia mentre invece capitavano in blocco, come dimostrano le illustrazioni, o per niente. Per motivi ignoti, gli autori se ne fanno una ragione e scrivono
vorremmo riferire una seconda ipotesi, avanzata da un revisore anonimo… Come veniva indicato nel caso della pellicola, le tracce individuali sono invisibili. Tuttavia ci si può aspettare che l’acido borico granulare reagisca alle particelle alfa in maniera molto simile a uno scintillatore. In tal caso, una singola particella alfa energetica produrrà un vasto numero di fotoni (forse decine di migliaia o più).
Nell’articolo non sono messe a confronto immagini ottenute con banali rivelatori a scintillazione e con il rivoluzionario dosimetro di Cardone et al. In questo modo purtroppo, i suoi vantaggi restano invisibili anch’essi.
Crediti immagine: Arpad Horvath, Wikimedia Commons