CRONACA – Come editore capo di due riviste, per il biologo cellulare Gerry Melino non è una novità avere la casella e-mail piena di segnalazioni, più o meno gravi, sui dati pubblicati, come anche è consuetudine ricevere moltissimo materiale di scarsa qualità.
Ma c’è sempre una prima volta, e una particolare mail – riguardante un paper pubblicato nel 2006 sulla rivista Cell Death and Differentiation – lo ha sorpreso non poco per i toni professionali ed estremamente precisi della critica mossa. Quali erano le accuse? “Immagini duplicate in maniera inappropriata”.
Chi ha tempo non aspetti tempo, e non ne è trascorso molto prima che Melino avviasse un’investigazione indipendente sui contenuti del paper. Questa settimana verrà pubblicata sulla rivista una ritrattazione elaborata dagli autori, condotta dal famoso ricercatore italiano nel campo dei tumori Alfredo Fusco, professore di patologia generale all’Università di Napoli, ora sotto indagine da parte della polizia e dell’università stessa.
L’e-mail in questione è stata inviata in agosto da Enrico Bucci, che guida BioDigitalValley: si tratta di una piccola start-up biomedica nel nord-Italia, che offre un servizio di meta-analisi di dati. Proprio lavorando all’istituzione di un enorme database di letteratura biomedica, mentre conduceva una ricerca globale per escludere i dati contaminati, Bucci è incappato nelle anomalie del paper segnalato. Una e una sola imprecisione? Proprio no: come spiega l’autore, finora la ricerca ha rivelato immagini anomale in circa ¼ dei paper biomedici presi in considerazione.
Fusco è stata la prima persona ad essere coinvolta nelle indagini dopo il lavoro di analisi dei database, eppure moltissimi altri scienziati potrebbero ora trovarsi nelle condizioni di vedere il proprio lavoro sotto esame. La vicenda ha inoltre posto un accento sulla grave assenza, nella realtà universitaria italiana, di un sistema organizzato che investighi sui casi come quello di Fusco.
Quando è nata BioDigitalValley? Nel 2008, quando venne fondata a Pont Saint Martin in Valle d’Aosta. Tra i vari servizi forniti dall’azienda c’è la raccolta di tutte le immagini di analisi elettroforetiche rilevanti per lo studio di particolari malattie (o tessuti biologici). Il team di BioDigitalValley ha creato un database che raccoglie tutti i paper biomedici accessibili pubblicati dal 2000 in poi, dopo averli ripuliti dalle contaminazioni scientifiche: un lavoro che si è dimostrato molto lungo, e tutto fuorché semplice, commenta Bucci. Prima di tutto sono stati rimossi i paper già ritirati, in seguito è stata stilata una lista di scienziati che fossero stati coinvolti almeno tre volte in ricerche ritirate, come co-autori.
La lista ha superato la vetta del milione di nomi, e a quel punto Bucci ha continuato l’analisi concentrandosi in particolare sulla scena scientifica italiana. Grazie a un software in grado di isolare le immagini, specialmente quelle dei gel (utilizzati ad esempio per l’elettroforesi) e individuare le porzioni modificate o duplicate, il team è riuscito a effettuare in maniera automatica il controllo di tutti i paper pubblicati da ricercatori italiani.
L’attenzione maggiore è ricaduta sui ricercatori più citati, ovvero quelli per i quali il controllo automatico aveva rivelato molti paper con immagini anomale: Fusco, specialista nello studio degli aspetti genetici del cancro, si trovava in cima alla lista con otto paper.
Il team di Bucci, a quel punto, ha controllato nei minimi dettagli tutti i paper di Fusco utilizzando software di gel-checking per identificare ogni anomalia possibile, come immagini riutilizzate o segni distintivi di operazioni di taglia e incolla. Su circa 300 dei paper dei quali Fusco era primo autore o co-autore, 53 avevano immagini di gel con potenziali irregolarità, compreso uno risalente al 1985.
Dopo aver realizzato che in Italia non esiste una vera e propria organizzazione accademica che si occupi di questo genere di controversie, a febbraio del 2012 Bucci ha contattato la polizia di Milano, aggiungendo che si trattava solamente di uno delle decine di casi di scienziati italiani che nel controllo automatico avevano totalizzato punteggi preoccupantemente alti. Circa il 10% dei paper, spiega infatti Bucci, includono violazioni molto evidenti come veri e propri taglia e incolla di bande di gel nelle immagini. Alcune riviste sono meno “coinvolte” di altre nella modifica dei dati, specialmente quelle con alto impact factor.
La decisione, per quanto riguarda la vicenda di Fusco e le sue conseguenze, arriverà entro aprile 2014, e una fonte vicina alla polizia conferma che circa 60 dei suoi paper sono ora sotto esame, compreso uno del 2007 pubblicato sulla rivista Journal of Clinical Investigation (già ritirato dagli editori in novembre). In una mail inviata a Nature, tuttavia, Fusco ha rifiutato di commentare oltre fino al termine delle investigazioni. Perché modificare le immagini? Come commentano molte testate, truccare le foto delle cellule sarebbe servito a ottenere più fondi per la ricerca sul cancro.
Nel mese di ottobre, infatti, alcuni dettagli dell’inchiesta sono trapelati fino alle pagine dei giornali italiani, e il rettore dell’Università di Napoli ha istituito un comitato di valutazione interno di tre persone guidato da Roberto Di Lauro, vice-rettore e co-autore di nove paper insieme a Fusco. Se anche uno solo di questi paper è stato coinvolto nell’indagine, Di Lauro ha già premesso che si ritirerà dal comitato, pur sottolineando che la vicenda offre l’occasione di ovviare all’allarmante carenza di linee guida per la gestione del materiale dei paper.
Fonte: Nature
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