SPECIALE DICEMBRE – Un Paese diviso anche sul fronte della prevenzione. Lo dicono i dati del Rapporto 2012 dell’Osservatorio Nazionale Screening. Se nelle regioni del Nord la partecipazione a programmi di screening mammografici raggiunge l’89%, al sud arriva a malapena al 38%. Un gap che è confermato anche dai dati del sistema di sorveglianza Passi 2009-2012. Tra le donne 50-69enni intervistate, la percentuale che dichiara di aver fatto una mammografia negli ultimi due anni raggiunge l’81% nelle regioni del nord, il 76% in quelle centrali e solo il 51% nel Mezzogiorno. Una differenza che è, in parte, attribuibile alla diffusione e promozione dei programmi di screening. Se al nord le donne che si sono sottoposte al controllo preventivo all’interno di un programma di screening sono il 63%, al sud raggiungono appena il 31%, mentre la quota di donne che decide di fare una mammografia spontaneamente è pressoché identica nelle tre macroaree.
Ma chi sono le donne che decidono di fare una mammografia preventiva? Dall’analisi delle interviste emerge che hanno un’età compresa tra 50-59 anni, sono coniugate o sposate, italiane, con un livello di istruzione medio alto e un buon status economico.
Anche le campagne informative influenzano la scelta, con diversi gradi successo. L’efficacia della promozione dello screening sembra crescere all’aumentare degli interventi di comunicazione. Sempre secondo l’indagine Passi, l’81% delle donne che ha ricevuto la lettera di invito associata al consiglio del medico si è sottoposto alla mammografia, contro il 38% di coloro che sono state raggiunte solo dalla campagna informativa.