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Il tumore al collo dell’utero

StampaSPECIALE DICEMBRE – Colpisce circa 3.500 donne all’anno. Stiamo parlando del cancro della cervice uterina che in Italia ha un’incidenza di 8 su 100mila donne. Una situazione che può essere migliorata con la prevenzione: il tumore al collo dell’utero si può, infatti, diagnosticare precocemente con il pap test e, preso per tempo, può essere curato con successo.
Purtroppo anche per lo screening cervicale, come per quello mammografico, l’adesione ai programmi di prevenzione è diversa da nord a sud. Se in media nel nostro Paese tre donne su quattro di età compresa tra i 25 e i 64 anni hanno fatto un pap test o hpv negli ultimi tre anni, la percentuale sale all’84% nelle regioni del nord, mentre scende al 62% al sud.
Secondo i dati dello sistema di Sorveglianza Passi, c’è una leggera tendenza verso la crescita della copertura dello screening cervicale: nel periodo 2008-2012 c’è stato un aumento del 6,7% al sud, del 3,9% al centro e del 2,9% al nord.
La scelta di sottoporsi all’esame di prevenzione si ripartisce più o meno equamente tra l’adesione a programmi di screening organizzati dalle Asl e l’iniziativa spontanea, con un successo maggiore dei programmi organizzati al sud.
Infine, l’identikit della donna che si sottopone ai programmi di controllo è molto simile a quello individuato per gli screening mammografici: tra i 35 e 49 anni (la fascia più giovane del target a rischio), coniugata o convivente, con un livello di istruzione elevato e senza particolari difficoltà economiche.

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