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Una mano (robotica) all’autismo

LA VOCE DEL MASTER - “Un robot non può recare danno agli esseri Umani […]” diceva la Prima legge della Robotica di Isaac Asimov. Non solo non può recare danno, ma può addirittura aiutare. Per esempio i robot potrebbero anche supportare i bambini con autismo nello sviluppare le loro capacità sociali. Un team di ingegneri meccanici ed esperti di autismo della Vanderbilt University, negli Stati Uniti, lo ha dimostrato. Lo studio è stato pubblicato nel numero di marzo di IEEE Transactions on Neural Systems and Rehabilitation Engineering. A partire dai nove mesi normalmente un bambino comincia a sviluppare quello che gli scienziati definiscono come “attenzione condivisa”, un comportamento che consiste nel cercare di catturare e portare l’attenzione dell’altro, a partire dalla mamma, su un oggetto o una situazione, per condividere un fulcro di interesse. I bambini con autismo, però, faticano a sviluppare questa abilità e ciò comporta una serie di difficoltà di relazione e apprendimento durante la crescita. I ricercatori della Vanderbilt hanno dunque pensato di studiare l’interazione tra bambini autistici (Autism Spectrum Disorders,ASD) e robot appositamente progettati. L’idea iniziale è arrivato da Nilanjan Sarkar, professore di ingegneria meccanica, esperto di sistemi per migliorare l’interazione uomo-macchina. Sei anni fa, mentre visitava dei parenti in India, venne a sapere che al figlio di suo cugino era stato diagnosticato un disturbo autistico. Alcuni studi mostravano che i bambini autistici mostravano segnali di particolare interesse verso i robot. Bisognava però capire come sfruttare questa loro naturale inclinazione per migliorarne le capacità sociali e relazionali
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Alle api piace il caffè

CRONACA - Dopo una giornata trascorsa incessantemente tra un fiore e l'altro, anche il più industrioso degli insetti lavoratori avrebbe grossa difficoltà a ricordarsi su quale pianta ritornare il giorno successivo. Ma alcune specie vegetali hanno escogitato un sottile escamotage 'psicologico' per essere messe in cima alla lista: un nettare arricchito alla caffeina

Anche i leoni marini tengono il ritmo

I gusti musicali sono opinabili ma Ronan, la giovane femmina di leone marino californiano (Zalophus californianus) che vedete nel video dimostra senz'altro di avere il senso del ritmo. Il video è già virale, ma perché è importante dal punto di vista scientifico?

Tamiflu, caso irrisolto o irrisolvibile?

LA VOCE DEL MASTER - Prosegue anche nel 2013 lo scontro a distanza tra la casa farmaceutica Roche e l’organizzazione Cochrane riguardo al farmaco antinfluenzale Tamiflu. L’efficacia del medicinale, dapprima confermata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e da un gruppo di ricercatori indipendenti della Cochrane, venne messa in dubbio nel luglio del 2009 da un pediatra giapponese. L'attendibilità dei dati e degli studi apparve fin da subito compromessa, e dai primi giorni di settembre dello stesso anno Tom Jefferson della Cochrane provò a chiedere alla Roche i dati grezzi dei trial clinici condotti sul Tamiflu. La battaglia per il rilascio pubblico dei risultati dei test sul medicinale si è progressivamente trasformata in una contesa legale e burocratica.

Nel contrasto sta l’età

L'età ha un valore sociale fondamentale: nell'interazione con gli altri essere più giovani o più vecchi ha a che fare con i diritti e con i doveri, con la gerarchia, con i ruoli e le responsabilità. Ma non si tratta solamente di un dato cronologico. Perché anche l'apparire (non l'essere) più o meno giovani dà informazioni agli altri sulla propria salute e sul proprio benessere.

Imparare? Danneggia il DNA

SALUTE - L’attività dei neuroni legata all’apprendimento sembra essere responsabile di un danno al DNA, secondo uno studio pubblicato online su Nature Neuroscience. Un gruppo di ricerca del Gladstone Institute of Neurological Disease, in California, ha esaminato l’occorrenza di un particolare tipo di lesioni del DNA nel cervello di topi in condizioni normali e patologiche. Questo tipo di danno, la rottura a doppio filamento, è considerato uno dei fattori coinvolti nell’invecchiamento cognitivo e in alcuni disturbi neurodegenerativi, come l’Alzhei

Invisibilità del futuro

In un prossimo futuro il mantello dell’invisibilità usato da Harry Potter per le sue scorribande potrebbe non essere solo magia. Un team di ricercatori dell'Università del Texas, ad Austin ha sviluppato un nuovo tipo di nano superficie, uno strato ultrasottile chiamato "meta screen” avente uno spessore di pochi micrometri e in grado di nascondere gli oggetti tridimensionali dalle microonde che li colpiscono.

Attualità di Condorcet

Il gruppo di Rosario Mantegna applica gli strumenti della meccanica statistica e della fisica teoria in generale alla scienza delle reti, che definisce una "scienza umanistica". Lo dimostra su PLoS ONE con una ricerca sulle scelte politiche.
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In principio quattro ali

Importanti novità dai giacimenti fossiliferi cinesi sull'evoluzione degli uccelli: lo straordinario stato di conservazione di alcuni fossili di uccelli basali ha permesso la scoperta di lunghe penne sugli arti inferiori di ben undici specie risalenti ad un periodo compreso tra 120 e 133 milioni di anni or sono, nel Cretaceo inferiore.
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