SCOPERTE – È notizia di alcuni giorni fa che a poche decine di chilometri di distanza dall’argillite di Burgess (circa 40 km) è stato rinvenuto un altro deposito fossilifero, che sembrerebbe paragonabile a quello mirabilmente descritto da Stephen J. Gould nel suo capolavoro, “La vita meravigliosa“. Il sito è localizzato nel Marble Canyon e, nonostante la vicinanza, secondo gli scopritori rappresenta un assemblaggio di vita differente rispetto a quello di Burgess, anche se con quest’ultimo condivide alcune specie (ad esempio, il cordato Metaspriggina). La prima descrizione del giacimento è stata pubblicata sulla rivista Nature Communications.
I fossili rinvenuti nell’argillite di Burgess rappresentano la più importante testimonianza della famosa esplosione del Cambriano, la radiazione adattativa avvenuta circa 540 milioni di anni fa che ha dato origine a tutte le attuali tipologie di organizzazione corporea degli odierni animali. Sono presenti, infatti, tutti i phylum animali tuttora esistenti, compreso quello dei cordati (nella fauna di Burgess è presente la famosa Pikaia gracilens), ovvero quello a cui apparteniamo, più diversi altri oggi estinti. La straordinarietà dei fossili contenuti in quel sito è data sia dalla loro numerosità che dalla perfetta conservazione: oltre alle parti dure (e.g. gusci, esoscheletri), la maggior parte degli organismi rinvenuti presenta anche testimonianza dei tessuti molli, aspetto fondamentale per poterne ricostruire l’aspetto.
Nel corso di oltre un secolo, quando fu scoperta da Charles Doolittle Walcott (o meglio dal suo figlioletto) nel 1909, sono state descritte centinaia di specie, che ci hanno fornito un quadro piuttosto chiaro di quella che doveva essere la vita negli oceani del Cambriano. E ogni anno nuove specie si aggiungono alla lista (per esempio Fuxianhuia, Siphusauctum, Nectocaris, Hurdia).
L’importante ritrovamento fossile fornisce oggi la possibilità di analizzare ancora più in dettaglio l’iniziale diversificazione dei metazoi (gli organismi animali pluricellulari), caratterizzata da una prima esplosione di diversità morfologiche, la distribuzione geografica e la longevità di numerosi gruppi tassonomici cambriani.
Crediti immagine: Realbrvhrt, Wikimedia Commons