WHAAT? Il venerdì casual della scienza – Nel regno animale le “coppie per la vita” sono piuttosto rare, e i test di maternità e paternità spesso mostrano che anche le specie più insospettabili volano, come si suol dire, di fiore in fiore. Un nuovo studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences ha invece scoperto che l’aoto di Azara (la specie Aotus azarae, un piccolo primate noto anche come scimmia gufo per via del suo aspetto) è inaspettatamente fedele.
35 cuccioli figli di 17 coppie di aoti, senza alcuna traccia di tradimento: i maschi e le femmine che fornivano cure parentali a esemplari più giovani erano sempre i loro genitori biologici. “Il nostro studio ha confermato l’esistenza della monogamia genetica, o fedeltà reale”, spiega l’autore Eduardo Fernandez-Duque, del dipartimento di antropologia della Penn Arts and Sciences. “Ora sappiamo il perché delle intense cure parentali da parte dei maschi di scimmia gufo. Si tratta di padri che fanno un investimento energetico enorme, perché sono sicuri che la prole è loro”.
Ma gli sforzi per conoscere meglio le scimmie gufo non sono certo recenti: quest’ultima ricerca fa parte dell’Owl Monkey Project, che per 18 anni ha coinvolto gli antropologi dell’evoluzione nello studio delle popolazioni di questi animali nella provincia argentina di Chaco. Precedenti ricerche avevano già confermato le abitudini di coppia di tale specie, in cui i partner sono molto legati e il maschio contribuisce attivamente alla crescita dei piccoli, trasportandoli sul proprio corpo, giocandoci e nutrendoli. Tuttavia finora eravamo a conoscenza della monogamia delle scimmie gufo solo in termini sociali, perché veri e propri test genetici non erano mai stati fatti. C’era però già una curiosità: quando le femmine si riproducevano al di fuori della coppia, il numero di cuccioli era sensibilmente minore rispetto a quelli nati dagli accoppiamenti con il suo partner ufficiale. Lo raccontava lo studio “Finché morte (o un intruso) non ci separi” su PLoS One.
Mai una scappatella
Esaminando 14 distinte regioni del genoma dell’aoto, il team di Fernandez-Duque ha confermato la propria teoria, nata dal fatto che “in 18 anni di Owl Monkey Project non abbiamo mai assistito a una scappatella con il vicino di albero, né è mai successo che uno dei partner sparisse per un po’”, commenta l’autore. “Proprio per questo non siamo rimasti particolarmente sorpresi dai risultati, pur sapendo che la vera monogamia genetica è molto rara. Non ci avrebbe stupito se ci fosse stato almeno un caso di cucciolo nato al di fuori della coppia, ma non ce n’era nessuno”. La dimostrazione della vera e propria monogamia genetica è comunque ancora cosa rara: finora gli studi l’hanno confermata solo in alcune specie di mammiferi, tra i quali il coyote e il topo californiano.
I ricercatori, confermata la monogamia genetica, volevano capire le ragioni evolutive alla base di questo comportamento e identificare le condizioni nelle quali si sviluppa e prende piede nelle popolazioni. Per questo motivo hanno analizzato, oltre alle scimmie gufo, altre 15 specie di mammiferi che vivono in coppie socialmente monogame, e condotto test di paternità sulla prole. In base ai risultati, è stata immediata l’associazione tra le specie in cui il padre fornisce forti cure parentali e quelle geneticamente monogame, oltre al fatto che (anche se la correlazione risultava meno intensa) le coppie fedeli tendono a trascorrere più tempo insieme. Niente di strano, potremmo dire: i padri certi di allevare una progenie propria saranno più propensi a investire in tempo ed energie, il tutto allo scopo ultimo di aumentare la propria fitness, ovvero la probabilità che la prole sopravviva e a sua volta si riproduca.
Ricetta per la fedeltà
Quella delle scimmie gufo, e probabilmente anche degli altri animali geneticamente monogami, è comunque una realtà peculiare che dipende da diversi fattori, tra i quali spicca l’habitat. Anche solo basandosi sulle abitudini relative al foraggiamento di cibo, per esempio, le scimmie gufo hanno molte meno possibilità di procurarsi “una scappatella” rispetto ad altre specie. Per non parlare del fatto che spesso le buone doti paterne di un individuo lo rendono più appetibile per le femmine, aumentando la probabilità dei suoi accoppiamenti con partner diverse. I ricercatori aggiungono, mettendo la pulce nell’orecchio, che queste scoperte potranno in futuro aiutare a spiegare l’evoluzione del legame di coppia anche in un’altra specie di primate: la nostra.
“La coppia, o l’amore se preferite, è una caratteristica tipica di tutte le società umane, mentre le cure da parte del padre sono molto più variabili”, commenta Fernandez-Duque. “La storia delle scimmie gufo suggerisce che, in condizioni ecologiche molto specifiche, la preferenza reciproca porti la coppia a trascorrere molto tempo insieme, facilitando in questo modo le cure parentali paterne e aumentando la certezza di paternità, genetica però”.
Crediti immagine: M. Corley/Owl Monkey Project, Formosa-Argentina