IL PARCO DELLE BUFALE – Poiché i quotidiani nazionali si occupano di truffe e frodi ai danni del sistema sanitario, è giunto il momento di tornare su un tema un po’ trascurato negli ultimi anni: i vantaggi dell’omeopatia.
La settimana nazionale ad essa dedicata si è appena conclusa con la presentazione di un sondaggio, svolto dall’Osservazione Nazionale sulla Salute della Donna, dal quale risulta che il 72% delle italiane tra i 25 e i 54 anni ne hanno sentito parlare e l’hanno usata almeno una volta. Di quel 72%, il 57% sì è detto soddisfatto del risultato.
Da quando il Parco se n’era occupato nel lontano 2010, è stata confermata la teoria della memoria dell’acqua, avanzata dai teorici della fusione fredda Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice con l’aiuto dei dott. Luc Montagnier e Vincenzo Valenzi. Non abbastanza, tuttavia, e serve l’aiuto delle lettrici.
Il National Health and Medicine Council australiano ha pubblicato la bozza del suo Information Paper sull’omeopatia. Fino al 26 maggio si possono inviare “evidenze aggiuntive” che ne dimostrino le proprietà terapeutiche. Per esser prese in considerazione, tali evidenze devono
- essere uno studio prospettivo e controllato (compresi esperimenti clinici controllati randomizzati, pseudo randomizzati o non randomizzati o studi prospettivi di popolazioni) OPPURE una rassegna sistematica di questi studi;
- essere pubblicamente disponibili in inglese;
- includere partecipanti con una particolare condizione clinica;
- valutare l’efficacia dell’omeopatia nel trattamento di detta condizione o degli effetti collaterali di un altro intervento;
- includere un gruppo di confronto (placebo, niente omeopatia o altro trattamento); e
- riferire gli esiti clinicamente rilevanti.
Per modificare la conclusione che figura sulla bozza
Non c’è alcuna evidenza affidabile che l’omeopatia sia efficace per trattare condizioni cliniche.
la custode suggerisce di mandare studi posteriori alla meta-analisi uscita sul Lancet nel 2005 che concludeva nello stesso modo. Sono di difficile reperimento, d’altronde acqua e zuccheri esigono sopratutto ricerche sul mercato maschile, tanto più se sono venduti sotto il nome di Uranium nitricum che rischia di deprimere ulteriormente il cliente affetto da incontinenza, depressione, ipertensione, flatulenza, ulcera, diabete (omissis) o impotenza. Purtroppo tali ricerche sono di rado a disposizione del pubblico.
Una modesta proposta (un’altra, anzi due)
A piccole dosi acqua e zuccheri sono innocui e la loro vendita in farmacia ha il doppio e lodevole effetto di far risparmiare la sanità pubblica ed evitare l’abuso di sostanze terapeutiche. Vanno pertanto applicate le regole già in vigore per la pubblicità degli alimenti. Qui la custode ammette di non capire di che cosa s’impicci un Consiglio per la medicina. Le pare più logico il procedimento della Food & Drug Administration che il 18 marzo ha costretto Terra Medica a ritirare dal commercio prodotti della linea Pleo, contro indigestione, raffreddore, funghi e virus vari, poiché
hanno il potenziale di contenere penicillina o suoi derivati, che potrebbero essere prodotti durante il processo di fermentazione.
La teoria della memoria dell’acqua prevede che il potenziale antibiotico persista da una diluizione all’altra e vieta pertanto di spacciare per omeopatici i prodotti impuri della linea Pleo. Poiché l’acqua conserva il ricordo di ogni molecola incontrata prima di diluirne una sola, la custode ritiene che le pilloline di Uranium nitricum siano da vendere esclusivamente in pasticceria.
Crediti immagine: Karrie Nodalo, Flickr