LA VOCE DEL MASTER

Scienza e quotidiani, dietro le quinte d’un rapporto tormentato

volantino-pratticoLA VOCE DEL MASTER – Tra le varie polemiche sul caso Stamina, un argomento che è stato molto dibattuto nell’ultimo anno riguarda la comunicazione degli eventi e il ruolo dei giornali e dei giornalisti scientifici. Non sono pochi quelli che sostengono che troppo a lungo c’è stato silenzio da parte delle principali testate italiane. Silenzio che ha lasciato terreno fertile a una cattiva informazione fino a una distorsione dei fatti.

Che cosa pensa chi si trova all’interno delle redazioni di come vengono affrontate le questioni scientifiche? Il 5 e il 6 giugno OggiScienza è andata al convegno “Scienza, informazione e democrazia” a Perugia, organizzato dall’Arpa Umbria, dove ha intervistato Luca Landò, direttore dell’Unità e Paolo Mauri, giornalista de La Repubblica.

“In situazioni come Stamina un mezzo di informazione deve prendere una posizione chiara e spiegarla all’opinione pubblica. Stamina è stato veramente un errore”, commenta Landò.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Scienza Tecnologia e Società, i quotidiani sono il secondo media più utilizzato dagli italiani per informarsi su scienza e tecnologia (il primato spetta alla televisione). Almeno una volta alla settimana, circa la metà degli intervistati legge articoli di quotidiani che parlano di scienza.

Come si decide quali sono le scoperte che si meritano le pagine delle testate nazionali? “Durante la riunione di redazione c’è un momento di selezione in cui si decide se una notizia sia più o meno importante e affidabile e soprattutto, cosa più difficile, a chi affidarla per spiegarla nel migliore dei modi”, prosegue Landò.

“Naturalmente le notizie più curiose sono sempre quelle che hanno un certo gradimento”, commenta Mauri, giornalista di Repubblica, anche se per decidere la validità scientifica si fa affidamento sulle riviste peer review. “Se una notizia è pubblicata su una rivista importante allora è affidabile. Non lo è se c’è solo uno scienziato che fa una conferenza stampa, come è accaduto per la fusione fredda nell’85, che ha conquistato tutte le prime pagine di tutto il mondo ma poi si è rivelata non fondata”, conclude Landò.

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Viola Bachini
Mi occupo di comunicazione della scienza e della tecnologia. Scrivo su giornali e riviste, collaboro con case editrici di libri scolastici e con istituti di ricerca per la comunicazione dei risultati al grande pubblico. Ho fatto parte del team che ha realizzato il documentario "Demal Te Niew", finanziato da un grant dello European Journalism Centre e pubblicato in italiano sull'Espresso (2016) e in spagnolo su El Pais (2017). Sono autrice del libro "Fake people - Storie di social bot e bugiardi digitali" (Codice - 2020).