Un biglietto di andata per gli esoplaneti
La Nasa festeggia 20 anni di ricerca di pianeti extrasolari
COSTUME E SOCIETÀ – “Gliese 581g sembrava un pianeta extrasolare davvero emozionante, fino a quando è stato chiaro che in realtà non esisteva”. Così inizia il post di Joshua Rodriguez sul blog “Alien vs. Editor, conversations with a Planet Hunter” che raccoglie le riflessioni intorno all’esplorazione dei pianeti extrasolari degli scienziati del Jet Propulsion Laboratory della NASA. Si era addirittura ipotizzato che Gliese 581g potesse essere il primo esopianeta abitabile, ma quattro anni dopo dalla sua scoperta, si è rivelato solo un miraggio interstellare. Sì, perché scoprire un esopianeta non coincide con la conferma della sua esistenza. A oggi, sono infatti 5501 i pianeti extrasolari scoperti, ma solo 1838 quelli confermati.
Allora a questo proposito ci si può immaginare che il futuro e la fantascienza si fondano e si confondano e ci si può concedere il lusso di fare un viaggio fuori dal Sistema Solare. Immaginiamoci un’agenzia di viaggi interstellari e la possibilità di scegliere la meta, il veicolo con cui viaggiare e la pianificazione del viaggio dei sogni.
Poi non mancano le destinazioni in primo piano, suggerite da poster pubblicitari in stile retrò. Si tratta degli ultimi esopianeti scoperti dalla NASA e tra questi c’è HD 40307g alias “Super Terra”. Allora perché perdersi l’esperienza gravitazionale su questa super Terra che ha una massa 8 volte quella della Terra e quindi una forza gravitazionale molto, ma molto maggiore.
Oppure c’è Kepler-16b, pianeta su cui è consigliato rilassarsi. Come Tatooine di Luke Skywalker, anche Kepler-16 b ha una coppia di stelle, quindi due tramonti e anche due ombre.
E infine c’è Kepler-186f, scoperto dal cacciatore di pianeti Kepler, il telescopio della Nasa. Questo esopianeta ha le dimensioni della Terra e sta potenzialmente nella zona di abitabilità: sulla superficie del pianeta potrebbe esserci acqua liquida. La sua stella è più fredda e più rossa del nostro Sole e la luce emette nella lunghezza d’onda del rosso. La fotosintesi delle piante qui, se esistessero, sarebbe totalmente diversa da quella delle piante sulla Terra e questo renderebbe rosso il manto di questo pianeta.
Leggi anche: Keplero 78b è un pianeta curioso
Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.
Crediti immagine: Courtesy NASA/JPL-Caltech