SALUTE

Finalmente un rimedio per il mal di viaggio

Un piccolo stimolo elettrico, magari veicolato dallo smartphone, e il malessere da movimento passa. Il trattamento potrebbe arrivare sul mercato in 10 anni

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SALUTE – Mal di viaggio, malessere da movimento, cinetosi, mal d’auto, mal d’aria, mal di mare: comunque vogliate chiamarla, con nausea, mal di testa, brividi e l’impossibilità di leggere o guardare uno schermo mentre siete su un mezzo di trasporto, entro una decina d’anni potremmo finalmente riuscire a “sconfiggere”, il problema. Grazie a un trattamento sviluppato dai ricercatori dell’Imperial College London.

Il mal di viaggio è molto comune, ne soffrono in media tre persone su dieci. Nonostante ciò la causa di questo malessere non è ancora chiara al 100%, ma gli esperti ritengono sia la conseguenza del fatto che, mentre siamo in movimento, il nostro cervello riceve messaggi contrastanti e confusi dalle nostre orecchie e dai nostri occhi. Su Neurology, il team di Qadeer Arshad spiega come una piccola corrente elettrica applicata al cuoio capelluto può aiutare a ridurre l’impatto di questi segnali contrastanti e prevenire così il problema che scatena i sintomi. Uno stimolo decisamente “piccolo” ma con risultati promettenti.

Detta così suona come una strategia complicata, ma Arshad rassicura: continueranno a lavorarci su in modo che entro una decina d’anni, e a prezzo modico, sia accessibile a tutti. “Crediamo che in 5-10 anni le persone potranno tranquillamente andare in farmacia e comprare un device anti-mal di viaggio. La nostra speranza è di riuscire a integrarlo nello smartphone, che potrebbe essere in grado di fare la stessa cosa usando le cuffie. In entrambi i casi si tratta semplicemente di attaccare dei piccoli elettrodi alla testa prima di iniziare il viaggio”.

Ed è esattamente quanto hanno fatto i volontari che hanno partecipato allo studio, usando gli elettrodi per circa 10 minuti. Dopodiché i ricercatori li hanno fatti sedere su delle particolari sedie motorizzate che simulavano con la pendenza il tipo di movimento che ci fa star male in barca, o in treno. Dopo aver ricevuto il “trattamento” tutti hanno constatato che il malessere era molto ridotto, con tutti i suoi sintomi come la nausea, e la ripresa era anch’essa più rapida.

Il tutto senza effetti collaterali, come la stanchezza e il torpore che possono colpire alcune persone dopo aver utilizzato alcuni dei classici farmaci da banco che oggi sono in vendita tra i rimedi disponibili per affrontare il mal di viaggio. “I benefici che abbiamo osservato sono decisamente paragonabili agli effetti che si riesce a ottenere con i migliori farmaci disponibili”, commenta Michael Gresty, co-autore dello studio.

Nella ricerca di partner per portare avanti lo sviluppo di questa tecnica, gli scienziati devono tenere in considerazione molte applicazioni che a noi difficilmente verrebbero in mente. Ad esempio il fatto che potrebbe tornare utile anche in ambito militare e a chi -in remoto- lavora con i droni, a causa della nausea che può provocare l’interfaccia “di guida”.

Da altri studi, conclude Arshad, “è anche emerso che questo nuovo trattamento ha un potenziale per incrementare l’attenzione e la concentrazione. Un aspetto di enorme interesse proprio in ambito militare, ma non solo. Immaginiamo che anche gli studenti, o chi passa molto tempo a giocare ai videogiochi, potrebbe avere un certo interesse nel provarlo.

@Eleonoraseeing

Leggi anche: Perché i viaggi di ritorno sembrano più brevi?

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Thomas Izco, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".