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ArgoMoon: l’Italia in viaggio verso lo spazio profondo

Il piccolo satellite italiano partirà con la missione della NASA che lo porterà oltre la Luna

Orion è il veicolo spaziale della NASA pensato per permettere all’uomo il viaggio nello spazio profondo. Nel 2018 avrà a bordo ArgoMoon, il nanosatellite di Argotec. Crediti immagine: NASA

RICERCA – L’Italia ha conquistato una posizione di eccellenza nella ricerca spaziale. Lo dimostra la scelta della NASA, che ha selezionato tra i nanosatelliti per l’Esploration Mission 1 (EM-1) ArgoMoon, un satellite miniaturizzato realizzato da Argotec con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana.
Il progetto di Argotec, azienda ingegneristica italiana specializzata nella ricerca e sviluppo di sistemi aerospaziali, è stato l’unico selezionato tra quelli proposti a livello europeo.

La missione EM-1 vedrà come protagonista Orion Multi-Purpose Crew Vehicle, al suo secondo volo di collaudo. La NASA sta mettendo a punto il veicolo spaziale per permettere il viaggio dell’uomo nello spazio profondo, con l’obiettivo di effettuare lo sbarco su Marte. Le prove sono giustificate dal fatto che nelle prossime missioni la navetta dovrà ospitare l’uomo per tempi molto lunghi rispetto a tutti i lanci precedenti, e dovrà resistere a un rientro sulla Terra più rapido e con una maggiore sollecitazione termica.

La prima missione del 2014 è durata tre settimane ed è servita a testare il volo del veicolo spaziale per migliaia di chilometri al di là della Luna. EM-1 nel 2018 lancerà invece un veicolo spaziale al di là della Luna, in un’orbita stabile.
Lo sviluppo futuro della missione è stato prospettato anche da Gabriele Mascetti, che è a capo dell’Unità Volo Umano e Microgravità dell’Agenzia Spaziale Italiana e che ha sottolineato come “nel viaggio dell’uomo verso Marte, l’ASI continui a essere in prima linea, promuovendo e sostenendo le eccellenze scientifiche e tecnologiche del nostro Paese”.

Nel prossimo lancio, Orion non trasporterà astronauti, ma avrà come carico secondario 13 nanosatelliti, che saranno rilasciati nello spazio a tempi ben stabiliti a seconda dell’oggetto della loro missione. I nanosatelliti, infatti, effettueranno vari esperimenti e dimostrazioni per mettere a punto tecnologie che consentiranno la permanenza nello spazio profondo dell’uomo.
ArgoMoon, il piccolo satellite italiano, sarà sfruttato per scattare foto della missione EM-1, immagini che rappresenteranno un vero e proprio documento storico del volo nello spazio profondo. Il lancio di ArgoMoon servirà anche a testare sistemi innovativi di comunicazione.

Il nano-satellite italiano rientra nella categoria dei CubeSat, piccoli satelliti di forma cubica con volume non superiore a 1 dm³, che li rende estremamente leggeri. Le dimensioni ridotte, l’uso di componenti commerciali e il conseguente basso costo sono qualità di pregio, che però pongono agli ingegneri di Argotec la sfida di cercare e confinare in un volume ridotto, pari a quello di una scatola da scarpe, soluzioni tecnologiche che devono dimostrare alta affidabilità per affrontare un volo nello spazio profondo.

I risultati ottenuti offriranno nuove soluzioni volte ad estendere l’utilizzo dei nano-satelliti a future esplorazioni, per consentire osservazioni a costi contenuti. Come ha sottolineato David Avino, Managing Director di Argotec, “i CubeSat sono i droni del futuro e saremo i primi a testarli così lontano dalla Terra, nelle condizioni estreme dell’orbita translunare”.

@AnnoviGiulia

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Giulia Annovi
Mi occupo di scienza e innovazione, con un occhio speciale ai dati, al mondo della ricerca e all'uso dei social media in ambito accademico e sanitario. Sono interessata alla salute, all'ambiente e, nel mondo microscopico, alle proteine.