Le terapie alternative per l’autismo
Melatonina, diete particolari e tecniche di rilassamento possono davvero aiutare un bambino con DSA? In alcuni casi gli approcci alternativi aiutano e gli studi scientifici lo confermano
SALUTE – Chi scopre che suo figlio è affetto da un disturbo dello spettro autistico (ASD, autism spectrum disorder) resta con tante domande eluse e con scarse possibilità di curarlo. Le cause dell’autismo non sono ancora state individuate e manca una terapia precisa, ma è certo che un intervento precoce può incidere profondamente nel futuro comportamento del bambino. Ecco allora che molti genitori si rivolgono ad approcci complementari per alleviare e gestire i sintomi che si presentano già nella prima infanzia. Gli approcci complementari prevedono l’uso di sostanze naturali per lenire alcune manifestazioni della malattia, diete speciali o tecniche di rilassamento. Ci sono evidenze scientifiche a sostegno di tali metodi? In alcuni casi sì, e la ricerca spesso è stata condotta proprio su bambini.
La melatonina è una delle sostanze naturali spesso consigliate per alleviare i disturbi del sonno dei soggetti autistici. È prodotta all’interno del nostro cervello a partire dall’amminoacido triptofano e ha effetti nel controllo del ritmo sonno-veglia. L‘analisi di cinque trial clinici, effettuata nel 2011, afferma che la melatonina è in grado di aumentare la durata del sonno di 73 minuti e di ridurre i tempi in cui si passa dallo stato di veglia a quello di sonno di 66 minuti. Un secondo studio del 2012 ha dimostrato l’efficacia per diversi mesi. Tuttavia la credibilità di tali studi è messa in discussione dal ridotto numero di persone su cui la sostanza è stata testata. Se non è possibile assicurare effetti benefici, almeno sembra che la melatonina non dia particolari problemi. Solo in pochi casi ha provocato sonnolenza, incontinenza, mal di testa, vertigini, calo pressorio o della concentrazione del glucosio nel sangue. Ancora una volta però, lo studio del 2014 tiene conto di dati provenienti da studi parziali, che non menzionano l’effetto sul lungo periodo.
Per gli Omega-3, gli acidi grassi che pare abbiano proprietà neuro-protettive, sono stati realizzati un paio di studi clinici che hanno coinvolto soggetti con un disturbo dello spettro autistico a cui ha fatto seguito l’analisi del 2011 di Cochrane. L’interesse verso gli Omega-3 nasce dal fatto che i soggetti affetti da ASD spesso ne sono carenti. Se i risultati degli studi sono sufficienti a dimostrare l’assenza di effetti collaterali, non ci sono gli elementi per affermare l’efficacia nel trattare i sintomi tipici dei DSA.
Allo stesso modo, una review pubblicata nel 2015 conclude che i probiotici non apportino alcun beneficio agli ASD. Alcune voci sostenevano infatti che potessero alleviare il nervosismo dei bambini, diminuire i capricci e controllare alcuni comportamenti ossessivi. All’inefficacia si aggiunga il fatto che nessuno degli studi preso in esame si è soffermato sugli effetti collaterali, che tuttavia sono stati registrati in soggetti non DSA ma con gravi problemi di salute, in cui hanno provocato delle infezioni.
Come la melatonina, anche la secretina è una sostanza che produciamo normalmente nel nostro organismo, a livello dell’apparato gastrointestinale. Dato che alcuni studi avevano dimostrato il suo coinvolgimento come neurotrasmettitore, la sua efficacia è stata saggiata per il trattamento dei DSA analizzandone l’effetto su più di 900 bambini. Una revisione sistematica della letteratura effettuata nel 2012 da Cochrane, ha permesso di dimostrare l’inefficacia della secretina.
Su Vitamina B6 e Magnesio non è ancora possibile pronunciarsi. Un’analisi delle pubblicazioni a disposizione risale al 2005, e tutte le evidenze scientifiche sono state considerate insufficienti e mal formulate per poter essere supportate.
Infine un certo numero di pubblicazioni ha associato l’autismo a un alterato livello di metalli pesanti nel sangue, nei capelli o nelle urine dei soggetti ASD. Per questo motivo è stato fatto uno studio clinico con l’uso di agenti chelanti, capaci di sequestrare i metalli in eccesso. I risultati dell’analisi effettuata su 77 bambini sono stati valutati nel 2015 da Cochrane, che ha concluso che il trattamento con l’Acido di-mercaptosuccinico (DMSA) non serve a migliorare i sintomi dell’autismo. Anzi il farmaco mette a rischio la salute dei bambini abbassando i livelli di calcio nel sangue, con conseguente scompenso renale e talvolta addirittura morte.
E se gli ASD avessero bisogno di una dieta particolare per modulare le manifestazioni della malattia? I genitori spesso pensano che possa essere davvero così. Due sono le diete finora proposte per i soggetti affetti da autismo. La dieta priva di caseina (la proteina tipica di latte e formaggi) e di glutine (presente principalmente in pane e pasta) è stata proposta per gli ASD, perché si pensava che l’eccessiva presenza di queste due proteine potesse influenzare i tratti comportamentali tipici della malattia. Una ricerca del 2008 rivela che sono stati effettuati solo due studi scientifici per verificare questa affermazione. Il primo studio confermava la teoria, ma aveva preso in esame troppi pochi campioni. Il secondo studio, effettuato su un numero maggiore di malati ASD, ha invece smentito tutto. Dunque la limitazione del consumo di alcuni alimenti non solo non aiuta a curare la malattia, ma anzi potrebbe portare a deficit nutrizionali.
La seconda dieta proposta è quella ricca di grassi, chiamata dieta ketogenica. Il regime alimentare controllato si è dimostrato efficace nel ridurre gli attacchi di epilessia, che a volte hanno alcuni parallelismi con le crisi dei ASD. Per verificare l’ipotesi dell’efficacia della dieta, Cochrane nel 2016 ha pubblicato una raccolta che prende in esame tutti gli studi sul tema. 427 è stato il numero di bambini affetti da epilessia coinvolti in tali studi. Se i risultati permettono di affermare che la dieta ketoganica ha efficacia per questo tipo di attacchi, non vi è invece alcuna prova che funzioni anche nel caso delle crisi degli ASD. I bambini affetti da autismo infatti non erano inclusi nello studio. Studi precedenti, che coinvolgevano in modo specifico i ASD, hanno dato risultati limitati e soprattutto prendevano in esame un campione troppo limitato.
Oltre alle terapie basate su sostanze più o meno naturali o fisiologiche, per migliorare le condizioni di vita dei pazienti vengono anche usate tecniche quali l’agopuntura e la musico-terapia. Nel caso dell’agopuntura, nel 2012 è stata fatta una revisione sistematica di tutte le ricerche effettuate. La comparazione di tutti i casi descritti in letteratura non è stata facile: la mancanza di un metodo condiviso e di rigore statistico spesso ha reso difficile il confronto. Molti studi associano all’agopuntura terapie diverse, ma in generale gli effetti non sembrano essere negativi. Tuttavia, come dicono gli stessi autori della ricerca, c’è un insieme molto assortito di prove che non consentono di trarre conclusioni certe.
La musicoterapia è una tecnica che sfrutta la musica per favorire le relazioni. Nel caso dei ragazzi ASD si è rivelata efficace nel migliorare le interazioni sociali, le capacità comunicative e di adattamento. Anche il rapporto tra ragazzi e genitori migliora grazie all’approccio musicale. Lo dice uno studio condotto da Cochrane nel 2014 che coinvolge 165 partecipanti e analizza dieci paper scientifici. La ricerca andrebbe ampliata sia per testare la tecnica su in maggior numero di soggetti che per verificare gli effetti sul lungo periodo.
Tra le terapie proposte per il trattamento dei disturbi comportamentali legati all’autismo c’è anche la camera iperbarica. Uno studio del 2009 aveva elogiato le proprietà terapeutiche del trattamento con ossigeno. Poco dopo però i risultati furono smentiti e lo studio venne dichiarato falso. A confermare le conclusioni dell’ultimo studio effettuato c’è la ricerca del 2015 condotta dalla Undersea and Hyperbaric Medical Society. La società medica addirittura sconsiglia l’uso di questa pratica, finché non si conosceranno gli effetti sul lungo termine e non saranno realizzati studi ben strutturati. I bambini infatti potrebbero essere soggetti a traumi legati alle alte pressioni o a malattie polmonari.
La mancanza di cure certe e il desiderio di lenire un disturbo spinge molti a intraprendere strade alternative. Tuttavia l’assenza di un’adeguata ricerca scientifica può fare emergere una terapia, che in realtà non sortisce alcun effetto o addirittura si rivela dannosa. Nel caso di tutte le terapie più comunemente proposte per l’autismo, solo la melatonina o la musicoterapia potrebbero essere validi metodi complementari.
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