L’aritmetica di Renato Farina corretta da un fisico “del CERN”
L'Accordo di Parigi ci costerà 484 miliardi/anno per abbassare la temperatura di 0,05° C, stando all'agente Betulla. Di più, dice un "senior scientist"
IL PARCO DELLE BUFALE – Dopo un’assenza temporanea dall’Ordine dei giornalisti per aver scritto su Il Giornale e su Libero “notizie false” pagate dai quotidiani e dai servizi segreti tramite l’agente Pompa nome in codice Shadow; una condanna a 6 mesi di carcere per diffamazione e una legislatura da deputato nel Popolo delle Libertà, dal 2014 Renato Farina, nome in codice Betulla, è tornato nell’Ordine dei giornalisti e a scrivere notizie false su Libero.
Di solito non riguardano la scienza. Martedì 4 ottobre però, il Parlamento europeo doveva votare a favore o contro l’Accordo di Parigi, sottoscritto dai 28 paesi dell’Unione nel dicembre scorso. In prima pagina, l’articolo di Farina iniziava così:
Le scalmane dell’Unione
Ci truffano anche sul clima
Oggi la UE ratifica [nota 1] l’accordo sull’ambiente [nota 2]: costerà 484 miliardi all’anno [nota 3] per abbassare [nota 4] la temperatura di 0,05° [nota 5] entro il 2100. L’hanno votato solo 7 stati su 28 [nota 6], ma cosa conta in Europa la democrazia?
Proseguiva in quarta
Eurofregatura sul clima. E senza voto
Nessun paese osa contraddire la verità della religione ecologista: il mondo si sta scaldando ed è tutta colpa dell’uomo che ora deve pagare i danni. Eppure non ci sono dimostrazioni inoppugnabili che lo dimostrino [nota 7]
e finiva in quinta pagina con un crescendo di fanta-scienza, fanta-politica e fanta-economia sui “costi” e gli “esborsi” che l’Unione Europea farà pagare a quei c*** di contribuenti.
Nella realtà 7 paesi privi di attributi virili, avevano già ratificato per conto proprio l’Accordo di Parigi e altri 20 avevano confermato gli impegni presi l’anno scorso per ridurre le emissioni di gas serra e per contribuire tra il 2015 e il 2018 ai 2 miliardi di euro previsti dall’Unione per il “Fondo Verde” [nota 8]. Manca il piano della Gran Bretagna per il Brexit, ma il governo di Theresa May ha annunciato che li rispetterà.
Forse sembra insolito che il Parlamento europeo decida se i burocrati dell’Unione devono rispettare o meno gli impegni dei singoli governi, e reiterati [nota 9] da quello italiano il giorno del voto con una riserva giustificata. Di sicuro la democrazia conta: i deputati hanno approvato l’Accordo con 610 voti a favore, 38 contrari e 31 astensioni.
I fan di Renato Farina, adunati sulla pagina FaceBook intitolata inevitabilmente “Betulle, non c***”, si aspettano notizie false meglio se tendenziose, e non li delude. Diffama gli scienziati, crede a un complotto mondiale di termometri e sensori satellitari, è digiuno di economia ed è difficile capire cosa intenda con “democrazia”.
Appena compare una smentita su Climalteranti, si precipita a difendere l’articolo di Farina un “renatok06” che si proclama “senior scientist del CERN” o più modestamente “del centro di ricerca più famoso del mondo”, noto per impartire lezioni di climatologia, in questo caso a dei climatologi, e di ogni altra disciplina gli capiti a tiro.
L’elenco telefonico del CERN fa pensare che ci lavori un senior scientist renato k in effetti, ma non sembra un bambino petulante occupato durante il giorno a ricopiare frottole, condite con link ad articoli che le contraddicono.
1 – 5,3 = 6,3
Il “senior scientist” è convinto, come Farina, che i $ 5,3 trilioni di sussidi a fondo perso pagati nel 2015 per l’energia ci costino meno di $1 trilione/anno (arrotondato) necessario per implementare l’Accordo di Parigi. Lo dice una stima dell’International Energy Agency, senza link questa volta. Alla p. 4 di cui il “senior scientist” estrae solo una cifra, si trova scritto
Fra il 2015 e il 2030, la totale realizzazione degli impegni climatici richiederà al settore energetico di investire $13,5 trilioni in efficienza energetica e in tecnologia a basso contenuto di carbonio.
(Grassetto aggiunto nel caso il vice-presidente di Assocarboni non trovasse gli occhiali.)
L’investimento delle aziende del settore [nota 10] andrà diviso tra il risparmio energetico direttamente redditizio (basti pensare ai doppi vetri ripagati da una bolletta meno dispendiosa), e tecnologie produttive, quindi redditizie di per sé e dai benefici indiretti per altri settori dell’economia: fanno calare la spesa sanitaria, creano posti di lavoro, riducono i danni da eventi meteorologi estremi ecc., spiega il resto del rapporto.
Per colpa dei c*** che a Strasburgo hanno approvato l’Accordo quindi, quasi mezzo trilione graverà sul contribuente c*** della UE, ingannato da climatologi incompetenti e disonesti, dai loro “modellini farlocchi” e dal complotto mondiale ordito dai loro strumenti di misura.
35 – 32 = >30
Agli italiani, l’Unione “eurofregherà” non “la cifra fra 10 e 15 miliardi l’anno” inventata da Farina, ma più del doppio. Lo afferma uno studio del CNR, giù un altro link dove tutti meno il “senior scientist” leggono che l’Italia potrebbe azzerare le proprie emissioni inquinanti entro il 2050:
Il costo degli investimenti, stimato in 32 miliardi di euro all’anno in moneta corrente… verrebbe sostenuto dal risparmio generato sull’acquisto dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), pari a circa 35 miliardi di € del 2015.
Qualcuno del CERN potrebbe avvisare il vero senior scientist che un clone dell’agente Betulla travestito da “senior scientist” lo fa passare per analfabeta?
Note
- La UE ha ratificato l’Accordo di Parigi il 7 ottobre.
- L’Accordo riguarda il clima.
- Si veda sotto “1 – 5,3 = 6,3“
- L’Accordo vuole limitare l’aumento della temperatura media globale…
- … a 0,5-1° C rispetto a quella del 1800.
- Hanno votato pro, contro o si sono astenuti i parlamentari dei 28 paesi dell’Unione.
- Contrariamente a quanto sostiene anche il “senior scientist”, sono stati misurati l’effetto serra dei gas serra, il riscaldamento della temperatura a terra, in troposfera e in mare, la fusione dei ghiacci, l’innalzamento degli oceani ecc.
- Con investimenti o prestiti agevolati, incentivi, trasferimento di tecnologie ecc. da parte di enti pubblici e privati, intende aiutare i paesi poveri ad affrontare i rischi del riscaldamento globale.
- La quota decisa dal governo italiano è di 50 milioni di euro/anno dal 2015 al 2018, oltre ai 50 milioni già versati.
- Private o pubbliche, dove vige il libero mercato finanziano i propri investimenti con prestiti bancari, non con le nostre tasse. Come la UE, l’International Energy Agency, l’OECD, la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale e altri chiedono l’abolizione dei sussidi, da sostituire con incentivi all’innovazione.
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