STRANIMONDI

Le pandemie nei fumetti: 5 consigli d’autore

È il turno delle graphic novel e dei fumetti a tema. Per offrirvi una selezione mirata, abbiamo parlato con Jacopo Masini della casa editrice di fumetti Saldapress.

 Per proporvi questa rassegna però ci siamo rivolti all’aiuto di un esperto del settore. Uno scrittore e autore di graphic novel, quali Ed Gein – La madre di tutti i serial killer e Cannibal 1033 per Edizioni Inkiostro. Stiamo parlando di Jacopo Masini, che da molti anni tiene corsi di scrittura creativa ed è responsabile dell’ufficio stampa della casa editrice di fumetti Saldapress. Masini ha accettato il nostro invito e ci ha proposto una sua rassegna di 5 graphic novel che parlano di pandemie.

Y – L’ultimo uomo (Planeta DeA)

Iniziamo con un fumetto scritto da Brian K. Vaughan e disegnato dalla co-creatrice Pia Guerra. Il titolo originale inglese è Y the last man: Y indica l’iniziale del nome del protagonista Yorick Brown, ma crea anche un gioco di parole leggendo la lettera Y con la pronuncia inglese: “Why the last man”, ovvero “Perché l’ultimo uomo”. L’innesco narrativo, infatti, è un virus misterioso che uccide tutti i mammiferi di sesso maschile, eccetto il protagonista e la sua scimmia. “Qui il virus viene usato per creare un what if molto potente.

La situazione del protagonista Yorick Brown è un’occasione per riflettere su diverse tematiche. Come sarebbe, per esempio, il mondo se fosse abitato e governato da sole donne?” fa notare Masini. “Ma non solo: c’è anche un altro tema che ci riguarda da vicino durante questa pandemia, ovvero la protezione delle fasce di popolazione più colpite e a rischio”. Nell’universo del fumetto essere una donna mette al riparo da qualsiasi rischio e per un essere umano di sesso femminile ciò è a suo modo rassicurante, ma metà del genere umano è morta. “Se ci sembra assurdo, ripensiamo all’inizio dell’emergenza coronavirus: in quei giorni c’era un continuo puntare agli ‘anziani’ e ai ‘malati’ come persone a grande rischio, come se i ‘giovani’ e i ‘sani’ potessero sentirsi rassicurati e legittimati a esorcizzare la paura”. Ma ragionare per categorie può portare a generalizzazioni e conseguenti razionalizzazioni che in realtà sono disumane, e la simulazione della graphic novel di Vaughan lo mostra estremizzando proprio questo concetto e lo fa scegliendo una categoria che rappresenta il 50% del genere umano. Yorick è al tempo stesso necessario al genere femminile per salvare l’umanità tutta ma è anche il tremendo emblema della catastrofe, l’unico maschio sopravvissuto, un’ingiustizia vivente, sia per i maschi che non esistono più sia per le femmine, fra le quali ci sono anche gruppi femministi estremisti che vorrebbero ucciderlo per completare il disegno (per alcune) provvidenziale del virus. 

Animosity (Saldapress)

La nostra rassegna procede con questo secondo fumetto scritto da Marguerite Bennett e illustrato dai vividi disegni di Rafael De La Torre. In Animosity la pandemia crea una situazione rivoluzionaria che richiama il capovolgimento del “normale” già visto nel fumetto precedente. “Qui un virus sconosciuto fa sì che gli animali prendano coscienza, provino emozioni e inizino a parlare. Detto altrimenti, iniziano a comportarsi come gli umani. Come nel fumetto precedente il virus è un pretesto narrativo per rileggere i rapporti di forza del mondo” racconta Masini. Nel precedente venivano infatti ribaltate le dinamiche di genere, in questo è tutto il genere umano a essere esposto alla volontà di potenza di numerose specie che fino a oggi abbiamo assoggettato e letteralmente sottomesso grazie al nostro intelletto superiore (o presunto tale).

Annullato il gap intellettuale e comunicativo per colpa del virus, gli animali sono nelle condizioni di sottometterci a loro volta. Per questo il fumetto propone una riflessione ecologista complessa che non risparmia le nostre ipocrisie. La protagonista del fumetto è una bambina, Jesse Hernandez, che grazie all’aiuto del suo cane Sandor, diventato anche lui cosciente ma rimasto amico della protagonista, dovrà cercare di restare in vita in un mondo reso pericolosissimo dagli animali che ora contendono a Homo sapiens il predominio sulle città e sulla natura in una sfida ciecamente guidata dalla selezione naturale. In questo senso, il fumetto richiama l’elemento “evoluzionistico” della pandemia e mette al centro anche un tema che il coronavirus sembra averci fatto accantonare, ovvero quello dei cambiamenti climatici. “Una storia con gli animali che si ribellano all’uomo non richiama solo questioni legate all’animalismo o al veganesimo, ma più in generale si lega a quel filone di narrazioni che obbliga l’essere umano a fare i conti con la propria superbia e la propria incontrollata gestione della natura e delle sue risorse. Come topos narrativo lo troviamo anche in un altro fumetto che potrei proporvi nella rassegna, ovvero Injection di Warren Ellis, una riflessione sul progresso molto articolata e complessa” commenta Masini.

Crossed (Panini)

L’opera del discusso fumettista Garth Ennis è il terzo titolo che Jacopo Masini ci ha suggerito per questa rassegna. “In questo fumetto il tema centrale è la violenza e la sua vera e propria capacità di diffondersi in modo assoluto, cieco, incontrollato. L’epidemia è causata proprio da un virus che provoca un arrossamento a forma di croce sul volto – da questo la parola che dà il titolo al fumetto ‘crossed’, ‘scrociati’ – e che trasforma gli infetti in esseri violentissimi, cannibali, ciecamente assetati di sangue. Sono un po’ come gli zombie, ma a differenza loro gli scrociati sono ancora vivi, solo che totalmente violenti. Il fumetto mostra una violenza senza limite, i disegni non lasciano nulla all’immaginazione, è tutto estremamente crudo”.

A Ennis interessa indagare la predisposizione dell’essere umano alla violenza come forma di sopraffazione, per questo ricrea un mondo senza vincoli sociali. Un mondo che i filosofi del “patto sociale” – Hobbes, Locke, Rousseau – utilizzavano come esperimento mentale per argomentare l’utilità di un mondo regolato da leggi e convenzioni che limitassero la possibilità del più forte – qui, del più violento – di sopraffare il più debole. La viralità della violenza fa si che per sopravvivere in questo mondo sconvolto dalla pandemia anche i non infetti si debbano rivolgere alla forza per non soccombere. Essi devono infatti combattere contro infetti e non per sopravvivere, ed è proprio per questo che l’effetto virale viene amplificato dalla naturale violenza che Homo sapiens ha sopita nella sua natura profonda. “La violenza e la sopraffazione sono elementi che non possono essere lasciati da parte quando si parla di pandemie: pensate alla caccia all’untore di manzoniana memoria” afferma Masini.

Spirale (Star Comics)

Approdiamo a Uzumaki, manga del maestro dell’horror giapponese Junji Itō che costruisce una storia inquietante e metaforica che ruota tutto intorno al simbolo della spirale. Rispetto agli altri fumetti questa storia non parla espressamente di una pandemia causata da un virus o da un patogeno, ma racconta del diffondersi incontrollato di misteriose spirali che deformano indistintamente elementi naturali (vediamo mulinelli nel vento, nei torrenti, nei prati) fino a estendersi ai corpi delle persone, che ne vengono orrendamente deformati. La storia è ambientata nella cittadina di Kurōzu, che possiamo immaginare come una sorta di Twin Peaks, dove questa specie di maledizione a spirale porta orrore e disordine.

“Più che un morbo, quello che sconvolge le vite degli abitanti di questa città è una sorta di genius loci. Attraverso l’opera di Itō viene evidenziato l’elemento legato all’irrazionalità, alle nostre paure incontrollate, che assumono qui l’aspetto di spirali. Ciò richiama proprio la spirale di follia attraverso un simbolo semplice ma potente ed evocativo”. Il diffondersi di questo misterioso morbo a spirale può richiamare la capacità dell’irrazionale di contagiare una popolazione, elemento che può anche simboleggiare, per esempio, la diffusione di fake news o di comportamenti dannosi per le comunità in una situazione drammatica come la pandemia. Un momento dove dovrebbe dilagare il senso di socialità e di difesa del bene comune, e non il diffondersi di comportamenti, azioni o parole che possono creare disordine, irrazionalità e pericoli per i più deboli.

 

The Walking Dead (Saldapress)

Chiudiamo la rassegna con un titolo che avevamo già inserito nelle serie televisive, ma che, sentendo le parole di Jacopo Masini, è impossibile non segnalare anche tra le graphic novel. “The Walking Dead è un capolavoro, un fumetto inarrivabile per la capacità dell’autore Robert Kirkman di indagare la psicologia delle persone. Kirkman ci pone davanti quello di cui anche noi dovremmo iniziare a occuparci, ovvero la gestione del dopo, la convivenza con un mondo che esce cambiato dal virus”.

Nel mondo immaginato da Kirkman, convivere con il virus diventa inevitabile e oltre alla minaccia dei vaganti c’è anche la minaccia rappresentata dagli umani (ancora) non infetti, che però devono capire se possono fidarsi gli uni degli altri oppure no. Sopravvivere non vuol dire solo sfuggire ai vaganti, ma anche accaparrarsi le scarse risorse e i ripari sicuri a disposizione prima degli altri “sani”. In questo, fumetto e serie tv si assomigliano, ma i due prodotti non sono del tutto sovrapponibili. “Fumetto e serie televisiva hanno in comune l’impostazione che punta tutto sulla sopravvivenza e il focus sul dopo, ma ci sono differenze nello sviluppo delle storyline.

La serie tv, soprattutto nella prima fase quando Frank Darabont era lo showrunner, si è presa licenze che Kirkman non approvava. Un esempio è stata la comparsa dello scienziato al termine della prima stagione, una licenza narrativa che nel fumetto è totalmente assente: sapere il perché ci sia l’epidemia è totalmente inutile dal punto di vista narrativo. Non a caso questo filone è stato abbandonato totalmente e mai più ripreso in considerazione dagli showrunner che hanno poi sostituito Darabont” ci racconta Masini. Per questo il fumetto può essere assolutamente apprezzato anche dai fan accaniti della serie, proprio per via delle diversità di trame e di personaggi che fumetto e serie seguono nel corso degli eventi.

“Per chi volesse provare ad approcciare le pagine di The Walking Dead noi di Saldapress abbiamo messo a disposizione gratuitamente sulla nostra pagina Issuu il primo volume in occasione dell’iniziativa We are family, che riguarda la fruizione gratuita di alcuni nostri titoli. Uno è proprio l’albo iniziale della storia zombie di Kirkman, ma trovate anche Volt e Rough Riders, poi dal 4 aprile ogni due giorni verranno aggiunte sempre nuove serie a fumetti fino a un massimo di 15 titoli entro il 30 aprile”.


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Articolo pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   

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Enrico Bergianti
Giornalista pubblicista. Scrive di scienza, sport e serie televisive. Adora l'estate e la bicicletta.