CRONACA

Cronaca, esteri, politica, economia, cultura, costume e sport. Quando la ricerca esce dai laboratori e incontra la società.

AMBIENTECRONACA

Com’era verde l’Antartico

NOTIZIE - Recuperare carote di sedimento marino in condizioni impervie, datare con difficoltà ogni strato del campione, smistare migliaia di piccolissimi granuli di polline, catalogarli e capire a quale specie vegetale apprtengono (appartenevano). Questo il lavoro titanico computo dal team multidisciplinare che segue il progetto SHALDRIL, il cui scopo è ricostruire la flora e il clima negli ultimi 36 milioni di anni nella Penisola Antartica, la parte più settentrionale del continente, l'ultima ad essere stata ricorperta dai ghiacci (negli ultimi 55 milioni di anni) e la prima a scongelarsi ai giorni nostri a seguito del riscaldamento globale. Il lavoro, finanziato dalla National Science Foundation statunitense, è iniziato nel 2002. Alcune carote di sedimento fangoso (lunghe circa 30 m) sono state prelevate nelle acque basse vicino alla costa della penisola da John Anderson, primo autore della ricerca della Rice University. Il sedimento poi è stato datato dal paleooceanografo Steven Bohaty, dell'Università di Southampton) e dal suo team. Julia Wellner (ora all'Università di Houston) ha invece analizzato le caratteristiche del sedimento per capire se si fosse formato sotto a uno strato di ghiaccio, in mare aperto o in un mix delle due condizioni
CRONACA

Effetti collaterali

NOTIZIE - La scoperta potrebbe spiegare perché le persone con colpite da infezione da HIV e trattate con farmaci antiretrovirali a volte mostrano in anticipo i segni dell'invecchiamento, come le malattie cardiovascolari e la demenza in età precoce. Nei Paesi ad alto reddito, come l'Europa e il Nord America, i farmaci di prima generazione vengono utilizzati sempre di meno, a causa di possibili tossicità ed effetti collaterali se assunti per un lungo periodo di tempo. Dalla parte opposta c'è la situazione dei Paesi a basso reddito in via di sviluppo, che non possono permettersi medicine costose per i propri pazienti e devono ricorrere a questi farmaci. Proprio i farmaci che dovrebbero allungare la vita (migliorandone anche le condizioni) ai malati di AIDS, provocano un rapido e precoce invecchiamento e oggi forse sappiamo il perché. Stiamo parlando degli analoghi nucleosidici della trascrittasi inversa (NRTI), di cui il più noto è la Zidovudina, conosciuta anche come AZT, appartenenti alla prima classe di farmaci sviluppati per il trattamento dell'HIV. Quando venne commercializzata negli anni '90 rappresentava un importante passo avanti nel trattamento della malattia, ampliando notevolmente la durata della vita dei malati contribuendo a trasformare l'HIV in una condizione cronica, piuttosto che una malattia terminale.
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Il termometro sotto la lingua del dinosauro

NOTIZIE - Il dibattito decennale sul metabolismo dei dinosauri (erano animali a sangue caldo o a sangue freddo?) negli ultimi tempi sembra dar ragione all'ipotesi che si trattasse di animali endotermici, a sangue caldo appunto (soprattutto per l'accertata parentela con i moderni uccelli), ma lascia sempre spazio a qualche dubbio. Ora uno studio (pubblicato su Science Express) che ha utilizzato una tecnica mutuata dallo studio del paleoclima, dimostra che almeno per due specie di dinosauri (di grandi dimensioni), il brachiosauro e il camarosauro, la temperatura nella bocca (e presumibilmente nel resto del corpo) era piuttosto alta fra, i 36 e i 38 °c. Questo naturalmente non dice nulla su come il dinosauro raggiungesse questa temperatura (la produceva attraverso il metabolismo, come i moderni animali a sangue caldo, o la assorbiva dall'ambiente, come i rettili attuali, animali ectotermici, cioè a sangue freddo?) ma la tecnica è promettente perché può fornire dati precisi da usare nelle simulazioni sulla fisiologia dei dinosauri e in futuro potrebbe permettere di dirimere la questione
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Nuove prove sulla formazione del sistema solare

NOTIZIE - Nel numero di Science di questa settimana sono pubblicati due articoli che riportano i risultati delle prime misure dell'ossigeno e dell'azoto del Sole, dimostrando che l'abbondanza delle diverse specie isotopiche è diversa da quella presente sulla Terra. La missione Genesis della NASA, iniziata nel 2001, aveva proprio lo scopo di osservare il vento solare, intrappolare le particelle e riportarle sulla Terra. Per più di 2 anni ha raccolto gli atomi del vento solare (le particelle cariche espulse dall'atmosfera del Sole), posizionandosi al punto di Lagrange L1 a circa 1,5 milioni di km dalla Terra per evitare le complicazioni dell'atmosfera terrestre e del campo magnetico, che avrebbero potuto ostacolare le misure. L'equilibrio delle forze gravitazionali in corrispondenza del punto di Lagrange ha permesso inoltre al veicolo di mantenere un rapporto fisso con la Terra e il Sole con un consumo minimo di carburante.
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Kepler, lo spazzino spaziale

NOTIZIE - "Hai portato fuori la spazzatura?" "uh, quasi dimenticavo. Sgancio subito subito l'astronave" Sì, perché se sei su una stazione orbitante (per la precisione la ISS, la Stazione Sapziale Internazionale, l'unica che orbita intorno al nostro pianeta osptitando degli esseri umani) come fai a elminare la spazzatura? Dopo che hai riciclato il riciclabile, recuperato il recuperabile, non ti resta che prendere un'astronave vuota e lanciarla verso Terra, facendo in modo che si bruci per bene. Lunedì verso le nostre cinque meno dieci del pomeriggio dalla ISS è stato sganciato il veicolo automatico di trasporto Johannes Kepler (ATV) dopo che era stato riempito di tutto ciò che sulla stazione non serviva più: vestiti sporchi, contenitori di cibo, equipagiamento guasto (e persino dei contenitori di urina processata da sistema di ricliclo dell'acqua).
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Darwin digitale

NOTIZIE - Sono stati pubblicati e resi disponibili a tutti gli interessati più di 300 libri della biblioteca originale di Charles Darwin con le annotazioni personali dello scienziato. Una finestra su uno scorcio di storia della scienza e su uno dei suoi principali protagonisti.
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Il pericolo che viene dalla lavastoviglie

NOTIZIE - A metterci in guardia è una ricerca in fase di pubblicazione su Fungal Biology, la rivista della British Mycological Society. Nutrienti derivati dai residui di cibo, l'ambiente umido e caldo creano un habitat ideale per due tipi di funghi, che si possono trovare anche in altri elettrodomestici da cucina come lavatrici e macchine da caffè. I ricercatori hanno riscontrato che il 62% dei campioni prelevati dalla gomma sulle porte delle lavastoviglie conteneva i funghi Exophiala dermatitidis e E. phaeomuriformis, entrambi conosciuti per essere potenzialmente pericolosi per la salute umana. Se pensiamo ad ambienti estremi ci vengono in mente gli abissi oceanici o le regioni aride, dove pochi organismi sopravvivono, e invece è proprio nelle nostre case accoglienti che l'evoluzione ha selezionato funghi estremamente resistenti, estremofili domestici che si sono adattati ad una nicchia ambientale non così ospitale. Alte temperature che oscillano tra i 60 e gli 80°C, un ambiente alcalino, l'uso di detergenti e sali nelle lavastoviglie creano un ambiente in cui questi organismi riescono a sopravvivere e a proliferare.
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Quando Giove era al posto di Marte

CRONACA - Un nuovo scenario, che descrive una tappa-chiave nella formazione del sistema solare, è stato proposto da una collaborazione franco-statunitense, che include ricercatori del Cnrs (il Cnr francese) e delle università di Nizza e Bordeaux. Secondo questo modello, Giove sarebbe migrato verso il Sole, e più esattamente verso la posizione in cui è oggi Marte, prima di cominciare un'ulteriore migrazione verso l'esterno e raggiungere la sua posizione attuale, molto più lontana dal Sole. Attraverso il nuovo modello, i ricercatori spiegano sia la formazione della cintura di asteroidi sia la differenza di dimensioni tra i pianeti terrestri (Mercurio, Venere, Terra e Marte). Il gruppo sta ora cercando d'includere in questo scenario Urano e Nettuno, i pianeti del sistema solare più distanti dal Sole. Lo studio è pubblicato sul sito web di Nature (mentre la pubblicazione dell'articolo su carta è prevista per luglio 2011)
CRONACA

Novità da Ötzi

NOTIZIE - Le analisi sulla mummia dell'uomo di Similaun si moltilìplicano e ricorstruiscono nel dettaglio le sue ultime ore di vita, le abitudini e l'aspetto fisico (e molto sta ancora per essere svelato). L'altro ieri a San Diego in California si è tenuto il settimo Congreeso Mondiale sulle Mummie e naturalmente Ötzi l'ha fatta da padrone. Per chi già non lo sapesse (ma potete leggere degli approfondimenti qui, qui e qui) Ötzi è la mummia di un uomo vissuto circa 5200 anni fa, ritrovata nelle alpi nei pressi di Bolzano nel 1991 (conservata al Mueso Archeologico dell'Alto Adige). Studiatissima, in tutti questi anni ha fornito importanti indicazioni sulla vita degli uomini nel neolitico. Oggi con le moderne tecniche di imaging e di analisi genetica sta rivelando dettagli sempre più sofisticati. Già si sapeva che Ötzi è morto poco dopo aver consumato il suo ultimo pasto (assassinato con una freccia alle spalle) ma ora la scena si delinea con una precisione mai raggiunta in precedenza. Dopo aver riesaminato una TAC eseguita sulla mummia, il microbiolo Frank Maixner, dell'Istituo per le Mummie e l'Iceman di Bolzano, e colleghi hanno individuato per la prima volta lo stomaco di Ötzi, che era finora sfuggito, in quanto l'oragano si era spostato in una posizione diversa da quella normale. Una volta trovato lo stomaco è stato facile prelevare dei campioni del suo contentuo e analizzarli (era infatti pieno...). A queanto pare, l'ultimo pranzo di Otzi è stata carne di stambecco, un animale tipico nella zona alpina, anche all'epoca del nostro Iceman.
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Vaccini per il cancro: prove in corso

Il nuovo approccio terapeutico proposto nell'ultimo numero della rivista Nature Medicine sfrutta il sistema immunitario del paziente per eliminare le cellule tumorali, senza ricorrere alla chemioterapia e alla radioterapia. Una lotta senza effetti collaterali, che se effettivamente arrivasse in clinica potrebbe rivoluzionare la terapia oncologica. Istruire il nostro sistema immunitario ad aggredire le cellule tumorali non è certo un gioco da ragazzi. Prima di tutto è necessario conoscere quello che si chiama antigene che ci permetta di distinguere le cellule tumorali da quelle sane, come una bandierina issata sulla membrana cellulare... verde è buono, rosso è cattivo. La storia però non è così semplice. Gli epitopi sono tanti e nel corso della sua evoluzione, il tumore evolve e si modifica e quindi quella che oggi può essere una buona strategia, domani potrebbe non esserlo più. È una lotta ad armi impari, ma Alan Melcher e Richard Vile sembrano oggi aver ottenuto risultati più che incoraggianti nell'immunoterapia contro il tumore.
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