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Incentivi per l’acquisto delle auto elettriche?

AMBIENTE - In Parlamento la discussione è aperta. Se la proposta di legge bipartisan andasse in porto, chi nel prossimo anno decidesse di comprare un’auto elettrica potrebbe avere un contributo fino a 5.000 euro. Il provvedimento sbloccato a fine maggio prevede per il triennio 2013-2015 un impegno di spesa di 70 milioni di euro per finanziare un piano infrastrutturale per la ricarica dei veicoli elettrici ed altri 70 per dare incentivi fiscali all’acquisto. Ma quanti sono i veicoli elettrici oggi in circolazione nel nostro Paese? Secondo i dati del CEI-CIVES, la Commissione italiana veicoli elettrici stradali, sono circa 53 mila. Nel dettaglio sulle strade italiane viaggiano 3.100 auto elettriche, 8.700 furgoni per il trasporto merci, 950 autobus, 5.400 quadricicli e 35 mila motocicli.
AMBIENTEINFOGRAFICHELA VOCE DEL MASTER

Come trattiamo le nostre aree protette?

LA VOCE DEL MASTER - Dai dati raccolti da Legambiente, pubblicati a fine maggio nel dossier Biodiversità a rischio, sembra che stiamo imparando a trattare un po’ meglio i nostri parchi naturali. I numeri riportati ci dipingono il quadro delle illegalità compiute nelle aree protette italiane durante il 2011. Infrazioni, illeciti, denunce e sequestri seguono un trend in calo, se facciamo un confronto con il quadro datato 2010. Quasi 500 casi in meno tra le violazioni penali e gli illeciti amministrativi nel paese, con una classifica regionale dell’illegalità che vede Campania e Toscana traslarsi dalla prima e seconda posizione alla terza e alla quarta, rispettivamente, con un Lazio che di conseguenza, seppur inalterato, viene spinto in cima con un totale di 213 infrazioni. Salta all’occhio il caso del Trentino, da 0 a 119 casi di infrazione in un anno: un’oscillazione che è probabilmente imputabile all’intensificarsi dei controlli effettivi più che a un aumento così consistente dei casi. Inversione della polarità per la Sicilia e la Liguria, invece, con cali piuttosto significativi nei tassi di violazione. È chiaro che la consistenza di numeri di questo tipo va calibrata sulla quantità e la qualità degli accertamenti e dall’efficacia con cui viene fatta prevenzione nelle diverse regioni. Va detto inoltre che non sono stati integrati nella classifica 2011 i dati raccolti dalle Capitanerie di Porto, che erano invece stati forniti per l’elaborazione del 2010
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Acqua, tra disponibilità e consumi eccessivi

  AMBIENTE - Per fare una doccia consumiamo 45 litri d'acqua, quasi il doppio per lavare il bucato in lavatrice. Tutte le volte che tiriamo lo sciacquone se ne vanno 6-8 litri d'acqua, la stessa quantità necessaria nel corso della giornata per prepararci un pasto. In un anno ogni italiano utilizza per uso civile in media 152 metri cubi d'acqua, molto più di Spagna (127), Regno Unito (113) e Germania (62). A dirlo è il rapporto annuale di Legambiente "Acqua bene comune, responsabilità di tutti". Il nostro Paese è tra...
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Tutti al mare

AMBIENTE - Pronti per il mare? Quest’anno ci aspetta un mare sempre più blu e soprattutto più sicuro. Il 92,1% delle acque di balneazione dei Paesi dell’Unione Europea soddisfano gli standard minimi previsti dalla direttiva comunitaria. I dati arrivano dall’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente che ha monitorato la qualità delle acque di oltre 22mila siti di balneazione, analizzando la presenza di alcuni tipi di batteri, tra cui enterococchi intestinali ed Escherichia coli. L’Italia è promossa a pieni voti: il 91,9% delle acque costiere rispetta i parametri obbligatori, registrando un aumento di 6,6 punti percentuali rispetto all'anno precedente. Tra le acque “sicure” l’83% sono di eccellente qualità. Migliora notevolmente anche la situazione di fiumi e laghi: le acque dolci di eccellente qualità in un solo anno sono passate dal 58,4% al 77,1%. Solo meno del 3% delle acque di balneazione è risultato non conforme.
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Consigli per un mondo più equo

AMBIENTE - Nel 2011 abbiamo raggiunto i 7 miliardi di abitanti. Da qui al 2050 la popolazione mondiale supererà i 9 miliardi, con un aumento pari a una Cina e un’India in più. Se non vogliamo che il nostro pianeta finisca in una spirale negativa di malattie economiche e ambientali che porteranno a un futuro ancora più inospitale, è necessario da un lato ridurre i consumi dei Paesi industrializzati e dall’altro limitare le nascite in quelli in via di sviluppo. Sono queste le raccomandazioni che arrivano dall’ultimo rapporto “People and the Planet” della britannica Royal Society. In base allo schema di Rockstrom, illustrato nell’infografica, è possibile individuare nove "confini della Terra", entro cui la popolazione deve muoversi al fine di evitare cambiamenti ambientali che potrebbero avere conseguenze dannose sia per il pianeta stesso, sia per l’uomo. Dei nove confini individuati, le soglie di attenzione relative ai cambiamenti climatici, alla riduzione della biodiversità e all’azoto immesso nell’atmosfera, sono già state superate. Ecco, quindi, che le raccomandazioni della Royal Society diventano essenziali se si vuole mantenere un equilibrio sostenibile. Se i Paesi in via di sviluppo dovranno controllare le nascite, a quelli occidentali spetta il gravoso compito di farsi carico dell’1,2 miliardi di persone che vivono con meno di due dollari al giorno. E non solo, sempre i Paesi industrializzati dovranno ridurre i consumi di materie prime, aumentando l’efficienza.
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L’imballaggio vive due volte…

AMBIENTE - Non si butta via niente, o quasi. Nel 2011 sono stati recuperati 3 imballaggi su 4, il 140% in più rispetto al 1998 quando i rifiuti di imballaggio destinati al recupero erano solo il 33,2%. A fornire le cifre è il Consorzio Nazionale Imballaggi. L’anno scorso sono state recuperate a 8,58 milioni di tonnellate di acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro su un totale di 11,47 milioni di tonnellate di imballaggi prodotti. Di queste 7,4 tonnellate sono state avviate al riciclo, l’1,1% in più rispetto al 2010. Carta e acciaio sono stati i materiali più riciclati, con percentuali del 79,2% e del 75,9%. Parte dei materiali recuperati sono stati poi riutilizzati per produrre nuovi imballaggi: si stima che nel 2011 circa il 37% delle materie prime impiegate per produrli sia derivato da materiale da riciclo. Il 13% degli imballaggi recuperati è stato, invece, utilizzato come combustibile per produrre energia. Analizzando i dati relativi al periodo 1998-2011 si nota un’inversione di tendenza positiva. Si è infatti registrata una crescita notevole dei rifiuti avviati a recupero che sono passati dal 33,2% al 74,8%, con una conseguente riduzione dei rifiuti di imballaggio destinati a smaltimento scesi dal 66,8% al 25,2%. Ma la sfida continua. L’Italia dovrà potenziare le attività di prevenzione e riduzione dell’impatto ambientale degli imballaggi in modo da rispettare la Direttiva europea sui rifiuti del 2008 che fissa, in particolare, gli obiettivi di riciclo dei materiali al 2020. Crediti immagine: Laura Pulici
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L’energia che viene dal sole

AMBIENTE - Occhi puntati sul fotovoltaico. Tra le energie verdi, quella prodotta dal sole continua a crescere. Secondo i dati presentati al SolarExpo di Verona, l’Italia con oltre 9.000 MW installati è stato il primo Paese nel 2011 in termini di nuova capacità di energia fotovoltaica connessa alla rete, superando anche la crescita della Germania che detiene il primato in Europa. Oggi il fotovoltaico contribuisce per il 31% alla produzione di energia da fonti rinnovabili: gli oltre 340mila impianti presenti nel nostro Paese producono circa 11 TWh/anno di energia elettrica
COSTUME E SOCIETÀCRONACAINFOGRAFICHE

Il pranzo è servito, ma la dieta meditterranea non piace più

COSTUME E SOCIETÀ - Sarà forse colpa della dieta Dukan, ma gli italiani sembrano non amare più la dieta mediterranea. A dirlo è l’Inran, Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, che ha pubblicato l’ultima indagine sui consumi e sulle abitudini alimentari degli italiani. Guardando agli ultimi 150 anni, l’allontanamento dal modello alimentare mediterraneo comincia verso la fine degli anni ’60, con una diminuzione del consumo di proteine vegetali e carboidrati a favore di proteine animali e grassi di origine animale. Oggi le cinque porzioni di frutta e verdura, tanto care alle mamme, sono quasi un miraggio. In media ne consumiamo 418 grammi al giorno, appena sopra il minimo raccomandato dalla Fao (400 g). In compenso mangiamo molta carne rossa, circa 700 grammi a testa alla settimana contro i 400-450 grammi raccomandati
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Questioni di contraccezione

SALUTE - Parlando di contraccezione, quasi il 20% delle donne in tutto il mondo si dichiara insoddisfatta. Secondo i dati dell’Earth Policy Institute, 215 milioni di donne pur volendo ritardare o evitare una gravidanza non hanno accesso alle diverse opzioni anticoncezionali. In Africa questa situazione riguarda una donna su quattro. Tra le motivazioni che “ostacolano” l’uso dei metodi contraccettivi troviamo la scarsa informazione, le pressioni sociali e un accesso insufficiente a tali metodi. Il 63% delle donne in età riproduttiva, secondo gli ultimi dati delle Nazioni Unite, utilizza forme di contraccezione. Di queste quasi il 90% si affida ai metodi moderni. Sterilizzazione femminile (34%), spirale (25%), pillola e preservativo sono le tecniche più utilizzate, con differenze anche di rilievo tra le macroregioni considerate.
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AAA cercasi bici in città

AMBIENTE - L'Italia non è un Paese per biciclette. Almeno nelle grandi città. Poco importa se finalmente le bici potranno andare in contromano o se la campagna #salvaiciclisti ha raccolto finora più di 20mila adesioni, gli ultimi dati elaborati da Legambiente evidenziano una mobilità ciclabile piuttosto bassa. E non è solo un problema di mancanza di piste ciclabili. Lo studio ha infatti analizzato l'utilizzo della bici nelle città utilizzando l'indicatore del modal split che misura il numero degli spostamenti effettuati in città con i diversi mezzi di trasporto, classificando poi, quelli fatti a piedi, in bici e con il mezzo pubblico come “sostenibili” e quelli in moto e auto come “insostenibili”.
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