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Una finestra sul futuro. Diamo uno sguardo alle nuove frontiere della ricerca e ai protagonisti che rendono possibile il progresso della scienza.

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Alla scoperta della riproduzione suicida nei mammiferi

CRONACA - Dura la vita per i maschi appartenenti ad alcune specie di Dasyuridae, una famiglia di marsupiali diffusa in Australia, Nuova Guinea e Sudamerica: trascorrono, infatti, la quasi totalità del loro ciclo vitale da individui sessualmente immaturi e, non appena hanno la possibilità di riprodursi, muoiono di stenti subito dopo l'accoppiamento. In queste specie, infatti, circa il 90% dei maschi rimane senza vita immediatamente dopo l'atto sessuale, mentre il restante 10% muore nei giorni successivi. In generale, solo i più fortunati riescono ad accoppiarsi con più di una femmina nell'arco di pochi giorni, mentre nessuno è in grado di affrontare due diverse stagioni riproduttive. La causa che determina la morte è proprio il lungo e debilitante accoppiamento, che in alcune specie può durare fino a 14 ore ininterrotte. Al termine della copula, infatti, il decesso sopraggiunge a causa del collasso del sistema immunitario, determinato dalla presenza nel sangue di concentrazioni estremamente elevate degli ormoni dello stress, a loro volta dovute alla soppressione del meccanismo che ne regola i livelli in circolo. Insomma, un collasso fisiologico dovuto ad una strategia riproduttiva molto singolare, paragonabile al suicidio
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Scoperta nei mammiferi una nuova risposta antivirale

Si chiama RNA interference (RNAi) pathway, ed è una via di attivazione antivirale differente da quella classica innata delle nostre cellule. Fino a poco tempo fa vi erano prove che la possedessero solo invertebrati e piante, ma di recente ne è stata confermata l’esistenza anche nelle cellule dei mammiferi, grazie a un lavoro pubblicato su Science. Generalmente, quando il nostro organismo è attaccato da un virus, si attiva la risposta immunitaria innata: le cellule infettate che riconoscono il virus rispondono liberando delle proteine specifiche, gli interferoni, che stimolano le altre cellule a resistere all’agente infestante. La prima cellula infettata però, quella che attiva la risposta mediata dagli interferoni, spesso muore.
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Dimagrire mangiando, un verme può

Dimagrire mangiando: il sogno proibito di ogni donna diventa realtà nei nematodi. È nello specifico la specie Caenorhabditis elegans a vantare quest'invidiabile capacità, come hanno scoperto i ricercatori del The Scripps Research Institute (Tsri). Potrebbero esserci meccanismi simili anche negli esseri umani, o in altri mammiferi? Gli scienziati pensano di sì.
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A volte ritornano

Solo pochi giorni fa descrivevamo con soddisfazione il ritorno dei grandi mammiferi predatori negli Stati Uniti e il crescente consenso verso una pacifica convivenza con essi da parte delle popolazioni locali (Il ritorno dei predatori). Oggi, le buone notizie vengono invece da un rapporto internazionale redatto da BirdLife International, l'European Bird Census Council (EBCC) e la Zoological Society di Londra (ZSL), che riporta l'attenzione sulla situazione della fauna selvatica europea.
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In mancanza di criceti

Al Politecnico della Georgia, Atlanta, il gruppo di Zhong Lin Wang inventa nano-generatori stupendi. Uno va a criceto, uno a dito umano, altri sono intessuti in una camicia. Se il roditore non ci sta e il primate neppure, c'è quello in plastica che fornisce abbastanza elettricità da ricaricare un telefonino.
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Oggi si festeggia l'”incantatrice dei numeri”

“Incantatrice dei numeri, dimentichi questo mondo e tutti i suoi guai e se è possibile, con tutti i suoi numerosissimi ciarlatani perché ogni cosa ha una breve durata”. Così il celebre matematico Charles Babbage scriveva ad Ada Lovelace (1815-1852), nata Augusta Ada Byron, di cui oggi si ricorda l’enorme contributo scientifico nel campo della matematica.
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Barriere coralline a 360°

Il monitoraggio e la comprensione dello status di rischio di tutte le barriere coralline del mondo: ecco l'ambizioso obiettivo del Global Reef Record, un progetto iniziato nel 2012 che, dopo una fase pilota condotta lungo oltre 150 km di costa della Grande Barriera Corallina australiana, verrà ampliato a tutte le acque costiere tropicali.
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Aquile a caccia di cervi

Una carcassa di cervo con evidenti segni di predazione nelle fredde foreste russe non sarebbe nulla di speciale, almeno se il predatore in questione fosse un grosso mammifero carnivoro, quale un orso, un branco di lupi o una rara tigre siberiana. Ma quando viene accertato, con tanto di testimonianze fotografiche, che la sua morte è stata causata da un uccello rapace, la situazione cambia.
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