SALUTE

Diamo uno sguardo al mondo della salute: ospedali, prevenzione, medici, politiche sanitarie, trend sulla salute degli italiani ma anche le ultime scoperte in campo medico.

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Dormire bene per restare in forma

SALUTE - La cosa peggior al mondo? Cercare di dormire e non riuscire a farlo. Lo sosteneva lo scrittore Francis Scott Fitzgerald. E non pochi oggi gli darebbero ragione. Visto che un sonno non adeguatamente ristoratore può influire, negativamente, sul benessere fisico, mentale ed emotivo delle persone e, secondo la World Association of Sleep Medicine, il 45% della popolazione mondiale ha problemi con il riposo notturno. Numerose ricerche scientifiche, del resto, hanno dimostrato l’importanza del dormire bene. E altro che chi dorme non piglia pesci. Uno studio pubblicato su Plos One sottolinea che chiudere gli occhi dopo aver appreso qualcosa di nuovo fa bene alla memoria. Al contrario, uno studio pubblicato su Sleep sostiene che tra gli adolescenti una deprivazione cronica del sonno può incrementare il rischio di suicidio. Sugli Archives of Internal Medicine si possono leggere invece i risultati di una ricerca che accerta gli effetti benefici, sul sistema immunitario, del dormire bene: tiene alla larga il raffreddore.
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Cancro alla tiroide, Chernobyl scagionato per insufficienza di prove

SALUTE - Negli ultimi trent'anni il tumore alla tiroide è rapidamente aumentando in molti Paesi industrializzati e tra il 1991 e il 2005 è quello che ha fatto registrare il maggior incremento di nuovi casi diagnosticati. In Italia il dato è particolarmente rilevante perché c'è stato quasi un raddoppio in soli quindici anni. SALUTE - Negli ultimi trent'anni il tumore alla tiroide è rapidamente aumentando in molti Paesi industrializzati e tra il 1991 e il 2005 è quello che ha fatto registrare il maggior incremento di nuovi casi diagnosticati. In Italia il dato è particolarmente rilevante perché c'è stato quasi un raddoppio in soli quindici anni. Quando si dice così, la prima parola che viene in mente è Chernobyl. Si sa, infatti, che tra i principali fattori di rischio per il tumore alla tiroide, oltre all'obesità e alla carenza di iodio, c'è l'esposizione alle radiazioni ionizzanti. L'Onu, nel rapporto dello Scientific Committee on the Effects of Atomic Radiation, ha stimato che solo nelle zone limitrofe al disastro e fino al 2005 oltre 6.000 bambini si sono ammalati di tumore alla tiroide a causa del fallout radioattivo. Questi sono dati di fatto. Dati che ci farebbero supporre anche che la diffusione vertiginosa di questa tipologia di cancro in Italia sia correlata all'esposizione al cesio 137 dovuta all'incidente. Giusto? No proprio. Un'indagine condotta in tutta Italia dai ricercatori del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano sulla base dei dati dell'Associazione Italiana Registri Tumori non ha trovato infatti collegamenti fra il post-Chernobyl e l'aumento registrato nel nostro Paese.
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La faccia buona della psoriasi

SALUTE - è una malattia autoimmune che provoca lesioni dolorose sulla pelle e prurito. Ma, dimostra un nuovo studio, le persone che ne sono affette hanno una maggior possibilità di essere portatori di geni che proteggono l'organismo dai effetti dell'HIV-1. Le persone che nel loro DNA hanno i geni HIV-1 controller (cosi li hanno chiamati gli scienziati) e sono stati contagiati dal virus, mantengono l'infezione a livelli molto bassi e non sviluppano sintomi evidenti della malattia. Uno studio pubblicato su PLoS Genetics ha mostrato che le persone affette da psoriasi hanno una probabilità più alta di avere questi geni rispetto alla popolazione non affetta dalla malattia autoimmune. Gli studi di genetica evolutiva hanno messo in evidenza il delicato equilibrio fra le varianti genetiche che favoriscono il controllo di certe infezioni e la possibilità che queste varianti scatenino una risposta autoimmune. Questi geni legati alla psoriasi e alla protezione contro l'HIV-1 ne sono un esempio, che spiega anche il motivo della sopravvivenza nella popolazione di geni potenzialmente nocivi.
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“Pinzette” contro il Parkinson

SALUTE - Milioni di persone soffrono della malattia di Parkinson, un disordine del sistema nervoso che riduce la mobilità, induce tremore a riposo e si aggrava al passare del tempo. Poiché la popolazione mondiale invecchia, si stima che il numero di persone colpite dalla malattia andrà crescendo anno dopo anno. Eppure, malgrado si siano sperimentate diverse terapie efficaci nel trattamento dei sintomi del Parkinson, nulla rallenta la progressione della malattia. Mentre non è noto cosa esattamente causi il disturbo, ci sono però indizi che puntano a un colpevole particolare: una proteina detta alfa-sinucleina. Si pensa che questa proteina, che si trova comunemente in tutti i pazienti affetti da Parkinson, diventi uno dei responsabili della malattia nel momento in cui si lega in gruppi, o aggregati, e diventa tossica, uccidendo i neuroni. Un gruppo di ricercatori dell'Università della California di Los Angeles (UCLA) ha trovato il modo di evitare che si formino aggregati: non solo il nuovo metodo non sarebbe tossico, ma riuscirebbe anche a scindere gli aggregati già esistenti
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Libertà di pubblicazione e sanità mondiale

A New Orleans, tra pochi giorni una Corte d'Appello dirà se le riviste scientifiche hanno il diritto di pubblicare i risultati del Diesel Exhaust in Miners Study (DEMS), lo studio ventennale su gas di scarico da motori diesel e cancro al polmone. Il diritto è contestato dalle società minerarie, rappresentate dalla lobby Mining Awareness Resource Group e appoggiate dal Diesel Technology Forum, che raggruppa i produttori di motori diesel.
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Genitori che non vaccinano i bambini: che fare?

SALUTE - Non vuoi vaccinare tuo figlio? Allora cercati un altro medico. Sembra che negli Stati Uniti siano sempre di più i pediatri che mettono alla porta quei genitori che non vogliono sentire ragioni e che "il vaccino a mio figlio proprio no". Un'indagine condotta in Connecticut, per esempio, ha rivelato che su 133 pediatri interpellati, 40 avevano allontanato dal loro studio genitori refrattari all'immunizzazione e un'inchiesta analoga su 909 pediatri del Midwest americano ha trovato, in media, il 21% di intransigenti. Della faccenda si è occupato un paio di...
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Un ego un po’ troppo costoso

SALUTE - Il narcisista ha un ego, per così dire, taglia extra large. È scarso in empatia e si ritiene sempre all'altezza delle situazioni. Simpatico a prima vista, intelligente, apparentemente sicuro di sé. È amato, oltre che da se stesso, anche dalla psicologia. Di ricerche in merito ne sono state fatte diverse, anche negli ultimi anni. Nel 2010, ad esempio, la psicologa Soraya Mehdizadeh usò Facebook per predire il livello di narcisismo nelle persone e i risultati del suo studio furono pubblicati su Cyberpsychology, Behavior and Social Networking. I dati ottenuti indicavano che i narcisisti erano quelli che passavano più tempo su Facebook a controllare il proprio profilo e la propria bacheca. Che erano più propensi ad aggiornare il loro stato e ad aggiungere immagini di loro stessi o contenuti autopromozionali
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Più longevi di poco e solo se maschio

SALUTE - Su Nature,Yariv Kanfi e altri genetisti dell’università Bar Ilan, a Ramat Gan in Israele, pubblicano una ricerca sulle sirtuine espresse dal gene SIRT6. Nei topi maschi con il gene potenziato aumentano le sirtuine e la longevità di un 13-15% rispetto al gruppo di controllo. Spiacente, signore, ma alle femmine il gene potenziato non fa alcun effetto. Nel caso della longevità maschile, il dato è al limite del significativo, scrivono gli autori, per confermarlo ci vorranno altre ricerche. Saggia precisazione. Quelle proteine, degli enzimi per l'esattezza, suscitano dall'inizio del secolo più entusiasmi che cautele. Da quando si è scoperto il primo gene SIRT nel lievito di birra, i risultati ottenuti nei nematodi o nei moscerini della frutta sono stati ridimensionati in successivi esperimenti, a volte fatti dagli stessi ricercatori
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Back to the Start

ARTE, MUSICA E SPETTACOLI - Che cosa centra uno video sugli allevamenti sostenibili in uno dei più importanti eventi di musica a livello mondiale? È successo la settimana scorsa alla 54-esima edizione degli Oscar per la musica (www.grammy.com). Durante le premiazioni dei tanti volti noti del panorama musicale internazionale è stato proiettato Back to the start, un video di animazione sulla storia di un allevatore che lentamente traforma la sua fattoria tradizionale in un azienda industriale, fino a rendersi conto dei suoi sbagli e scegliere di ritornare a un modo più tradizionale e sostenibile di allevare i suoi animali. Il video, della durata di due minuti, realizzato dal film-maker irlandese Johnny Kelly, è stato montato sulla cover della famosa canzone The Scientist dei Coldplay, interpretata per l’occasione dal cantante country Willie Nelson. Back to the Start, che dal mese di agosto su youtube ha collezionato più di 5 milioni di visualizzazioni, è stato commissionato dalla Chipotle Cultivate Foundation, fondazione americana impegnata nel promuovere l’importanza dei metodi agricoli tradizionali e della produzione biologica del cibo. Che uno spot di questo tipo trovi spazio addirittura ai Grammy Awards fa pensare che negli Stati Uniti, roccaforte dei fast food, più di qualcuno inizi a pensarla diversamente.
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Il cibo biologico è migliore?

AMBIENTE E SALUTE - Siamo disposti a spendere quasi il doppio, come rivela un’indagine di Altroconsumo, per acquistare prodotti da agricoltura biologica. Perché li consideriamo più genuini, più buoni, più rispettosi del pianeta. Quando li portiamo in tavola, ci sentiamo in armonia con la natura. A ben vedere, però, le cose non stanno esattamente così. Biologico non è sinonimo di sostenibile (non sempre, perlomeno) e neppure garanzia di qualità nutrizionali superiori (anche se è proprio questo l’equivoco su cui fanno leva le campagne di marketing).
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