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evoluzione culturale
CULTURALIBRI

LIBRI – Il topo che amava i gatti

“Che orgoglio per i ricercatori e gli ingegneri, giusto qualche tempo prima della seconda guerra mondiale, aver immaginato, concepito e messo a punto il radar! E che sorpresa scoprire in seguito che i pipistrelli utilizzano da sempre lo stesso principio, ma in modo ancora più elaborato. Ma come ha fatto questo animale a scoprire ciò che l'uomo non poteva neanche sospettare o concepire prima dei grandi traguardi scientifici del XX secolo?”
COSTUME E SOCIETÀ

La strategia dell’estorsione

COSTUME E SOCIETÀ - Negli ultimi sessant'anni il Dilemma del prigioniero - la scelta tra collaborare e fare defezione - è stato analizzato dai teorici dei giochi in ogni versione possibile e in contesti che vanno dall'economia all'evoluzione delle specie. Su PNAS, un imprenditore e un fisico teorico identificano a sorpresa mosse reiterate che nessuno aveva ancora formalizzato.
CULTURA

Molti modi di essere umani

http://www.flickr.com/photos/oggiscienza/sets/72157628480950047/show/ Non siamo gli unici uomini su questa Terra o almeno non lo siamo stati sempre. Come è nata la nostra specie? Quando? Perché? E chi sono gli altri Homo che hanno vissuto con noi? Una risposta a queste domande arriva da Homo sapiens – la grande storia della diversità umana, mostra a cura di Telmo Pievani e Luigi Luca Cavalli Sforza, al Palazzo delle Esposizioni a Roma. Inaugurata l’11 novembre la mostra rimarrà aperta al pubblico fino al 9 aprile 2012, con una proroga di quasi due mesi sulla...
COSTUME E SOCIETÀ

Riscrivere Darwin? L’uomo venuto dal nulla…

COSTUME E SOCIETÀ - Prima liceo, ore 9, lezione di scienze. Davide Sassi, il prof, sta parlando di evoluzione, mentre Andrea, in fondo alla classe, sbuffa: "Prof, ma queste cose non sono superate? A me risulta che secondo le ultime scoperte sul DNA l'uomo non sia imparentato con alcun ominide preesistente. È scritto nel nostro libro di storia". Sassi non crede alle sue orecchie, sicuramente Andrea ha capito male. Ci scommette una pizza. Perde. Già, perché il libro in questione, Atlante di storia. Dalla preistoria alle Idi di marzo, di Paolo Di Sacco (Le Monnier Scuola, 2010), nel capitolo dedicato alla comparsa dell'uomo moderno dice esattamente questo: che "homo sapiens sapiens (sic! Con buona pace del fatto che secondo la nomenclatura binomiale l'iniziale di genere va maiuscola e che la dicitura "sapiens sapiens" non è più usata dagli esperti da tempo) non aveva alcun legame genetico con i precedenti ominidi" e che "non ha punti genetici di contatto neppure con le specie umane meno antiche"
CRONACA

L’albero genealogico delle lingue

NOTIZIE - Della ricerca pubblicata qualche giorno fa su Nature da Michael Dunn e colleghi colpisce soprattutto il metodo utilizzato. Il gruppo di ricerca ha infatti unito in uno sforzo multidiscilplinare la linguistica e la biologia evolutiva, applicando i metodi della seconda sulla prima. Dunn e colleghi volevano mettere alla prova due degli approcci più in accreditati in linguistica. Da un alto quello generativo degli eredi di Noam Chomski (non perché sia morto, ma nel senso di scuola), secondo il quale esisterebbero degli universali linguistici, cioè delle caratteristiche comuni a tutti i linguaggi alle quali il sistema cognitivo sarebbe perfettaente "accordato". Dall’altra parte invece ci sarebbe l’approccio statistico (nato, secondo gli autori, da Joseph Greenberg) che va a cercare delle regolarità che correlino entro una data famiglia di linguaggi, per esempio l’ordine delle parole. I due approcci non sono in antitesi, più che altro guardano al problema da prospettive diverse. In ogni caso Dunn e colleghi intendevano testare le due scuole di pensiero, utilizzando però uno strumento nuovo
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