search result for:
evoluzione culturale
Credits: boris_licina/Flickr
ricerca

Australiani? Isolati, ma non troppo

COSTUME E SOCIETÀ - In un panorama scientifico in continuo divenire in cui le nostre conoscenze vengono quotidianamente modificate e messe in discussione da nuove scoperte, favorite a loro volta dallo sviluppo di tecnologie di indagine sempre più economiche e all'avanguardia, poche informazioni sono considerate in qualche modo 'consolidate'. Nell'ambito dello studio dell'evoluzione umana e del popolamento della nostra specie dell'intero pianeta, una di queste conoscenze acquisite riguarda la colonizzazione del continente australiano e il successivo isolamento delle popolazioni giunte in questi territori dopo il primo imponente episodio migratorio. In generale, infatti, si è sempre pensato che le prime popolazioni umane giunsero in Australia intorno a 40.000 anni fa e che, almeno fino ai tempi storici, queste rimasero isolate dal resto dell'umanità (a parte contatti puntiformi con gli abitanti di Nuova Guinea e delle isole indonesiane e melanesiane). Questo punto fermo era basato su diversi studi che avevano confrontato il DNA degli aborigeni australiani con quello di diverse popolazioni provenienti da tutti gli altri continenti. Forse però questi studi non erano così approfonditi e condotti su campioni troppo ristretti poter cogliere alcuni importanti dettagli, come si legge sulle pagine della rivista PNAS in una ricerca condotta da Irina Pugach del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia ed altri ricercatori di svariate nazionalità che mette in dubbio questa nozione largamente condivisa. Lo studio ha analizzato, e successivamente confrontato tra loro, la varibilità all'interno dei genomi di aborigeni australiani, abitanti della Nuova Guinea e delle maggiori isole del Sudest asiatico, nonché di alcune popolazioni indiane provenienti dalle regioni da cui probabilmente partirono gli antenati dei primi colonizzatori dell'Australia.
CULTURALIBRI

LIBRI – La sacra causa di Darwin

LIBRI - In anni molto recenti diversi detrattori della teoria di Darwin – quasi sempre su un piano ideologico e non scientifico – si richiamano a presunti “problemi etici” della teoria dell'evoluzione per selezione naturale. C'è chi tira in ballo addirittura i totalitarismi e i passaggi più bui della storia del Novecento per insinuare che la teoria di Darwin conterrebbe concessioni all'eugenetica e al razzismo. Argomentazioni che si rivelano del tutto inconsistenti da un punto di vista scientifico e soprattutto storico. Gli storici della scienza Adrian Desmond e James Moore ce lo ricordano in modo puntuale e affascinante in La sacra causa di Darwin – Lotta alla schiavitù e e difesa dell'evoluzione, edito da Raffaello Cortina Editore.
eventi

Homo sapiens – a Trento dal 20 settembre al 13 gennaio

EVENTO - Si inaugura oggi al Museo delle Scienze di Trento, la mostra Homo Sapiens - La grande storia della diversità umana. Dopo la prima edizione al Palazzo delle Esposizioni di Roma, da venerdì la nuova versione della mostra rinnovata sarà visitabile a Trento fino al 13 gennaio 2013. La mostra racconta la storia dell'evoluzione, a partire da una piccola valle africana qualche milione di anni fa, seguendo gli incontri e gli incroci tra le diverse popolazioni fino ad arrivare a oggi. Organizzata dal Museo delle Scienze di Trento con...
COSTUME E SOCIETÀCULTURA

Una collana di conchiglie di 44mila anni

CULTURA - La cultura moderna è emersa in Africa meridionale almeno 44mila anni fa, cioè più di 20mila anni prima di quanto si sia pensato fino a oggi. Lo suggerisce un lavoro condotto da un gruppo internazionale di ricercatori, guidati dal paleoantropologo italiano Francesco d'Errico, ricercatore al Cnrs (il Cnr francese) di Bordeaux e all'università di Bergen in Norvegia.
COSTUME E SOCIETÀ

Né di Venere né di Marte

COSTUME E SOCIETÀ - Leggo oggi che una nuova ricerca (pubblicata su Plos One, guidata da un ricercatore dell'Università di Torino, Marco Del Giudice, che ha lavorato con colleghi dell'Università di Manchester, trovate la notizia anche su La Repubblica), dimostra che per quanto riguarda una selezione di 15 tratti di personalità uomini e donne sono diversi. Lo studio si contrappone a un'altra influente ricerca del 2005, firmata da Janet Shibley Hyde, secondo cui invece le differenze di personalità fra i sessi sono minime. Come mai conclusioni cosi diametralmente opposte sullo stesso argomento? La parte scettica di me risponderebbe che forse sono gli inconvenienti di una scienza che studia un argomento sfumato e non definibile in maniera univoca, ma c'è un'altra spiegazione più pertinente e legata alle due diverse metodologie adottate. In pratica, semplificando molto, lo studio originale di Hyde ha guardato e confrontato i dettagli, mentre quello di Del Giudice si è allargato alla globalità (per la precisione Del Giudice e colleghi hanno adottato un analisi multivariata, mentre Hyde ha analizzato i singoli tratti facendone poi una sorta di media)
CULTURA

L’albero della vita

CULTURA - Un viaggio sulle tracce dell'avventura umana e scientifica di Charles Darwin, il celebre naturalista inglese. Un’esposizione per conoscere gli antenati delle forme di vita presenti oggi sul nostro pianeta attraverso exhibit interattivi e percorsi didattici. È “L’Albero della Vita”, una mostra itinerante inaugurata oggi a Gorizia, presso il Palazzo Attems Petzenstein, e aperta al pubblico fino al 19 giugno 2011. Promossa e realizzata dalla Provincia di Gorizia, i Musei Provinciali di Gorizia e Codice. Idee per la cultura, “L’albero della vita” è un percorso alla scoperta dell’evoluzionismo attraverso gli occhi di Charles Darwin: un viaggio attorno al mondo, ma anche un avvincente viaggio della mente.
Uncategorized

Culturomica, il nuovo gioco di società

ARTE, MUSICA & SPETTACOLI - - Science ha anticipato on-line la ricerca di Jean-Baptiste Michel, Martin Nowak, Steve Pinker di Harvard, altra bella gente e il gruppo Google Books, “Analisi quantitativa della cultura usando milioni di libri digitalizzati”. È un regalo di Natale per le scienze umane, certo, ma anche per internauti curiosi dai 7 ai 107 anni. Si tratta di una forma avanzata di data-mining in 5,2 milioni dei 13 milioni di libri digitalizzati da Google, il 72% dei quali in inglese, il resto in francese, spagnolo, tedesco, cinese, ebraico e russo. Sono stati scelti quelli usciti tra il 1800 e il 2000 perché serviva una documentazione bibliografica certa, come la data e il luogo di pubblicazione, e ne sono stati ricavati 500 miliardi di "grammi" (dal greco per traccia, come nella parola "engramma"): parole, acronimi, date, misure.
Uncategorized

Che noia, li turchi!

CRONACA - Niente di nuovo, e neppure qualche gustosa polemica, alla conferenza sul creazionismo islamico di Milano Io di solito alle conferenze creazioniste non ci vado: mi sembra una totale perdita di tempo. Però gli adepti del profeta turco del creazionismo islamico Harun Yahya (“autore di 300 libri, tradotti in più di 50 lingue”, è stato ripetuto come un mantra per tutta la sera), non me li volevo perdere. Lui, il grande capo, non c'era. Anche se – ve lo anticipo subito – abbiamo potuto godere di un collegamento in...
1 6 7 8
Page 8 of 8