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Trifoglio rosa per tutti

Sunto di chiacchiere con amici apicoltori, apidologi e chimici sulla peer-review, a cura dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, delle ricerche sui “pericoli” per le api di clothianidin, imidacloprid, thiamethoxam, sulla difesa di Federchimica-Agrofarma e un appello. Anzi due.

L’acaro maledetto dalla Svizzera alle Hawaii

In Svizzera le api sono sono appena state dimezzate dalla Varroa destructor, un acaro che si riproduce nelle pupe e che da solo non dovrebbe causare una mortalità così elevata. Stephen Martin dell'Università di Sheffield e i suoi colleghi hanno trovato un spiegazione un po' preoccupante nell'arcipelago delle Hawaii.

L’indiziato n. 1

I neonicoitinoidi fanno male alle api e in Italia l'uso di questi pesticidi, che proteggono le sementi dagli insetti nocivi, è sospeso da una moratoria annua che scade a giugno. Al rinnovo si oppone l'associazione Agrofarma che contesta le nuove ricerche con argomenti poco convincenti.

Mal di pancino

AMBIENTE - In primavera, le api soffrono spesso di una diarrea provocata dalla muffa Nosema apis. Di solito l'infezione è lieve, ma "esplode" se in precedenza hanno ingerito dosi non tossiche di un insetticida neonicotinoideo il cui uso è sospeso in Italia e vietato in altri paesi europei. Al Bee Research Lab del Dipartimento statunitense dell’agricoltura, Jeff Pettis e Dennis van Engelsdorp coordinano dalla fine del 2006 le ricerche sulla sindrome dello spopolamento degli alveari. Su Naturwissenschaften esce una loro ricerca che dovrebbe interessare gli apicoltori italiani, poiché la messa al bando dei pesticidi neonicotinoidei scade il 30 giugno prossimo. Durante l'inverno, i ricercatori hanno dato a 10 arnie del cibo con 20 parti per miliardo di imidacloprid (marchio Confidor), ad altre dieci con 2 pp-miliardo, dosi che precedenti ricerche hanno dimostrato prive di effetti sulle api adulte. Alle ultime dieci arnie, il gruppo di controllo, hanno dato cibo normale.

Ridotte a zombie

CRONACA - Dopo che nel 2006-2007 gli alveari americani sono stati dimezzati dalla sindrome da spopolamento delle colonie, dalle cause ancora da chiarire, le api faticano a riprendersi. Ci mancava solo l'Apocephalus borealis. Per un libro sulla sindrome, ero stata dagli “apicoltori urbani” di San Francisco. Da marzo a novembre, portano le arnie nella parte incolta del Presidio, un grande parco sopra la città con laghi e colline dalle quali si vede la Baia. Le api di San Francisco stavano benissimo. Benissimo, oddio... erano anch'esse afflitte da Varroa destructor, un acaro micidiale, a primavera soffrivano di diarrea per via di una muffa, la Nosema apis, ma in confronto a quelle sfruttate per l'agricoltura e sballottate sui Tir da un capo all'altro del paese da febbraio a novembre, quelle urbane scoppiavano di salute

Il ronzio (elettromagnetico) che disturba l’ape

NOTIZIE - È stato pubblicato sulla versione cartacea e non è ancora disponibile online (almeno così pare). La rivista, Apidologie, è pubblicata da Springer e non ha un impact factor favoloso (nel 2009, ultimo dato disponibile, 1,493) ma data la settorialità non è una sorpresa. Apidologie si occupa infatti esclusivamente di biologia delle api. Se date un’occhiata al sito vedrete un’impennata di download dall’11 magggio, data di pubblicazione dell’articolo di Daniel Favre dal titolo “Mobile phone-induced honeybee worker piping” (il link però all’articolo non funziona e anche cercando con il doi - 10.1007/s13592-011-0016-x – non si trova, magari è solo un problema temporaneo, intanto se volete leggerlo l’ho trovato a questo indirizzo non ufficiale). L’improvvisa attenzione verso per articolo non stupisce: se confermata si tratterebbe di una possibile causa in più per la massiccia scomparsa delle api alla quale si sta assistendo ormai da quasi una decina d’anni soprattutto in nord Europa e in nord America, nonché un effetto nocivo del massiccio inquinamento da onde elettromagnetiche che interessa soprattutto i paesi sviluppati come conseguenza della diffusione dei telefoni cellulari.

Api e pesticidi

Abbiamo ricevuto anche noi l'appello per salvare le api promosso dell'associazione Avaaz, senza  scopo di lucro. Le api, intese come Apis...
LA VOCE DEL MASTER

Il volo più raro del calabrone***

LA VOCE DEL MASTER - Uno studio americano pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, il primo così approfondito, ha rilevato un vistoso declino di alcune specie di calabrone (nella fattispecie, Bombus occidentalis, B. pensylvanicus, B. affinis, e B. terricolae) e una netta contrazione del loro areale di distribuzione negli Stati Uniti e in Canada. La ricerca, durata tre anni, si è basata su dati storici, più di 73.000 documenti museali raccolti dal 1800 in poi, relativi a circa 400 siti, confrontati con monitoraggi condotti a livello nazionale che hanno coinvolto più di 16.000 campioni.

Batteri buoni per le api

Ma anche per piante, monumenti e in futuro chissà... Uno spin-off dell'Università di Milano propone l'uso di microbi per risolvere problemi agro-ambientali, e non solo. Il primo prodotto? Un probiotico per l'alveare.
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