AMBIENTE

Trifoglio rosa per tutti

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AMBIENTE – Sunto di chiacchiere con amici apicoltori, apidologi e chimici sulla peer-review, a cura dell’Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare, delle ricerche sui “pericoli” per le api di clothianidinimidacloprid  e  thiamethoxam, sulla difesa di Federchimica-Agrofarma e un appello. Anzi due.

Sono insetticidi a base di neurotossine – i famigerati neonicotinoidi di cui si parlava anche l’anno scorso – sospesi in Italia dal 2009 e usati principalmente per le coltivazioni di granoturco. In generale le ricerche fanno pena e la regolamentazione europea è ridicola, scrivono gli esperti europei. Con più tatto, come si vede dalle conclusioni, uguali per tutti e tre:

Diverse assenze (gaps) di dati sono state identificate riguardo al rischio per le api mellifere dell’esposizione attraverso polveri, del consumo di nettare e polline contaminato, e attraverso il fluido di guttazione, per gli usi autorizzati quali concianti delle sementi e in granuli. Inoltre le valutazioni del rischio per impollinatori diversi dalle api mellifere…  a seguito di esposizione a melata … e a  successive coltivazioni, non hanno potuto essere completate in base alle informazioni disponibili.Un rischio elevato è stato indicato o non ha potuto essere escluso riguardo a certi aspetti della valutazione del rischio incorso dalle api mellifere per alcuni degli usi autorizzati. (grassetto e link redaz.)

Dopo le pubblicazioni valutate  dall’EFSA ne sono uscite altre che confermano i danni più evidenti: i cristalli di neo-nicotinoidi, inalati o ingeriti, lacerano gli organi degli insetti impollinatori. Però non ne abbiamo viste che attribuiscono esclusivamente ai neonicotinoidi la responsabilità  di tutte le morie e declini delle varie specie.  In tutto il mondo, quegli insetti soffrono di un “sovraccarico di patogeni” – acari, noseme, funghi, virus ecc. – al quale si sommano gli effetti congiunti degli inquinanti.

La Commissione Europea doveva scegliere, fare politica insomma, e ha scelto regole più restrittive. Ma un appello di Avaaz chiedeva il divieto totale di questi “assurdi veleni”. Gli amici sono tutti un po’ carsoniani. Farebbero mangiare a Federchimica e Agrofarma la loro propaganda non esattamente veritiera, per es. questa in data 16 gennaio:

Secondo le evidenze emerse dal report, l’uso sicuro dei neonicotinoidi non incide sul declino della popolazione di api.

Seguita dalla citazione di un rapporto commissionato da Big Agro-Pharma dal quale risulta, ma che sorpresa, che i neonicotinoidi salvano l’Europa dalla disoccupazione e il mondo dalla fame, mentre sui danni c’è solo incertezza. Sembra di sentire Big Tobacco sul cancro o Big Oil sul clima. Gli “agrofarmaci” hanno effetti collaterali così come i farmaci tout court, è escluso che siano solo benefici.

Però siamo incerti anche noi. Vietarli tout court significherebbe privarsi di una cura da cavallo, certo, ma se il cavallo un giorno…? Invece vanno tenuti di riserva e usati “con saggezza”, come scriveva Rachel Carson, quando le forme di lotta bio-integrate o comunque meno violente non bastano.

Meglio una moratoria da rinnovare ogni due/tre anni, altrimenti i politici s’illudono di aver risolto il problema e ricominciano a lesinare i quattro euro indispensabili al monitoraggio e alla ricerca sulle tante e maledette concause di morie e declini. Meglio il divieto sospeso sulla testa dei produttori, Bayer, Syngenta, Sumitomo, se non la smettono di nascondere i propri risultati ai ricercatori degli enti pubblici. E di pagarne qualcuno per citare solo dati positivi e tacere sul conflitto d’interessi.

E la Commissione costringa apicoltori e agricoltori a scambiarsi info e buone pratiche invece di insulti. Pena il ritiro dei sussidi, così ci sarebbero soldi da investire in ricerca. E in “santuari” come quello in Scozia per i bombi con fiori di campo perenni, ranuncoli d’oro, rose canine, caprifoglio inebriante, campanule azzurre, trifoglio rosa che piace tanto alle mucche e come foraggio si vende bene. E in borse ai dottorandi per studiare la ripresa o meno nei santuari e magari migliorarli.

Modificare una neurotossina senza rimetterci in efficacia sarebbe difficile, però per rivestire semi ne serve pochissima e quindi inquina meno di altre sostanze. Si potrebbe forse legare a qualche altra molecola, così non forma cristalli acuminati? In Europa, gli apicoltori protestano da più di dieci anni, i chimici dei lab industriali ci avranno già pensato. Con quali risultati, non si sa. Noi se fossimo l’Unione li costringeremmo a pubblicare anche quelli negativi, come per gli esperimenti clinici. Ecco.

Sognando e parlando, ci è venuto un appello” Trifoglio rosa per tutti” che firmeremmo volentieri. Siamo proprio negati per la politica, ha detto un amico americano.

Foto di  Luca Mazzocchi (grazie, come sempre). La “ragazza” dev’essere l’operaia Anna vista di spalla.

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