Copenaghen è congestionata dalle misure di sicurezza e dalle basse temperature. Al Bella Centre Obama ha parlato.“Siamo qui per agire non per parlare” ha detto. E' deciso ma non convince. Spinge per la stipula di un accordo, anche se impreciso, ma su come intervenire per bloccare il riscaldamento del pianeta i punti del suo discorso sono ancora troppo vaghi, così come le misure suggerite dalla bozza di accordo
“Dicembre 2009 verrà ricordato come un momento di rottura per la storia del nostro pianeta. Non per quello che accadrà oggi, 18 dicembre, nelle sale del Bella Centre. Ma per la voce delle migliaia di persone che in questi giorni ha chiesto ai leader della politica di lavorare per una giustizia climatica.” A parlare è Saleemul Huq, uno scienziato dell'Intergovernmental Panel on Climate Change, membro del gruppo sul clima dell'Istituto Internazionale per l'Ambiente e lo Sviluppo che in questi giorni ha partecipato a COP15. Ai microfoni del Corriere della Serra Huq spiega quali sono i rischi dei cambiamenti climatici e come si potrebbero affrontare.
Interattività e partecipazione sono le parole chiavi presentate oggi a COP15 da science centre e musei scientifici europei, luoghi dove imparare ma anche per portare avanti azioni concrete contro i cambiamenti climatici. È questa la filosofia del progetto europeo Accent. Il Corriere della Serra ne parla con Luigi Amodio, direttore del science centre di Napoli Città della Scienza di Napoli promotore e cordinatore del progetto, mentre Michael Creek di Ecsite, la rete dei musei scientifici europea, ci presenta I do, il sito di Accent dove le istutuzioni coinvolte nella comunicazione sul riscaldamento climatico possono condividere strumenti e risorese. Ma quel è il ruolo dei musei scientifici nella comunicazione di argomenti controversi come i cambiamenti climatici? Devono limitarsi a informare, essere neutrali o assumere una posizione? Ne parliamo con Jean-Luois Fellous, direttore di Cospar, la commissione sulle richerche nello spazio.
Gli indegeni che vivono nelle foreste non hanno bisogno di un calcolatore per accorgersi che la Terra sta cambiando. Le popolazioni che vivono a stretto contatto con la natura in questi anni hanno visto le foreste e i ritmi della natura trasformarsi. Per questo per l'associazione Rede Povos da Floresta la difesa delle popolazioni indigene non può prescindere dalla difesa dell'ambiente.
Migliaia di persone provenienti da paesi di tutto mondo riscaldano l'aria della capitale danese mentre rimbalzano tra seminari, mostre, concerti, spettacoli. Al centro di tutti gli eventi, tra le persone, c'è la Terra e il suo clima