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Conservazione in crisi

Il momento di forte crisi ambientale ed economica che stiamo vivendo, porta necessariamente a riflessioni più approfondite su concetti che in altre condizioni potrebbero essere assorbiti senza necessità di troppo approfondimento.
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Le nuove mappe della biodiversità mondiale

L'identificazione delle aree con la più alta biodiversità a livello mondiale è una priorità per indirizzare le politiche di conservazione degli ambienti naturali. In particolare, nel processo della designazione degli ambienti da proteggere è di fondamentale importanza la conoscenza approfondita del numero di specie presenti in ciascuna area, quali di queste sono vulnerabili o minacciate di estinzione, quali attività umane vengono svolte e il loro potenziale impatto sull'ambiente nonché l'attuale livello di protezione a cui sono soggette.

Di nuovo lei

CRONACA - In effetti amo essere contraddetta. Meno di un mese fa avevo sottolineato come la manta sia, tra le grandi specie marine, una delle meno conosciute. E a pochi giorni di distanza, ora mi ritrovo tra le mani un nuovo studio che fa luce sulla gravidanza nella Manta della barriera corallina (Manta alfredi), che tristemente si accompagna alla Manta gigante (Manta birostris), nello status di ‘specie vulnerabile’ secondo la IUCN. L’argomento è intrigante: a differenza di altri vertebrati vivipari come i mammiferi (ma anche alcuni squali carcarinidi), infatti, le mante non presentano placenta nè cordone ombelicale. Non avendo un collegamento diretto con la madre era lecito dedurre che il feto assumesse l’ossigeno e i nutrienti in qualche altro modo, ma a oggi non si sapeva come.

Conservare o non conservare questo è il problema

OGGISCIENZATV - Circa un quarto dei mammiferi presenti oggi sulla Terra è a rischio di estinzione ma non ci sono risorse sufficiente a salvare tutte le specie. Come deciderne le priorità ? A questa domanda risponde un recente articolo apparso su Conservation Letter. Ne parliamo con Moreno Di Marco del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell'Università La Sapienza di Roma.

Diavolo di una manta!

AMBIENTE - Mi è capitato di vederle una volta, stando sott’acqua (qualcosa di simile a questo). E davvero l’emozione è stata fortissima. In effetti la manta gigante (Manta birostris), grande razza filtratrice, detiene almeno due primati: il primo (a parer mio) è la sua incomparabile bellezza e dell'eleganza, il secondo (a detta degli esperti) è quello di essere una delle specie di grandi dimensioni meno conosciute dall’uomo: sui suoi spostamenti e preferenze ambientali infatti se ne sa davvero poco o nulla. Ad illuminare questo ‘buio di conoscenze’ è apparso recentemente su PLosOne una ricerca 'pioneristica' che rivela i movimenti di sei individui - quattro femmine, un maschio e una giovanile – marcati con trasmittenti satellitari in prossimità della penisola dello Yucatan (Messico). Il team internazionale di ricercatori ha monitorato gli spostamenti degli enormi pesci cartilaginei (come gli squali per intenderci) per un massimo di due mesi: essi hanno trascorso la maggior parte del tempo all'interno delle acque territoriali del Messico - entro 200 miglia della costa -, allontanandosi al massimo 100 chilometri dal punto iniziale di campionamento
LA VOCE DEL MASTER

Farfalle in estinzione: istruzioni per l’uso

LA VOCE DEL MASTER - Il vademecum per la tutela delle farfalle a rischio di estinzione è apparso pochi giorni fa sul primo numero di Nature Conservation, una nuova rivista scientifica peer-reviewed. Opera di un team internazionale di studiosi coordinato dal Butterfly Conservation Europe, il report presenta le nuove linee-guida per la salvaguardia di alcune tra le specie di farfalle europee maggiormente in pericolo. 29 sono le specie che rientrano nella lista, e ciascun paese aderente l’iniziativa ha il compito di preservarle. Prendersi cura delle farfalle significa rispettare le regole per la salvaguardia del loro ambiente naturale e, in primo luogo, conoscere le loro caratteristiche, il loro habitat ideale e le piante che sono alla base della loro alimentazione. L’articolo presenta perciò un dettaglio sulle necessità ambientali ed ecologiche, specie per specie, delle farfalle in questione, e una lista dei doveri e dei divieti per salvarle dall’estinzione preservando il loro habitat. Ad esempio, indica che tipo di coltivazioni sono o meno tollerate, dove è necessario estendere le zone erbose per amplificare la disponibilità di nettare oppure i periodi dell’anno in cui si dovrebbe evitare di bruciare i terreni per evitare di distruggere le uova appena deposte

La ripresa (ittica) è possibile

AMBIENTE - Finalmente una buona notizia. Se è ormai certo che i grandi stock di pesci commerciali sono oggi in declino e al limite della sussistenza, un recente articolo apparso su Nature qualche giorno fa afferma che non tutto è perduto. Secondo lo studio canadese, infatti, bloccare la pesca massiva può ancora permettere un recupero di ecosistemi sovrasfruttati, anche se non è ancora chiaro se si possa tornare all’ecosistema originario. Si tratta di una novità nel campo della conservazione poiché ad oggi ben poco si sapeva sulla possibilità di ripristino di ambienti compromessi e ciò creava ampi dibattiti e dubbi sulla validità di misure di mitigazione come la chiusura alla pesca di aree già compromesse o la reintroduzione di specie in aree che ne sono ormai prive.

Conserva di cervello

NOTIZIE - A volte mi faccio del male e mi costringo a leggere ricerche di questo tipo di prima mattina, e credetemi, non è un piacere. In ogni caso mi sembrava piuttosto eccezionale come notizia: nel 2008 a Heslington, nel Regno Unito, è stato trovato un cranio (che la datazione fa risalire fra il 637 e il 482 a.C.) che conteneva ancora una larga porzione di cervello in buono stato di conservazione. Una ricerca pubblicata qualche giorno fa sul Journal of Archaeological Science ha studiato i motivi di questa straordinaria preservazonione (normalmente i tessuti molli sono i primi ad essere degradati dai microorganismi e d è molto difficile trovare resti fossili che li contengano).

Canta ancora Sam!

AMBIENTE - Avvistare gli animali in natura è difficile; se poi andate a cercarli nelle acque polari della Groenlandia la cosa si fa molto difficile. Diciamo pure che il compito diventa quasi impossibile se la specie che state cercando è una delle più rare al mondo: la balena franca Nord Atlantica (Eubalaena glacialis), della quale – secondo le stime più recenti – esistono solo 450 individui, distribuiti per lo più nell'oceano Atlantico nord-occidentale (cioè dall’altro lato dell’oceano rispetto a quello in cui voi state cercando).

Balena, ti addormento per salvarti

MARE - Come riuscire a togliere una cima di 15 metri impigliata nella bocca di una balena lunga quasi 10 metri? I ricercatori del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) l’hanno sedata. L’animale, una giovane femmina di balena franca nord-atlantica nata durante la stagione riproduttiva del 2008, appartiene a una specie minacciata di estinzione, di cui rimangono poche centinaia di esemplari (300-350 secondo le stime più ottimistiche). La giovane balena fu osservata per la prima volta da alcuni ricercatori durante un transetto aereo il giorno di Natale con una lenza da pesca simile a un palamito lunga 50 metri arrotolata intorno al corpo. Cin que giorni più tardi alcuni uomini del Dipartimento delle Risorse naturali della Georgia raggiunsero la balena e riuscirono a tagliare parte della lenza, ma un pezzo rimase attaccato all’animale.
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