Di ritorno al nucleare, in Italia, non si parlerà per un bel po'. Eppure, c'è chi pensa - con un occhio anche a quanto accade all'estero - che questa opzione non sia del tutto da dimenticare, almeno in una prospettiva a lungo termine. Dopo le parole di Vincenzo Balzani, antinuclearista, sentiamo quelle di un "possibilista": Marco Ricotti, professore di impianti nucleare del Politecnico di Milano.
L'Italia ha detto no al nucleare per ben due volte. Con il referendum del 1987 (l'anno dopo il disastro di Chernobyl) e con quello del 2011 (qualche mese dopo Fukushima).
Quasi 20.000 vittime tra morti e dispersi, un terremoto di magnitudo nove, uno tsunami, tre reattori severamente danneggiati e un rilascio di materiali radioattivi pari al 20% di Chernobyl. In altre parole, Fukushima.