LA VOCE DEL MASTER - Un sopravvissuto. Così potremmo definire HIP 13044b, il primo pianeta “alieno” non appartentente alla nostra Galassia, la Via Lattea. Il pianeta, insieme alla stella attorno alla quale orbita, sarebbe stato catturato durante un processo di cannibalismo galattico. Secondo questa teoria tra sei e nove miliardi di anni fa la Via Lattea avrebbe catturato stelle di un’altra galassia più piccola che le orbitava nelle vicinanze.
LA VOCE DEL MASTER – Proposta una nuova ipotesi sulla formazione degli anelli di Saturno: che sia quella buona? Gli anelli sarebbero il frutto della distruzione di un grande satellite causata dalle immense forze mareali di Saturno. L'ipotesi è stata avanzata da Robin Canup, astrofisica del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado, in un articolo pubblicato il qualche giorno fa su Nature. La proposta di Canup chiarirebbe anche alcuni punti finora oscuri sulla formazione delle lune di Saturno più interne e vicine al pianeta.
Secondo Canup un satellite delle dimensioni di Titano (la più grande fra le lune di Saturno), costituito da un manto di ghiaccio e da un nucleo roccioso, si sarebbe “sbriciolato” per via delle forze mareali e gravitazionali di Saturno. Queste spinte gravitazionali avrebbero separato il ghiaccio più esterno dal centro roccioso del satellite. A causa dell'orbita a spirale che percorreva, infatti, il satellite si sarebbe avvicinato troppo alla superficie di Saturno, dando modo alle forze mareali di disintegrarlo. Mentre il nucleo roccioso probabilmente si schiantò sul pianeta, il mantello ghiacciato restò intorno al gigante gassoso, dando origine al sistema degli anelli, allora circa 1000 volte più grande di quanto non appaia oggi
LA VOCE DEL MASTER – Dal 18 al 20 novembre 2010 si è tenuta a Dublino, presso il Trinity College, la conferenza “Oceans Past III: Stories from the sea - history of marine animal populations and their exploitation” in conclusione del progetto decennale History of Marine Animal Populations, la componente storica del Census of Marine Life.
Il progetto ha coinvolto più di 100 storici, ecologi, scienziati della pesca, biologi e archeologi dal Canada alla Nuova Zelanda, passando per il Mediterraneo, per cercare di rispondere alle domande: com’erano i mari nel passato, prima dell’attuale sfruttamento eccessivo, dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento? È possibile ricostruire la storia del mare, e che importanza può avere oggi per le attività umane?
Il messaggio che è emerso in questa tre giorni dedicata all'ecologia storica dei mari, cui hanno partecipato circa 200 ricercatori da tutto il mondo in un’atmosfera decisamente informale, è che sì, si può, ed è essenziale per l’attuale gestione e conservazione degli ecosistemi marini.
LA VOCE DEL MASTER - Detti popolari e scienza, si sa, difficilmente vanno d’accordo. Eppure, i ricercatori dell’Erasmus University Medical Centre, a Rotterdam, sono riusciti a far quadrare credenze ancestrali e raffinate tecniche di laboratorio. Stando alla ricerca pubblicata su Current Biology, è possibile risalire all’età di una persona anche da un semplice campione di sangue. Sdoganando questa tecnica al campo forense, per esempio, sarà possibile stabilire con una certa accuratezza l’età di chi ha lasciato tracce ematiche sulla scena del crimine.
VOCE DEL MASTER - Unendo le forze di carbonio, argento e cotone, alcuni ricercatori della Stanford University sono riusciti ad eliminare più del 98% dei batteri che causano malattie. Il segreto è una tecnica di sterilizzazione “elettrica” molto veloce ed economica.
I normali meccanismi di purificazione si basano su membrane o filtri che intrappolano i batteri nei loro pori di dimensione microscopica. Il nuovo materiale invece ha dei pori molto grandi che permettono all'acqua di attraversarlo indisturbata: i batteri non vengono così arrestati ma semplicemente resi inattivi.
LA VOCE DEL MASTER - Il 26 novembre 2010 il Consiglio dei Ministri ha approvato la proposta del Ministero della Salute di istituire la Giornata Nazionale degli Stati Vegetativi, che si terrà il 9 febbraio 2011, a due anni esatti di distanza dalla morte di Eluana Englaro. Una decisione che aprirà dibattiti e controversie, su un tema, quello del fine vita, reso infuocato anche dalla recente morte del regista Mario Monicelli: una vicenda che ha aperto un botta e risposta in Parlamento fra la cattolica Paola Binetti e la radicale Rita Bernardini sullo scottante argomento dell'eutanasia.
In un momento così delicato, esce Gli ultimi giorni di Eluana, un libro scritto da Amato De Monte e Cinzia Gori. De Monte è un anestesista friulano, Direttore del Dipartimento di Anestesia e Rianimazione dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Udine, il quale fu a capo dell'equipe medica che assistette Eluana Englaro nella fase finale della sua vita, attuando il protocollo disposto dalla magistratura di sospensione delle cure per la paziente in stato vegetativo permanente da più di 15 anni. De monte insieme alla moglie Cinzia Gori, infermiera professionale e coordinatrice degli infermieri che seguirono gli ultimi giorni di Eluana, ha presententato recentemente il libro all’Università di Modena. Abbiamo colto l’occasione per intervistarlo.
LA VOCE DEL MASTER - La NASA ha recentemente tenuto un’importante conferenza stampa sulla Astrobiologia che si è conclusa con una dichiarazione significativa: la scoperta di uno speciale microbo che vive in un ambiente considerato finora letale, che utilizza l’arsenico per la propria sussistenza e che in tal senso potrebbe stravolgere le future ricerche di vita extraterrestre nello spazio. Ciò che per la nostra esistenza è letale ossia l’arsenico che è veleno, per un organismo sarebbe la fonte primaria. E’ una creatura-ombra, che (forse, visto che numerose sono le critiche alla ricerca) c’è e c’è stata a dispetto di tutto ciò che si è ipotizzato finora. Lewis Dartnell, astrobiologo del Centro per le Scienze Planetarie di Londra, ha sottolineato: "Se questi organismi utilizzano l'arsenico nel loro metabolismo, ciò dimostra che ci sono altre forme di vita rispetto a quelle che conosciamo. Sono alieni, ma alieni che condividono lo stesso nostro ambiente". Il suo metabolismo è basato sull’arsenico, vive di quello.
Il 25 novembre 2010 l’ Associazione Italiana Medici per l’Ambiente ha emanato un comunicato sulla decsione della commissione europea che respinge la richiesta dell’Italia di deroga per la concentrazione di arsenico nelle acque destinate a consumo umano. L’Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro (I.A.R.C.) classifica l’arsenico come elemento cancerogeno certo di classe 1 e lo pone in diretta correlazione con molte patologie oncologiche e in particolare con il tumore del polmone, della vescica, del rene e della cute. L’esposizione ad arsenico attraverso l’acqua destinata a consumo umano è stata associata anche a cancro del fegato e del colon.
LA VOCE DEL MASTER - “How our minds, Society and Neurosexism Create Difference” (come le nostre menti, la società e il neurosessismo creano le differenze) e “The flaws in the Science of Sex Differences” (le imprecisioni nella scienza delle differenze sessuali): così sottotitolano Cordelia Fine e Rebecca M. J. Young i rispettivi “Delusions of Gender” e “Brain Storm” (recensiti da Science magazine, dicembre).
I sottotitoli lasciano ben intendere il taglio dei due saggi. Ci si muove in un contesto delicato, dove la partita non è mai chiusa: le differenze di genere. Comportamenti violenti, reazioni fisiche, tendenza alla focalizzazione del pensiero sul sesso, abilità matematica? Le inevitabili conseguenze di quel sei volte e mezzo in più di materia grigia presente nel cervello uomo! Estrema disponibilità e comprensione, abilità di gestire in contemporanea caffè, bambini e altre mille faccende? Frutto della strutturazione e della quantità di materia bianca nel cervello femminile! Studi e conclusioni che spesso hanno il retrogusto di strumentalizzazione scientifica volta definire oggettivamente una differenza di genere che giustificasse una gerarchia intellettuale o collocasse inderogabilmente gli uomini o le donne “al loro posto”.
2010: l'anno della biodiversità. Quante volte ce lo siamo sentiti ripetere? Non abbastanza, evidentemente, perché chiedendo qua e là si scopre che quasi nessuno ne è consapevole.
Per non parlare poi della definizione di biodiversità: ma c'è qualcuno che sa davvero cos'è? State a vedere.