“È degno di ammirazione il pi greco, tre virgola uno quattro uno, anche tutte le sue cifre successive sono iniziali, cinque nove due poiché non finisce mai” scriveva la poetessa polacca Wislawa Szymborska.
Non sarà come rispondere alla domanda “è nato prima l’uovo o la gallina”, ma un gruppo di matematici della Budapest University of Technology and Economics è riuscito a trovare una spiegazione a uno dei fenomeni più discussi della geologia.
Che cos’hanno in comune piante e animali? Difficile dirlo a un primo sguardo. Ben piantate a terra le prime, liberi di muoversi i secondi, una massa distribuita in modo uniforme nel caso degli animali ma concentrata in tronco e radici nelle piante.
In questi ultimi anni si fa un gran parlare della cosiddetta realtà aumentata ovvero quella parte di contenuti multimediali che sembrano “aumentare” la realtà che ci circonda e che percepiamo spontaneamente, rivelandocene nuovi aspetti con l’aiuto delle tecnologie multimediali. Ma c’è un altro tipo di realtà aumentata che non ha bisogno della tecnologia, quella che tiri, sfogli, srotoli e che ti fa toccare con mano – è proprio il caso di dirlo – una materia spesso troppo astratta e per questo ostica, non solo per i più piccini.
Amore e odio, un rapporto difficile quello di tanti con la matematica. A volte poi rimane proprio solo l’odio e un certo senso di frustrazione nell’avere a che fare con numeri e formule.
“Incantatrice dei numeri, dimentichi questo mondo e tutti i suoi guai e se è possibile, con tutti i suoi numerosissimi ciarlatani perché ogni cosa ha una breve durata”. Così il celebre matematico Charles Babbage scriveva ad Ada Lovelace (1815-1852), nata Augusta Ada Byron, di cui oggi si ricorda l’enorme contributo scientifico nel campo della matematica.
Siamo a Baghdad, all'incirca nel 762 dC. Il neonato Islam sta pian piano espandendo la sua influenza nel mondo arabo, prima di allargarsi all'Europa e all'Africa del nord. Queste sono le coordinate della storia raccontata dal fisico inglese di origine irachena Jim Al-Khalili nel saggio La casa della saggezza – L'epoca d'oro della scienza araba edito da Bollati Boringhieri. In terra araba quello che temporalmente per noi è il Medioevo è un fiorire di mecenatismo e grandi pensatori, di nuove conoscenze e fibrillazione intellettuale.
Come ogni autunno, anche quest’anno è tempo di Nobel, e per qualche giorno la comunità scientifica si raccoglie intorno a questo evento, trasudando speranze, attese, delusioni e qualche vittoria. In realtà, non tutto il mondo scientifico è coinvolto direttamente in questa sequela di trepidazioni: l’universo dei matematici come è noto, non ha ad esempio nessuna propria categoria di rappresentanza.
Per “costruire” il proprio nastro di Möbius basta prendere una fettuccia di stoffa e unirne le estremità, stando attenti a far ruotare uno dei due margini di 180° prima di incollarlo all’altro. Se si prova a far scorrere il dito sul nastro ci si accorge che si passa da quello che sembrava l’esterno della fettuccia al suo interno, senza aver mai sollevato il dito dalla stoffa.