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Quando il medico lavora troppo

LA VOCE DEL MASTER - Vi renderebbe nervosi, salire sull’aereo in partenza per le vacanze e scoprire che il pilota ha già lavorato durante la notte e dormito meno di sei ore? È quello che spesso accade ai pazienti nelle corsie di ospedale o nelle sale operatorie. Nonostante il lungo periodo di training i medici non sono immuni dalla mancanza di sonno e dalla conseguente carenza di attenzione nelle attività svolte dopo la notte passata di guardia d’ urgenza. Le disattenzioni possono aumentare i rischi di complicanze per i pazienti, mentre per i medici la mancanza di un sonno continuato per almeno 6 ore, può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Come fanno notare i medici canadesi Noni Mc Donald e Ken Flegel, in una rassegna che verrà presto pubblicata sul Canadian Mediacal Association Journal, la deprivazione di sonno provoca un calo di attenzione simile a quello che si raggiunge quando l’ alcool test segna 0,05%. Uno studio del 2010 (durato ben 10 anni) ha monitorato le complicanze e sequele negative in pazienti operati da chirurghi già stanchi, che si sono rivelate ben più gravi di quelle osservate in letteratura per gli stessi interventi. Come osservano Mc Donald e Flegel la medicina oggi permette di salvare persone da malattie che fino dieci anni fa erano considerate mortali. Questo successo scientifico richiede però sforzi molto più gravosi ai medici sia fisici che di performance mentale anche perché la complessità degli interventi e delle pratiche di terapia intensiva richiedono molta più attenzione e dedizione che in passato