Eseguita l’autopsia su tre dei sette capodogli spiaggiati lo scorso 12 dicembre
“Un evento acuto intercorso su un gruppo di sub-adulti maschi di capodoglio, con lunghezza compresa tra 10.50 e 12.20 mt”. È quanto afferma il prof. Mazzariol del Facoltà di Medicina Veterinaria a Padova, Teramo e Bari e referente dell’IWC (International Whaling Commission) nella relazione ministeriale preliminare redatta a seguito dei rilievi post-mortem effettuati su 3 dei 7 animali spiaggiati.
Negli animali sottoposti ad autopsia “sembra che si sia verificato un quadro di embolismo gassoso ma lieve e quindi possibilmente dannoso solamente in animali con patologie pregresse”. Mazzariol tuttavia non esclude che “in altri animali tali lesioni siano state di maggior entità e che tra quegli animali si potesse trovare un possibile capo gruppo, seguito da tutti i soggetti, comunque affetti”. Si tratta comunque di dati preliminari andranno confermati da esami ulteriori.
In questo evento eccezionale – ‘gli ultimi spiaggiamenti di massa risalgono all’Ottocento’ ha affermato Giuseppe Notarbartolo di Sciara, presidente del Comitato scientifico di Accobams (Accordo per la conservazione dei cetacei del mar Nero, mar Mediterraneo e zona atlantica contigua) – eccezionale è stato infatti lo spirito di collaborazione intercorso tra gli attori scientifici intervenuti. Basta l’elenco delle analisi attualmente in atto nelle diverse aree d’Italia per rendersene conto: sono previsti infatti esami virologico (Università di Teramo e Bari e IZS di Foggia), batteriologico (IZS di Foggia e Università di Bari), parassitologico (Università di Padova, Teramo e Roma), tossicologico (Università di Siena), istopatologico (Università di Padova e Teramo) nonchè la valutazione di eventuale sindrome embolica (Università di Las Palmas – Canarie e Padova). A questo si aggiungeranno indicazioni sulla maturità gonadica degli individui (Padova), sulla genetica (possibilmente Università di Firenze), sull’età (Padova) e sul contenuto stomacale (Museo di Milano).
I tessuti e altri reperti si trovano attualmente conservati presso le strutture della Banca Tessuti di Padova, a disposizione di coloro che ne facessero opportuna e motivata richiesta. Nel frattempo le foto della livrea e della coda degli animali spiaggiati verranno confrontati con database di foto-identificazione così da aumentare le informazioni disponibili sulla distribuzione spaziale degli individui pre-spiaggiamento.
Secondo Mazzariol i risultati dell’autopsia sarebbero compatibili con l’ipotesi di un maremoto come causa scatenante l’evento. Lo scorso 7 dicembre infatti nel Mar Ionio si è registrato un evento sismico di magnitudo 4.5.
Si potrebbe dunque ipotizzare che il violento movimento del mare causato dalla scossa abbia costretto gli animali a una brusca risalita causando l’emboli. ciò, a sua volta, potrebbe aver determinato, in capodogli già debilitati la deriva e quindi lo spiaggiamento.