Quest’estate, anche i lettori di Oggi scienza si erano mobilitati per impedire agli immobiliaristi di distruggere la stazione sperimentale di Pavlovsk, parte dell’Istituto Vavilov a San Pietroburgo, e le sue raccolte di piante alimentari europee, il 90% delle quali estinte in natura. Aggiornamento.
IL CORRIERE DELLA SERRA – Il presidente Medvedev ha raccolto l’appello internazionale e rinviato a fine ottobre l’eventuale vendita dei terreni della stazione, allettanti perché vicini al palazzo fatto costruire dalla grande Caterina, in una periferia molto chic. All’inizio del mese pareva che l’Istituto e le sue sette stazioni di ricerca dovessero passare sotto l’ala dell’Accademia russa delle scienze, della cui onesta gestione del bene comune è lecito dubitare e comunque priva dei fondi necessari. Le trattative continuano tra i ministeri e il 26 ottobre a difesa del Vavilov è intervenuta la Camera pubblica, un comitato di sorveglianza della pubblica amministrazione, creato nel 2006 dall’allora presidente Putin. E privo di poteri decisionali.
Coincidenza o pressione discreta? Il giorno dopo la FAO pubblicava il suo secondo rapporto sullo stato della diversità genetica vegetale in 100 paesi. Sintesi della sintesi:
La biodiversità genetica è un tesoro di caratteristiche che hanno un grande valore potenziale… ma è minacciata e servono particolari sforzi per conservarla sia in situ che ex situ (come a Pavlovsk, ndr) e per sviluppare una forte capacità di sfruttarla, soprattutto nel mondo in via di sviluppo.
Foto Treehugger