Un po’ travisata dai fautori del raffreddamento globale, una ricerca ha ricostruito le variazioni del livello del mare lungo la costa atlantica degli Stati Uniti negli ultimi duemila anni.
IL CORRIERE DELLA SERRA – Come la curva delle temperature dal 1400 in poi pubblicata nel 1998 – la prima di molte mazze da hockey – l’articolo sui PNAS di Andrew Kemp, Ben Horton, Jeff Donnelly, Michael Mann, Martin Vermeer e Stefan Rahmstorf confronta e unisce diverse serie di dati e propone un modello per inserirle nel quadro più ampio del riscaldamento globale e degli altri cambiamenti climatici.
I primi tre autori hanno estratto carote lunghe 2,5 metri dai sedimenti due paludi salmastri del North Carolina. Quando il livello del mare si alza, le paludi fanno altrettanto perché trattengono i sedimenti in entrata. Tra questi, i gusci di foraminiferi la cui densità in ogni centimetro cubo di carota fornisce una buona approssimazione del livello del mare in passato. Le cose non essendo mai semplici, quella costa s’è abbassata di circa 2 metri in 2000 anni, per via dell’assestamento post glaciale, un calo da sottrarre all’altitudine raggiunta dalla palude. Più a nord, nel Massachusetts, l’assestamento ha avuto l’effetto opposto…
Kemp, Horton e Donnelly hanno calcolato le variazioni nette (nel grafico sopra è la curva blu con il suo margine di incertezza; in verde le misure strumentali del livello del mare fatte in varie parti del mondo, in rosso le “previsioni”, vedi nota 1) e le hanno comparate con quelle derivate da altre carote americane e non. Poi hanno chiesto a Mann, Vermeer e Rahmstorf di combinare in un singolo modello le serie di dati e quelle delle temperature per vedere come sono correlate, risalendo indietro nel tempo, una tecnica detta hindcast. La relazione è nota da quando si sono scoperti fossili marini in montagne dell’entroterra, ma resta da capire se il tasso d’innalzamento/abbassamento del mare coincide con quello di aumento/calo delle temperature marine – un’altra ricostruzione con ampi margini d’incertezza – e atmosferiche, come postulato dai modelli globali di evoluzione degli oceani.
Nel North Carolina, concludono gli autori ,
il livello del mare è rimasto stabile fino al 950 d. C. Si è alzato di 0,6 millimetri all’anno tra il 950 e il 1400 in conseguenza del Periodo caldo medievale… ed è tornato stabile fino alla fine dell’Ottocento, per via delle temperature più basse associate alla Piccola era glaciale. Un secondo aumento del tasso di innalzamento è avvenuto tra il 1880 e il 1920: 2,1 mm all’anno mediamente in risposta al riscaldamento del Novecento. Questo tasso storico è stato maggiore di qualunque altra tendenza secolare e protratta degli ultimi 2100 anni.
Dall’anno 1000 in poi le proiezioni all’indietro dei modelli globali riflettono abbastanza bene le misure e i dati delle paludi salmastre del North Carolina, del Nord America, della Spagna, della Nuova Zelanda. Le lievi sopravvalutazioni sono la parte più interessante: indicano errori nella stima delle temperature marine che andranno corretti nei prossimi modelli in base ai vincoli forniti dall’analisi delle carote.
Errori di pochi decimi di millimetro non cambiano i risultati delle proiezioni nel futuro (forecast) pubblicati due anni fa da Vermeer e Rahmstorf. Da qui al 2100, dicono, il livello del mare si alzerà di 75-190 cm.
***
nota 1: Il grafico di Stefan Rahmstorf riassume quelli della figura 2 nell’articolo originale.